«Ricostruzione e crediti incagliati,
nessuno vuole acquistare gli accolli»

EDILIZIA - Il commento di Stefano Foresi, responsabile interprovinciale del settore per Confartigianato: «Le imprese avevano accolto con un sospiro di sollievo la proroga dei Bonus edilizi nel territorio del cratere sismico, ma questa positiva notizia non si è tradotta in un’altrettanto repentina azione da parte di istituti di credito e player. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata»

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Stefano Foresi

«Ricostruzione e accolli, ancora tutto fermo». E’ il commento di Stefano Foresi, responsabile interprovinciale del settore Edilizia per Confartigianato.

«Le imprese avevano accolto con un sospiro di sollievo la proroga dei Bonus edilizi nel territorio del cratere sismico, ma questa positiva notizia non si è tradotta in un’altrettanto repentina azione da parte di istituti di credito e player nell’acquisto degli accolli – si legge in una nota -. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata. Siamo a conoscenza di molte circostanze preoccupanti e aziende che si trovano in difficoltà sia per lo smaltimento di vecchi crediti (che nessuno acquista più nonostante ci sia una legge che lo preveda) sia per lavori in partenza. In questo modo, il cronoprogramma delle opere viene meno e le tempistiche si dilatano inesorabilmente.

Un danno per le imprese, costrette a bloccare i cantieri, un danno per i committenti che si vedono allungare i tempi di esecuzione di ristrutturazioni nelle proprie abitazioni sia per danni lievi che per danni più ingenti – sottolinea Foresi -. Il disagio è quindi doppio, con ritardi continui nella conclusione e nella partenza di fondamentali azioni di ricostruzione. In questo stallo, stanno uscendo allo scoperto dei player che propongono l’acquisto di tali crediti a percentuali in alcuni casi completamente fuori dal mercato: un modus operandi poco corretto, perché approfitta dell’incertezza generale.

Come associazione abbiamo subito contattato l’Usr, che ci ha spiegato di essere a conoscenza della problematica, tanto che si stanno muovendo con diversi canali bancari per far ripartire l’acquisto dei crediti. Confidiamo che ci sia quindi una risposta celere degli istituti e dei player: le imprese sono già state penalizzate dalle modalità di gestione del Superbonus in ambito privato, non possono anche sopportare altre lungaggini in merito agli accolli nei lavori di ricostruzione post-sisma».



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