“Bella Ciao” in piazza della Libertà,
in 200 per il 25 Aprile (Foto/Video)
«E’ la festa del Paese, di tutti noi»

MACERATA - Partecipata la cerimonia nel cuore del capoluogo per celebrare l'anniversario numero 78 della Liberazione. Il sindaco Sandro Parcaroli: «Vogliamo stringerci attorno ai valori di libertà e di democrazia». Chiara Bonotti, presidente dell’Anpi: «Abbiamo una bussola che ci indica la via, la Costituzione, seguiamola e non smarriremo la direzione. Una Repubblica democratica fondata sui valori dell’antifascismo»

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La cerimonia in piazza della Libertà a Macerata
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L’inizio della cerimonia in occasione della festa della Liberazione in piazza della Libertà

di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)

L’Inno d’Italia per iniziare, Bella Ciao per chiudere, al centro le parole dei relatori per celebrare l’anniversario numero 78 della Liberazione.

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Il sindaco Sandro Parcaroli e il prefetto Flavio Ferdani durante la deposizione della corona d’alloro

Appuntamento in piazza della Libertà questa mattina per la cerimonia che ha avuto il suo prologo con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento della Resistenza. Manifestazione partecipata, circa duecento i presenti e tra questi il sindaco Sandro Parcaroli, i consiglieri regionali Anna Menghi (Lega) e Romano Carancini (Pd), il prefetto Flavio Ferdani, il vescovo Nazzareno Marconi, diversi assessori e consiglieri comunali (Katiuscia Cassetta, Ulderico Orazi, Giordano Ripa, Stefania Monteverde, Marco Bravi, Francesco Luciani, Andrea Perticarari, Roberto Foresi, Roberto Cherubini e Roberto Spedaletti), il segretario provinciale del Pd Angelo Sciapichetti, l’ex parlamentare e presidente della Regione Adriano Ciaffi, il questore, i vertici delle forze dell’ordine, esponenti delle associazioni di volontariato e delle forze sindacali.

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L’intervento del sindaco Sandro Parcaroli

Ad aprire la serie degli interventi il sindaco Sandro Parcaroli: «Vogliamo stringerci attorno ai valori di libertà e di democrazia. Ci auguriamo che i valori del passato siano di insegnamento, in particolare alle giovani generazioni. Oggi nel cuore dell’Europa vediamo il ripetersi dei conflitti con l’uccisione di civili e purtroppo di bambini, questo ci fa capire che il percorso della pace tra i popoli è ancora lungo. Un ringraziamento per il mantenimento della memoria all’Anpi, all’Istituto della Resistenza e alle associazioni combattentistiche».

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Juri Meda

Il microfono passa al presidente dell’Istituto storico della Resistenza Juri Meda: «Liberazione e Resistenza, significato profondo di queste parole. Resistenti furono i partigiani sulle colline e sulle montagne, compirono una scelta, uniti dall’antifascismo. Tra di loro c’era anche Primo Boarelli, membro del primo consiglio provinciale eletto nel dopoguerra di cui ricorre il centenario della nascita. Italiani ma non solo, come slavi, etiopi, somali e eritrei che si unirono alle Resistenza, resisterono anche le staffette partigiane, tra loro Vanda Pagani di soli 16 anni, ma resistettero anche le donne contadine, resistettero gli internati militari rastrellati.

25Aprile_FF-29-325x217Resistettero i militari del Corpo italiano di liberazione, come i paracadutisti della Nembo uccisi a Macereto, il brigadiere Ernesto Bergamini passato per le armi a Pozzuolo di Camerino, resistettero don Felice Francalancia, don Nicola Rilli, don Mario Vincenzetti e don Enrico Pocognoni, fulgidi esempi del clero maceratese, pronti a mettere a repentaglio la propria vita per restare accanto alla popolazione civile colpita dalle feroci rappresaglie nazifasciste resistettero tutti insieme in un gigantesco sforzo corale elevandosi sopra la sordità inerte della massa. Liberazione è un processo non riferibile solo alle esigenze materiali, ma anche a quelle morali, come presupposto della rigenerazione morale di un Paese prono fino a quel momento del fascismo e che si era riscattato. Il 25 aprile è festa di un Paese tutto, di tutti noi».

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Marco Radici

Marco Radici, presidente dell’associazione combattenti e reduci: «La guerra di Liberazione dalla dittatura fascista è stata vinta solo grazie all’apporto di migliaia di soldati alleati, di carabinieri eroici. In 2735 non risposero all’appello dopo la Liberazione. Decisiva fu l’azione dei 250mila dell’Esercito belligerante italiano. La libertà non è gratis, il prezzo più alto da pagare lo versano civili e soldati, che le lacrime della storia annaffino allora i semi della consapevolezza perché la Costituzione ci dice che la difesa della patria è dovere sacro del cittadino. E’ nostro dovere patriottico ripudiare la guerra, conoscere e commemorare il sacrificio di militi e civili caduti che hanno servito il Paese in un travagliato percorso iniziato con il Risorgimento per un’Italia libera e repubblicana. Celebrare la Liberazione ci invita alla riconciliazione, ma non può esserci riconciliazione senza memoria».

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Sabina Tombesi, Chiara Bonotti e Stefania Monteverde

Chiara Bonotti, presidente dell’Anpi Macerata: «E’ facile, ora che sono passati 78 anni, da quel 1945, guardarsi indietro e farsi ingannare da confini meno distinti, colori meno forti e grigi più diffusi, ora che si sono spente le voci di chi il fascismo lo vide avanzare spavaldo nelle piazze, di chi ne portò le cicatrici…è facile lasciarsi convincere che non vi furono vittime e colpevoli e che le scelte, come le ideologie, ebbero tutte la stessa dignità. Invece basterebbe guardarsi intorno e ascoltare i luoghi che abitiamo quotidianamente per accorgerci che la storia non è stata coperta dal tempo ed è qui pronta a parlarci, qui vicino c’è via don Minzoni, di cui ricorre il centenario della morte, ci sono via Gramsci e via Matteotti.

25Aprile_FF-19-325x217Percorrere queste vie, anche in senso metaforico, ci porta oggi in questa piazza che nel suo nome contiene la più grande conquista che chi combatte il nazifascismo a prezzo della vita ci ha donato, la libertà. La storia mostra, insegna, indica la via ed è sotto attacco: spesso per modellare il presente si inizia dal passato, si usano parole ambigue per descrivere fenomeni che di ambiguo non avrebbero nulla ed è così che i partigiani smettono di essere combattenti per le libertà e diventano terroristi. Abbiamo però una bussola che ci indica la via, la Costituzione, seguiamola e non smarriremo la direzione. Una Repubblica democratica fondata sui valori dell’antifascismo».

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Angelo Sciapichetti

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Giordano Ripa e Marco Bravi

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Andrea Perticarari e Roberto Fabiani

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Il questore Antonio Trombadore, il prefetto Flavio Ferdani, il sindaco Sandro Parcaroli e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Nicola Candido, durante la cerimonia al monumento dei caduti

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Adriano Ciaffi

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Chiara Bonotti, Katiuscia Cassetta e Andrea Marchiori

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Ulderico Orazi

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