Fischi e proteste al convegno pro vita
«Aborto libero e sicuro» (Foto/Video)
E il caso finisce anche in Parlamento

MACERATA - Qualche decina di studenti alla biblioteca statale per contestare l'evento “Maternità in-attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza", patrocinato anche dalla Regione. Striscione sul tavolo dei relatori. Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra ha annunciato un'interrogazione ai ministri della Salute e dell'Università: «La forza del movimento femminista in Italia che non lascerà passare questa involuzione culturale oscurantista e pericolosa per tutte le donne»

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Le proteste all'inizio del convegno

Striscioni, cori, fischi e commenti ironici ad alta voce «per un aborto libero e sicuro». Questa la protesta di qualche decina di studenti e studentesse di Macerata questo pomeriggio alla biblioteca statale dove era in programma l’evento “Maternità in-attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza”, una due giorni in programma venerdì a Macerata e sabato a Loreto, organizzata in occasione della Giornata della salute della donna: tra gli organizzatori “Pro-Vita e Famiglia”, il Centro di aiuto alla vita di Loreto e la Federazione consultori familiari di ispirazione cristiana.

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Lo striscione in biblioteca

Già nei giorni scorsi l’iniziativa prolife, patrocinata dalla Regione Marche, aveva scatenato diverse polemiche tra cui quelle della deputata Irene Manzi. Poi oggi l’iniziativa del Collettivo Depangher i cui componenti si sono presentati all’evento e hanno fatto sentire la loro voce, prima dell’inizio del convegno stesso.
«L’aula era già piena di studenti ed era stata trasformata in uno spazio femminista. Una contestazione partecipata, colorata e durata circa un’ora che ha costretto i relatori a ritardare l’incontro, tra fischi, cori, coriandoli e slogan che rivendicavano il diritto ad un aborto libero e sicuro».

L’università degli studi di Macerata non ha concesso né il patrocinio, né lo spazio per il convegno: «L’ateneo – si legge in una nota –  in ossequio al suo ruolo di istituzione laica, pur nel rispetto delle posizioni di tutti, ha ritenuto che il convegno non rientrasse nelle proprie finalità formative, didattiche e scientifiche. Proprio per questo, non è stato mai contemplato il rilascio di crediti formativi e non si è ritenuto opportuno concedere la sede». I lavori infatti si sono svolti, non negli spazi dell’ateneo, ma in quelli della biblioteca statale, istituzione indipendente, con sede in un’ala distinta del palazzo in via Garibaldi». Comunque gli studenti hanno visto la scelta della sede come una “invasione di campo”: «L’associazione ultra cattolica ha comunque trovato un escamotage per intrufolarsi nei luoghi di formazione, ma la risposta di chi questi luoghi li vive quotidianamente è stata forte e determinata, dimostrando come queste associazioni non devono e non possono trovare alcuno spazio e legittimazione nella nostra città e nella nostra università. Dopo la contestazione il corpo studentesco si è riappropriato dell’università, rivendicando il diritto di autodeterminazione e autogestione, con un evento che proseguirà per il resto della giornata».

Proteste_ConvegnoAntiAborto_FF-8-325x217Dura anche la critica di Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra: «È davvero grave che tante autorevoli istituzioni, dalla Regione Marche ad ordini professionali, si siano prestate a patrocinare un convegno in cui una visione confessionale viene spacciata per formazione, per giunta con il riconoscimento di crediti professionali a chi lavora negli ospedali. Su quali basi scientifiche è basato il convegno? Verranno richiamate le linee guida internazionali dell’Oms sull’aborto che suggeriscono di tutelare la salute psicologica e fisica delle donne operando l’interruzione di gravidanza nel minor tempo possibile e con i metodi meno invasivi? Purtroppo siamo certe, visti i relatori, che non sia così è questo non è accettabile nemmeno dal punto di vista deontologico».

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Le proteste davanti alla relatrice Clara Ferranti, docente Unimc

La parlamentare richiama quindi il tema della necessaria laicità dello Stato sul tema: « Il disegno è chiaramente quello di rendere sempre più difficoltoso l’accesso ad un servizio come l’interruzione di gravidanza che è tutelato da una legge, la 194, purtroppo sempre più osteggiata. Ci conforta la forza del movimento femminista in Italia che non lascerà passare – conclude Piccolotti – questa involuzione culturale oscurantista e pericolosa per tutte le donne. Comunque il nostro gruppo parlamentare presenterà su questa vicenda un’interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Università».

(Redazione Cm)

(Foto e video Fabio Falcioni)


(Clicca qui per ascoltare la notizia)

«Evento anti abortista, è grave il patrocinio della Regione: Marche laboratorio dell’ultra-destra»

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Le proteste davanti alla relatrice

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