Dario Gattafoni in una foto con la sua amata moto Guzzi
di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Dentro la bara c’è anche un modellino della sua amata moto Guzzi, l’unica passione in grado di battere quella per il giornalismo e per la verità. La tristezza e il cordoglio per la morte di Dario Gattafoni fuori dalla chiesa di Santa Maria Apparente quasi si toccano con mano. Al funerale oggi pomeriggio sono arrivati colleghi giornalisti da tutta la regione e anche il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e il vice presidente Angelo Luigi Baiguini.
Perché Dario Gattafoni prima che presidente regionale dell’ordine dei giornalisti e della commissione nazionale ricorsi poi, prima ancora che un ottimo cronista, era una persona perbene e leale. Appassionata e scrupolosa. E la presenza così massiccia era un tributo dovuto ad un vincolo di riconoscenza e gratitudine. Non c’era collega che oggi non ricordasse qualcosa del proprio legame con Dario. E tutte le storie hanno come filo conduttore la sua capacità di essere un riferimento e una certezza. Da chi lo ha avuto come collega di scrivania negli anni al Messaggero e al Resto del Carlino, a chi lo ha intercettato sulla sua via per questioni legate all’Ordine. Tutti oggi ne rimpiangono la schiettezza, la lealtà, la puntigliosità e la precisione. Quella sua generosità unica nello spronare, nel concedersi per dare una mano, sempre e in qualunque circostanza. Ma era, soprattutto, un fuoriclasse. Un cronista di quelli che nascono per strada, là dove le cose accadono perché sennò non le puoi raccontare. E con questa “vecchia scuola”, quella che nel Maceratese nasce dal maestro Giancarlo Liuti, suo collega e amico scomparso tre anni fa (leggi l’articolo), ha tirato su generazioni di giornalisti.
E non le avrebbe mandate a dire neanche al parroco che per rispetto del “Mercoledì delle Ceneri” non ha consentito ad alcuni colleghi di ricordare, al termine della messa, tutto questo offrendo anche ai familiari, alla moglie, e alla figlia Sara, il conforto di un ricordo.
«Dario in tutti questi anni è stata una presenza importante per tutti noi – ci dice il presidente nazionale Carlo Bartoli arrivato da Roma – sia da presidente regionale che da consigliere nazionale. Un amico caro, prima ancora che un collega. Una persona competente e leale con una grandissima carica di simpatia e umanità. Per questo abbiamo voluto testimoniare alla famiglia e agli amici la nostra vicinanza e il nostro affetto. Lo ricorderemo al prossimo Consiglio nazionale e lo faremo con un sorriso. Lo stesso sorriso che ci ha regalato in tutti questi anni».
Ad omaggiarlo con un ricordo personale è l’attuale presidente dell’ordine delle Marche, Franco Elisei: «In poco tempo l’ordine delle Marche ha pianto tre persone care: Gianni Rossetti, Laura Fioravanti nostra segretaria, ed ora Dario Gattafoni. E’ un momento di profonda tristezza per tutti noi. Ci ha lasciato un amico e un collega di grande valore. Ha guidato l’ordine dei giornalisti delle Marche per diversi anni ed è stato presidente nazionale della commissione giuridica e, nell’ultima consiliatura, anche presidente della commissione ricorsi nazionale. È stato per me un punto di riferimento per la sua competenza e professionalità, ma anche per molti consiglieri nazionali. La presenza qui dei vertici nazionali dell’ordine lo testimonia. Caro Dario la tua esperienza è stata sempre preziosa in ogni occasione, studiavi con grande meticolosità tutte le pratiche, hai sostenuto battaglie in difesa della professione, mi sei stato di grandissimo aiuto anche in un’occasione in cui ero coinvolto in prima persona. Non lo dimenticherò. Ma per me eri anche un amico sincero, soprattutto leale, un amico straordinario senza secondi fini. Stavi lottando da tempo contro la malattia in modo molto riservato. Cercavi di tenere nascoste la tua sofferenza e le tue preoccupazioni. Oggi ci manca, mi manca un amico. Ti conserviamo nel cuore».
Dario Gattafoni, morto lunedì. Aveva 70 anni
Presente alla cerimonia anche Giovanna Paolone, la vedova della medaglia d’oro dell’Arma Sergio Piermanni legata a Dario da un ricordo drammatico e speciale: quando Piermanni fu assassinato da una banda criminale che sparò verso di lui i colpi di arma da fuoco che lo colpirono a morte il primo ad arrivare sul posto, il 18 maggio del 1977, fu proprio Dario Gattafoni che quell’episodio di cronaca lo raccontò con dovizia e responsabilità scrivendo una delle pagine degli annali del giornalismo locale. E anche con l’Associazione nazionale carabinieri in congedo il sodalizio e la collaborazione era proficua e rispettosa tanto che all’ultimo saluto ha preso parte anche il Generale Alessandro Gentili, grande amico di Dario che con lui ha condiviso il periodo in Accademia militare.
Al termine della messa la salma è stata condotta al cimitero di Civitanova Alta per la tumulazione.
Giornalismo in lutto, è morto Dario Gattafoni: ex presidente dell’Ordine
Giornalismo in lutto: addio a Giancarlo Liuti, una penna d’altri tempi
R. I. P
R.i.p
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati