Non accettavano la relazione della figlia con un ragazzo italiano, madre e padre di una 29enne finiscono sotto accusa per stalking: l’uomo oggi è stato condannato, in continuazione con una precedente sentenza (sempre legata alla volontà di contrastare la relazione della ragazza), a 2 anni e 8 mesi. Assolta la donna. La coppia era imputata al tribunale di Macerata davanti al giudice Daniela Bellesi.
L’accusa, sostenuta dal pm Francesca D’Arienzo, contestava alla coppia (lui 61 anni, lei 56) fatti che sarebbero avvenuti a Recanati dal giugno al settembre del 2017 con un ultimo episodio che risalirebbe al 5 ottobre di quell’anno.
Secondo l’accusa i genitori della ragazza, entrambi macedoni e mussulmani, non accettando la relazione della figlia con l’italiano, avrebbero minacciato e molestato il fidanzato della ragazza con continui e ripetuti appostamenti al bar pizzeria dove il giovane lavorava. Inoltre avrebbero fatto telefonate alla figlia dicendo anche che «per 300 o 400 euro si ammazza una persona».
In una occasione, continua l’accusa, la ragazza sarebbe stata inseguita da un’auto con a bordo il padre e un’altra persona. Inoltre, continua l’accusa, avrebbero minacciato i ragazzi dicendo «che la faccenda andava a finire male» e alla figlia «che viva o morta doveva tornare a casa». Il padre della ragazza è inoltre accusato, durante un incontro con i due ragazzi, di aver danneggiato il cellulare del fidanzato della figlia e di violenza privata per avere costretto la ragazza a non chiamare i carabinieri quando aveva rotto il telefonino. Nel corso del processo la ragazza, parte civile, assistita dall’avvocato Paolo Tartuferi, aveva riferito che i genitori erano anche andati in Macedonia per parlare con i maghi per far interrompere la relazione. Oggi il pm ha chiesto la condanna a 3 anni per l’imputato. Marito e moglie sono assistiti dall’avvocato Benedetta Tommasoni.
(Gian. Gin.)
*I nomi degli imputati vengono omessi a tutela delle parti offese
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