Enzo Mengoni
«Mancano camionisti, muratori, elettricisti, acconciatori o autoriparatori. Sono alcune delle figure professionali introvabili in Italia». Lo evidenzia uno studio Confartigianato, che sottolinea come nel 2022 le piccole imprese hanno avuto difficoltà a reperire 1.406.440 lavoratori in Italia, pari al 42,7% delle assunzioni previste. Quanto al livello locale, tra le province dove le imprese totali – artigiane e non artigiane – scontano maggiormente questa difficoltà (superando la media nazionale del 40,5%) troviamo Macerata con 46,7% di entrate difficili da reperire e Fermo con il 44,3. Impatto minore ma sempre importante per Ascoli Piceno, con il 39,9% di entrate difficili da reperire. Quindi, nel rapporto 2022 rispetto al 2021, Fermo cresce del +11,8%, Macerata del +10,1 e Ascoli Piceno dell’8,4 (media nazionale all’8,3%).
«Il divario tra domanda e offerta di lavoro delle imprese è importante – sottolinea Enzo Mengoni, presidente territoriale Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo -. Consideriamo poi che le imprese maceratesi prevedono la ricerca di 6.600 lavoratori per il primo trimestre 2023, le imprese ascolane 4.340 e quelle fermane 3.020. Una prospettiva che si scontra con il mercato del lavoro e la carenza organica di personale. Mancano professionisti specializzati, ma anche giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del lavoro in generale. Questo fenomeno si è sicuramente cronicizzato dopo il repentino crollo delle nascite, che si è accentuato a partire dagli anni Duemila: teniamo anche conto che nei prossimi trent’anni la popolazione in età da lavoro è prevista in diminuzione nelle Marche del 27,7%, sopra la media nazionale del 23,6. Anche la mobilità dei giovanissimi verso i paesi del Nord Europa (regioni con un più alto tenore di vita, quindi salariale) ha allargato la forbice. Ci sono sicuramente fattori educativi, con un gap tra scuola e mondo del lavoro sempre più da colmare. Per questo, la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. Notevole è l’impegno, nell’artigianato, ad investire su una contrattazione collettiva di qualità che, con l’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese, prevede anche importanti tutele di welfare bilaterale».
«Sarebbe auspicabile che il Governo incentivi gli strumenti a disposizione delle imprese per le assunzioni – continua Mengoni – Quanto all’apprendistato, pensiamo sia fondamentale rafforzare questi percorsi, sottolineando l’importanza della loro ambivalenza tra formazione e lavoro e tenendo però sempre presente un’adeguata retribuzione salariale. Ci rivolgiamo poi agli imprenditori: vero che per la maggior parte delle ditte artigiane esiste un rapporto quasi familiare tra datore e dipendente, ma – in generale – l’impresa deve investire e credere nel proprio personale, migliorando la propria politica di gestione. Infine, andrebbe valorizzata l’attrattività dei mestieri attraverso un percorso di riconoscimento pubblico, che evidenzi la bellezza e soprattutto l’importanza di queste occupazioni».
Meglio stare a casa con lrdc vero????
RDC
Dal prossimo agosto grazie a chi ha votato Giorgia saranno disponibili! A prezzi modici
Camillo Camelo Giorgia cambierà nome al reddito di cittadinanza, già hanno cominciato a dirlo, magna tranquillo. Vedi blocco navale, vedi la Geo Barents che sabato prossimo sbarcherà nuovamente ad Ancona 48 migranti (nonostante il dispetto di farli sbarcare il più lontano possibile dove governa la sinistra). Finora tanto stubbeto erogato giusto a chi ne ha bisogno.
Mario Bianchi infatti per adesso più che una leonessa è un agnellino il presidente del consiglio!
Se volete gente preparata e formata dovete pagarla adeguatamente altrimenti se ne vanno all' estero dove vengono premiati economicamente e socialmente, oppure cercate apprendisti con esperienza a basso costo ?
Il problema in Italia è l'apprendistato. In tanti posti prendono un apprendista dietro l'altro per pagarli di meno . In altri posti li prendono ma sono o giovani che non sanno quello che vogliono o svogliati o sono in età di apprendimento ma fanno quello fino quando non trovano un lavoro per quale hanno studiato o meglio pagato . Nel frattempo gente sopra 40 se non ha esperienza non li prende nessuno ma si lamentano che non trovano chi vuole lavorare. Anche ammesso che poi fare l'apprendista anche a 50 - 55 ani , quando hai una famiglia da mantenere come si fa quando si lavora a tempo pieno per un salario da apprendista part time . Se sei pure donna non ne parliamo. Quando il salario sarà giusto per quello che si fa vedrai che manodopera si trova ma fino che si cerca solo a spendere di meno ne il titolare ne l'operaio si impegnerà per formare manodopera di qualità e una volta finiti i pensionati indovinate che farà il made in Italy ?
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tutti laureandi a 37 anni e poi si lamentano che non c’è lavoro
il problema del lavoro,forse il principale tra quelli economici ma non meno tra quelli di altra natura,si fa a gara,con il coinvolgimento di tutti,ad impostarlo in termini del tutto sbagliati.E ne viene seriamente danneggiato lo stesso assetto democratico del Paese.Dovrebbe essere oggetto di massimo allarme.
Più che i professionisti specializzati mancano i lavoratori specializzati.