Porta la stand up comedy nelle Marche,
Chiara Becchimanzi: «La vostra ironia
è in sintonia con la mia»

L'INTERVISTA all'artista dopo la data di Montefano nel teatro La Rondinella gremito: «La prima parte dello spettacolo era sull'attività sessuale di ognuno di noi, però in un piccolo paese dove si conoscono tutti, erano un po' reticenti a condividere le loro esperienze. Ma giusto all’inizio, perché poi la platea si è decisamente sciolta»

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Chiara Becchimanzi sul palco del teatro La Rondinella

di Federico De Marco

«Durante uno spettacolo è capitato che un gruppo di persone mi volesse menare». Per capire che tipo è Chiara Becchimanzi non ci vuole molto. È una delle stand up comedians italiane più prolifiche e apprezzate dal pubblico. E ovviamente dice solo quello che pensa. Ma è anche attrice, autrice, regista, romanziera e progettista culturale. Dopo la data di sabato a Montefano, in un teatro gremito, replicherà mercoledì 15 febbraio “Al piano di sopra” di Matelica alle 22:30. «Lo spettacolo si chiama “Terapia di gruppo” e non ha nulla a che vedere con le mie competenze universitarie – spiega ridendo Chiara Becchimanzi – però conosco bene le dinamiche perché sono circondata da psicoterapeute. Anche io ho una formazione un po’ trasversale e la porto in comedy, nel senso che questa terapia di gruppo è con il pubblico, i partecipanti sono gli spettatori e le spettatrici. Lo spettacolo è totalmente improvvisato. Faccio una serie di domande al pubblico che poi sono tradotte in stimoli sui quali improvviso, attingendo anche dal mio ampio repertorio in base al sentimento della platea che ho di fronte».

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Lo spettacolo a Montefano

Parla di tutto senza problemi interagendo costantemente con il pubblico, così come deve essere la stand up comedy. Ha mai avuto disavventure?
«A dire il vero una sera mi è capitato che un gruppo di persone mi volesse menare. Per di più, durante la stessa serata, una persona della fazione politica che stavo criticando è insorta, si è alzata e si è messa a parlare con me. Un’altra volta un’insegnante di sostegno si è piccata perché non avevo enunciato correttamente la normativa che la riguardava. La gente a volte non capisce la necessità dell’ironia e di trovare il paradosso, che a volte vuol dire anche sintetizzare e omettere alcune informazioni ridondanti. Io ovviamente non mi lascio tangere da queste cose: espongo un punto di vista, quindi, di riflesso, è possibile che in sala ci sia qualcuno disposto a considerare punti di vista diversi dai suoi e qualcun altro no. È assolutamente accettabile. Però spesso capita anche che ci siano persone che vogliono interagire un po’ troppo e decidono che deve essere un dialogo tra me e loro. Mi diverto molto a trovare dei modi per arginare queste persone che comunque sono fantastiche perché mi danno un sacco di materiale».

chiara-becchimanzi-6-325x244E tra queste persone quante erano maceratesi?
«A Montefano solo una signora che è stata quieta per tutto lo spettacolo ma a un certo punto si è svegliata e voleva parlare con me. Mi interrompeva col vostro dialetto stupendo dicendomi la sua sull’argomento che stavo trattando. Peccato che fossi verso il finale, quindi ho dovuto usare un po’ di mestiere per recuperare il ritmo giusto e farle capire che doveva chetarsi, ma è stato molto divertente. Poi la prima parte dello spettacolo era sull’attività sessuale di ognuno di noi, però a Montefano, che è un piccolo paese dove si conoscono tutti, erano un po’ reticenti a condividere le loro esperienze. È una cosa che capita continuamente in tutti i piccoli paesi. Ma giusto all’inizio, perché poi la platea si è decisamente sciolta. In ogni caso ho trovato un calore pazzesco e un’accoglienza incredibile. Mi hanno fatto dei complimenti che mi vergogno di ripetere. C’erano anche dei bambini in sala, che di solito non dovrebbero esserci perché è uno spettacolo per adulti, ma nessuno dei genitori si è scandalizzato, anzi hanno pure apprezzato la parte relativa all’educazione sessuale. Io poi per indole non mi censuro mai, però li avviso prima e chiedo sempre se vogliono rimanere per evitare denunce (ride, ndr). Poi io adoro le Marche perché tutte le date sono sempre straordinarie. Ricordo quella a Potenza Picena, una serata bellissima. Penso che l’ironia marchigiana sia molto in sintonia con la mia».

chiara-becchimanzi-4-325x222Quindi pensa che si possa ridere di tutto?
«Certo, si può ridere di tutto. Ma non si deve per forza. Nel senso che è normale che non tutti possano ridere di tutto. Io però nel dubbio la battuta la faccio lo stesso».

La stand up comedy è relativamente giovane. In passato siamo stati invasi dai tormentoni, lei a chi si è ispirata?
«I miei riferimenti comici sono il Trio Marchesini-Lopez-Solenghi, la TV delle ragazze, Guzzanti e Proietti. Oltre che, naturalmente, il Teatro di Eduardo, i Monty Python…vabbè, smetto sennò sto qui fino a domani. Non ho mai apprezzato i tormentoni. Mi piaceva moltissimo Gioele Dix e ero un’addicted della Gialappa’s. Non ho mai pensato che la comicità da tormentone fosse adatta a me, non ho mai pensato di farlo. La mia formazione è teatrale, quindi ho cominciato con il teatro comico; poi, entrando in contatto con il gruppo Satiriasi ho scoperto la stand up, che è un linguaggio diverso. Però alla fine io quando sono sul palco faccio sempre come mi pare».

(Foto di Marco Bragaglia)

 

 



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