Gli operatori balneari Gabriele Micarelli, Mara Petrelli, Gianni Lorenzetti e Andrea Ruffini
di Laura Boccanera
Potrebbe essere l’ultima estate con gli chalet così come li conosciamo, quelli gestiti da decenni dalle stesse famiglie. Scadono infatti il 31 dicembre 2023 le concessioni demaniali, dopo di che verranno aggiudicati all’asta. Questo almeno secondo la direttiva europea Bolkenstein, nome che dal 2008 toglie il sonno agli chalet, compresi quelli marchigiani. E anche a Civitanova l’avvicinarsi di quel limite spaventa anche perché al momento non c’è chiarezza su nulla. Il tentativo è quello di andare al confronto col Governo affinché le concessioni demaniali vengano sottratte dalla direttiva servizi, impresa ardua e a rischio infrazione per l’Italia tanto che anche all’interno della stessa maggioranza non c’è compattezza di vedute fra i partiti.
Gianni Lorenzetti La Bussola
E nel frattempo questo limbo provoca l’agitazione nel settore e la mancanza di investimenti: «La paura è molta – commenta Gianni Lorenzetti dello chalet La Bussola – per ora sappiamo che faremo questa stagione e poi dovremmo andare a bando, anche se ci dicono che probabilmente, causa tempi tecnici delle aste ci ritroveremo anche per l’estate 2024 con le concessioni ancora in mano. Fatto sta che siamo nel limbo e si susseguono notizie a volte confortanti che poi si rivelano invece tutto il contrario. Ad esempio sembrava che il Portogallo avesse trovato una strategia percorribile proponendo la prelazione e invece è notizia di queste ore che non è possibile. Sicuramente questa incertezza blocca gli investimenti, noi volevamo rifare gli arredi, ma non faremo nulla. Di conseguenza tutto il settore ne risente».
Gabriele Micarelli
Diversa la posizione di Gabriele Micarelli di Cazza La Randa sul lungomare sud che gestisce lo chalet ma non è il titolare della concessione: «Ci sono posizioni diverse ovviamente fra chi la concessione ce l’ha e chi come me la gestisce. I primi rischiano davvero di perdere tutto, ma questa instabilità dal punto di vista imprenditoriale è devastante per tutti. C’è chi ha fatto milioni di investimenti perché inizialmente la proroga era stata fissata al 2033. E’ ben diverso avere davanti 10 anni per ammortizzare la spesa piuttosto che un solo anno. Anche noi ci stiamo interrogando se investire in servizi al cliente o rimanere fermi. Volevamo mettere il fotovoltaico con un investimento da 50 a 70 mila euro, ma è evidente che a queste condizioni è impensabile». E sulla questione aste aggiunge: «Mah potrei pure essere favorevole alle aste, ma a condizioni chiare, trasparenti, non con una scadenza a 5 anni e soprattutto, non a base europea, ma solo italiana. Mi si deve spiegare perché un austriaco o un tedesco deve venire a gestire un bene che è paesaggistico e proprio dell’Italia, così come della Spagna o della Francia. E non è una questione solo dei balneari: sto notando l’astio dell’opinione pubblica rispetto a questo tema, ma la verità è che se ci fermiamo si blocca un settore, dalla ristorazione alle aziende che producono lettini, ombrelloni, oltre all’occupazione. Come si può assumere a tempo indeterminato se poi non abbiamo sicurezza dell’investimento?».
Mara Petrelli – Lido Cristallo
«Siamo in stand by – aggiunge Mara Petrelli dell’Abat – ci aspettiamo che il governo ci faccia uscire dalla Bolkenstein, per noi le condizioni ci sono. Se andassimo a gara viene meno per noi la possibilità di vincerla, entrerebbero in gioco le grosse multinazionali che acquisterebbero chilometri interi di litorale e, in breve, faremmo la fine della Grecia. Per noi lavorare così è impossibile, ovviamente ci stiamo riorganizzando per la stagione col minimo degli investimenti, ma non è bello lavorare pensando che sarà l’ultima stagione».
Nessuna trattativa, solo l’uscita dalla Bolkenstein può essere la soluzione anche per Andrea Ruffini, che oltre che concessionario di spiaggia dello chalet Antonio sul lungomare sud è anche consigliere comunale di Fratelli d’Italia e referente per le Marche del movimento “Adesso basta”: «per noi accettare soluzioni differenti dall’uscita dei balneari dalla direttiva servizi è sbagliato, abbiamo chiesto un incontro al governo per l’8 febbraio -spiega – e poi va fatta la famosa mappatura, in tutta Italia ci sono 160mila chilometri di spiaggia che possono essere messi a bando». Ruffini sottolinea poi anche la spaccatura interna alla maggioranza di governo: «Lega e Forza Italia proponevano un emendamento con una proroga di 12 mesi per l’attuazione del decreto attuativo del governo Draghi, quindi un allungamento della proroga dei termini per la riforma del settore (fino al 31 dicembre 2025, quindi di due anni) mentre quello presentato da Fratelli d’Italia prevede la volontà di uscire dalla Bolkenstein».
Andrea Ruffini
Nessuna proroga.
Già sarebbe un successo adeguare i canoni demaniali ridicoli all'era moderna visto che sono fermi al medioevo...
Importante che nn fate come i Benzinai altrimenti Vi faranno mettere un Cartello
Sto con i balneari. Le multinazionali hanno il lusso di avere fondi di investimento alle spalle ed enormi capitali che gli consentono persino di lavorare in perdita per 5 o 10 anni, per poi avere asset da capitalizzare in borsa e massacrare con un cartello de facto quello che è un servizio variegato e ad oggi accessibile a tutti (anche economicamente).
In Francia scendono in strada e protestano in Italia si cerca un incontro con politici "marionette"
Sono contenta,li avete votati e ora ve li tenete!
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Uscire dalla Direttiva Bolkenstein con conseguente adeguamento dei canoni demaniali è l’unica strada percorribile e la Premier è assai sensibile a questa tematica che coinvolge decine di migliaia di famiglie italiane. Daltronde non vi sarebbe competizione sulle aste poichè al di là delle multinazionali a matrice russa o araba , dalle possibilità economiche illimitate , la malavita organizzata investirebbe capitali ingentissimi per accaparrarsi fonti si sicuro riciclaggio. Sto co i balneari senza SE e senza MA.
Le multinazzzionali (con tre zeta) non acquisterebbero nulla, perchè le spiagge sono del demanio e quindi non vendibili.
Nel frattempo qualcuno le occupa da padrone da decenni pagando a noi cittadini, veri proprietari, un canone risibile.
Per fortuna le spiagge croate sono vicine.
Nessuno ha parlato o scritto di multinazionali che ” acquisterebbero ” bensì semplicemente di ” accaparramento ” delle concessioni da parte di multinazionali del turismo o consorterie criminali. Concetto giuridico ben diverso quindi tanto che nessuno oggi occupa ” da padrone ” poichè le concessioni hanno un termine e proprio su questo termine – originariamente al 2033 – tutti i concessionari avevano investito centinaia di migliaia di euro per rinnovarle ed implementarle. Ora perderebbero tutto senza indennizzo alcuno. Il concetto ” il demanio è tutti” cozza con quello di canone demaniale imposto per utilizzare : i concessionari versano ciò che la Legge ha stabilito. L’invidia , in casi come questo , o peggio , il livore classista , dovrebbero restare chiusi nella psiche poichè si parla di centinaia di migliaia di italiani che vivono di questo e che non sono soltanto Briatore o Santachè. Che pure versano quanto loro richiesto e non avranno difficoltà alcuna a versare dieci-venti volte tanto dal 2024. AMEN