Alessandro Gentilucci
di Monia Orazi
Si trascina ormai dal 2017 la questione dell’uscita del Comune di Camerino dalla società Valli Varanensi, che gestiva il servizio idrico prima dell’affidamento all’Assm di Tolentino. Si tratta di una società partecipata dall’Unione montana Marca di Camerino, presieduta da Alessandro Gentilucci sindaco di Pieve Torina, di recente eletto presidente dell’Aato 3 di Macerata, a cui fa capo la gestione del servizio idrico integrato.
Una questione che non è stata risolta dalle due amministrazioni comunali di Camerino, guidate rispettivamente da Gianluca Pasqui prima e da Sandro Sborgia poi, che ora è stata trattata dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Roberto Lucarelli, che si è espressa a favore dell’uscita dalla società.
Valli Varanensi prima gestiva il servizio idrico per Camerino, da qualche anno affidato all’Assm. Attualmente Valli Varanensi lo gestisce solo per i Comuni di Pieve Torina, Muccia, Serravalle. La società resta operativa, pur non avendo dipendenti ed avendo un solo euro di fatturato nel 2020, per gestire l’acquedotto dell’Acquasanta, dell’Unione montana di Camerino, come deciso nel marzo 2021 dal consiglio dell’ente montano. Risulta un solo amministratore. Il fatturato medio tra il 2019 ed il 2021 è stato indicato in 440 euro, in un euro per il 2020, per 371 euro nel 2019, per 3500 euro nel 2018, 16 euro nel 2017, 13mila 756 euro nel 2016. Per quanto riguarda il risultato di esercizio per il 2021 è stato di 658 euro, negativo per 402 euro nel 2020, di soli 25 euro nel 2019, di 30 euro nel 2018, negativo per 1894 euro nel 2017, negativo per 129.985 euro nel 2016.
GENTILUCCI PRESIDENTE AATO, RICHIESTA PARERE CONFLITTO DI INTERESSI – Gentilucci come presidente Aato è entrato in carica da ieri 29 gennaio, in quanto la delibera dell’assemblea Aato del 14 dicembre con cui è stato eletto, è stata dichiarata esecutiva secondo i termini previsti dal testo unico degli enti locali. Alcuni comuni avevano espresso riserve sulla legittimità della sua nomina relativamente ad un possibile conflitto di interessi, dovuto al fatto che ricopre il ruolo di vicepresidente del Parco dei Sibillini, ente che si oppone alla richiesta dell’Aato di effettuare un maggiore prelievo di acqua dalla sorgente di San Chiodo, nel territorio di Castelsantangelo, per completare la portata dell’acquedotto del Nera. Su questo aspetto si erano espressi in maniera critica i rappresentanti dei comuni di Apiro, Osimo e Castelfidardo, mentre Recanati aveva sottolineato la mancanza di opportunità del voto della Provincia, che avendo la quota del 4 percento dell’Aato di solito non partecipa al voto, i rappresentanti di alcuni comuni erano usciti dall’assemblea al momento del voto. E’ stata presentata dall’Aato 3 la richiesta di un parere all’Anac sulla presunta incompatibilità della nomina di Gentilucci come presidente, richiesta presentata al direttore Massimo Principi ed al segretario dell’Aato, dal rappresentante del comune di Fiuminata, che aveva proposto la mozione di voto per Gentilucci, eletto con il voto favorevole del 55,2 per cento delle quote rappresentate dai Comuni presenti all’atto del voto. Qualora il parere dell’Anac ritenesse fondata l’incompatibilità di Gentilucci, si rischierebbe la stessa situazione già vista per il Cosmari con il presidente Giuseppe Pezzanesi dichiarato decaduto. Quella del Cosmari è una questione tuttora aperta, si attende l’udienza al Tar in primavera.
L’ultimo decreto del presidente a fine anno è stato firmato dal vicepresidente Paolo Stella, consigliere comunale di Fiuminata, nel ruolo di presidente facente funzione. Riguarda la proroga dal primo gennaio al 30 giugno dell’incarico di segretario dell’ente Alessandro Valentini, segretario comunale del Comune di Matelica. La responsabile del servizio finanziario dell’Aato 3 è Chiara Marsili, ex dipendente del Comune di Pioraco, ora responsabile del servizio finanziario dell’Unione montana Marca di Camerino, che dal 2021 collabora con l’Aato 3. L’elezione di Gentilucci è legata a due punti programmatici, l’individuazione di un gestore unitario del servizio idrico entro il 2025, come previsto dalla legge e l’incremento della captazione della sorgente di San Chiodo a Castelsantangelo, per completare la funzionalità dell’acquedotto del Nera, come si legge nella delibera di assemblea del 14 dicembre scorso: «Porre in essere atti concreti ed immediati per giungere al nuovo affidamento del servizio in house nell’Aato 3 in maniera conforme alla normativa vigente (gestore unico) nel rispetto delle scadenze di legge tramite una società consortile in continuità con le attuali al fine di non arrecare pregiudizio alle aziende operative sul territorio; operare tramite impegni politici ed amministrativi per consentire il più celere completamento dell’acquedotto del Nera anche tramite l’incremento dell’attingimento di acqua dalla sorgente di San Chiodo in maniera coerente con la progettazione e, più in generale, orientare gli investimenti dei gestori verso strategie di intervento tese a ridurre progressivamente le perdite di acqua nelle reti idriche».
Il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli
LA QUESTIONE VALLI VARANENSI – La novità è che l’amministrazione Lucarelli ha deciso di utilizzare il diritto di recesso, se non si riuscirà a cedere le quote che l’ente possiede di Valli Varanensi, per cui ha una partecipazione del 3,62 per cento, a titolo oneroso, come annunciato dall’assessore Erika Cervelli. In consiglio comunale il capogruppo di minoranza Camerino RipartiAmo Sandro Sborgia, ha detto che prima di vendere le quote comunali andrebbe stabilito il prezzo di cessione. Sborgia ha sottolineato come il valore dell’acquedotto dell’Acquasanta, inserito nel bilancio dell’Unione montana sia di 2 milioni e mezzo di euro, concesso in uso a Valli Varanensi senza manifestazione di interesse e che dovrebbe essere messa a gara la concessione dell’acquedotto, che avrebbe potuto essere acquisita anche da Assm.
La consigliera di minoranza Lucia Jajani ha spiegato che Valli Varanensi è una società non operativa che ha solo pagato spese, che non pubblica i bilanci dal 2015 e non ha un revisore dei conti in carica, elementi che dovrebbero indurre i soci ad approfondire. Dal bilancio 2020 risulta un patrimonio di oltre 21 milioni di euro, secondo Jajani prima di liquidare le quote si deve capire se basarsi sul patrimonio netto, oppure sul capitale sociale di circa 10mila euro. Il sindaco Roberto Lucarelli ha ribadito che il servizio idrico è stato affidato da Unidra alle diverse società esistenti in provincia di Macerata in house, fino al 2025, per questo non è prevista la gara. Ha ribadito che il Comune di Camerino avrebbe dovuto già essere uscito dalla società ad un prezzo che sarebbe già stato stabilito. L’assessore Stefano Falcioni ha parlato di teatrino su una questione vecchia, aggiungendo che l’unica novità è che il Comune può esercitare il diritto di recesso e che per le questioni relative alle quote di cessione, occorre fare riferimento al codice civile.
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