Il consiglio di San Severino
L’Amministrazione comunale di San Severino conferma le aliquote Imu e quelle dell’addizione Irpef, anche per tutto il 2023. La decisione è stata ratificata nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale.
«Per quanto riguarda l’Imu – dice l’amministrazione – le aliquote e le detrazioni applicate saranno le stesse dello scorso anno». Aliquota ordinaria: 1,06%; abitazione principale classificata nelle categorie catastali A1, A8 e A9 e relative pertinenze: aliquota 0,60%; fabbricati rurali ad uso strumentale: nessuna aliquota; fabbricati classificati nel gruppo catastale D, ad eccezione della categoria D10: aliquota 0,96%. «Sono previste – continua l’amministrazione – riduzioni di aliquote legate al livello di prestazione energetiche degli immobili, al numero dei figli, alla residenza all’estero. Viene confermata per tutte le tipologie di immobili una riduzione delle aliquote nella misura ed in presenza delle seguenti caratteristiche: 0,05 punti percentuali per edifici o unità immobiliari con prestazione energetica globale corrispondente alla classe C; 0,1 punto percentuale per edifici o unità immobiliari con prestazione energetica globale corrispondente alla classe B; 0,15 punti percentuali per edifici o unità immobiliari con prestazione energetica globale corrispondente alla classe A o A+. Restano inoltre: – la riduzione al 76% dell’imposta calcolata ad aliquota ordinaria per l’unica abitazione posseduta da cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Aire, privi dei requisiti per cui la stessa venga considerata abitazione principale a condizione che l’immobile non risulti locato o dato in comodato d’uso; per le abitazioni principali la detrazione di euro 200; per le abitazioni principali l’ulteriore detrazione di euro 50 per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni, fino ad un massimo di 8 figli. Dal 2022 non sono più soggetti ad Imu i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati. I terreni agricoli nel territorio comunale, infine, sono esenti dall’Imu in quanto ricadenti in aree montane o di collina delimitate».
Per l’Irpef, invece, viene mantenuta l’articolazione di aliquote: redditi fino a 15mila euro, aliquota 0,60%; redditi oltre i 15mila e fino a 28mila, aliquota 0,75%; redditi oltre i 28mila e fino a ai 50mila euro, aliquota 0,78%; redditi oltre i 50mila euro, aliquota 0,79%.
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Pe fortuna che i sindaci dei Comuni italiani: dal primo gennaio 1948 sono obbligati a giurare fedeltà alla Repubblica Italiana e di osservare la Costituzione. Allora: ci spiegassero: nonostante la Carta Costituzionale non li obbliga a fare i ladri per conto terzi cioè per coloro che in parlamento da ben 74 anni stracciano, e deturpano la Costituzione scritta con il sangue di coloro che hanno dato la vita per la nostra libertà, ci impongono a rispettare leggi incostituzionali come le addizionali comunali IRPEF e il famigerato IMU. L’IRPEF: lo pachiamo con la denuncia dei redditi come sancisce l’art. 53 Cost. E’ assurdo che si debba pagare una quota separatamente come se ai comuni fosse sufficiente la quota addizionale per i servizi della loro comunità senza altri finanziamenti da parte dello stato. L’IMU è una gabella sulla proprietà privata, qualunque essa sia, per diritto costituzionale, se è legittima secondo i modi di acquisto non si può tassare perché è riconosciuta e garantita dalla legge art. 42 Cost. Se non è legittima non si può tassare ugualmente perché interviene il codice penale per confiscarla. Sindaci: prima di essere sindaci siate uomini, se non volete che il vostro onore continui ad andare all’ammasso.