«Archivio storico abbandonato»
Interrogazione di Roberto Mancini

CIVITANOVA - Il consigliere di Dipende da noi punta il faro sullo stato di conservazione dei documenti contenuti nell'archivio della città e chiede un intervento immediato dell'amministrazione: «Un migliaio di antichi volumi dal 1400 in poi giacciono in condizioni inadeguate nei sotterranei di casa Annibal Caro. Dal 2018 non c'è personale adeguato che se ne prenda cura»

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Roberto Mancini, consigliere comunale e leader del movimento Dipende d Noi

Archivio storico, il consigliere di minoranza Roberto Mancini presenta un’interrogazione per sapere che tipo di sviluppo il comune intende dare al patrimonio di documenti storici conservati a Civitanova Alta.

«Si tratta infatti di documenti preziosi per salvaguardare la memoria della città e del suo territorio – dichiara Mancini – un migliaio di antichi volumi dal 1400 in poi, manoscritti e pergamene risalenti anche al XIII secolo, che giacciono in condizioni inadeguate nei sotterranei di casa Annibal Caro, stipati su scaffalature metalliche in stanze anguste e umide, esposti alla polvere e agli insetti che si nutrono di carta. Dal 2008 l’Archivio non ha personale qualificato che se ne prenda cura,  dal 2018 in poi, prevedendo un rimborso-spese forfettario annuo massimo 1000 euro necessario per la parziale copertura delle spese sostenute dall’Associ per le 2 ore di apertura. Il tempo della consultazione è del tutto insufficiente per chi volesse usufruire di questo patrimonio».

«Bisogna agire tempestivamente – continua il leader di Dipende da noi – senza attendere né l’inesorabile rovina dei documenti, né un ulteriore sopralluogo della Soprintendenza o dell’archivio di Macerata, con il rischio di trasferimento in altra sede, che segnerebbe per Civitanova la perdita di questa fondamentale risorsa storica e culturale». Secondo Mancini è necessario un lavoro di riordino, inventario e catalogazione dell’archivio e un elenco digitale delle opere custodite. «Nell’archivio ci sono testi di Annibal Caro, pubblicati nel Seicento e nel Settecento – prosegue – che potrebbero costituire il nucleo di una biblioteca della città alta. Vogliamo capire come l’amministrazione intende provvedere a destinare personale qualificato e retribuito all’archivio storico, se intende collocarlo in una sede più adeguata e provvedere alla digitalizzazione reperendo le risorse necessarie attingendo ai diversi bandi pubblici».



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