Matteo Francia è Daniele
in “Sette spose per sette fratelli”:
«Una chance presa al volo»

SPETTACOLO - Il giovane attore di San Ginesio, partito dal Centro teatrale Sangallo di Tolentino, si sta facendo conoscere in tutta Italia e torna a recitare nelle Marche, nel cast del musical che ha come protagonista Diana Del Bufalo. Sarà in scena da 25 al 27 novembre al teatro Le Muse

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Matteo Francia

di Mattia Nepa

«Anche quando tutto sembra difficile può sempre presentarsi la chance da non farsi sfuggire». Matteo Francia lo sa bene e la sua occasione l’ha presa al volo.

Il 25enne marchigiano, infatti, è in tour in tutta Italia con il musical “Sette Spose per Sette Fratelli” con Diana Del Bufalo e Baz, con la regia di Luciano Cannito e la direzione musicale di Beppe Vessicchio e si esibirà al teatro Le Muse ad Ancona dal 25 al 27 novembre nei panni di Daniele, uno dei sette fratelli. 

Il giovane attore nasce a Macerata e cresce a San Ginesio, città intitolata al patrono degli artisti e degli attori. Fin da piccolo si avvicina al teatro musicale frequentando il “Centro Teatrale San Gallo” di Tolentino diretto da Saverio Marconi e nel 2016 viene ammesso alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna, diretta da Shawna Farrell, diplomandosi con successo nel 2019. Dal 2018 in poi, Matteo, entra a far parte di molti cast ed interpreta vari personaggi tra cui ricordiamo: Billy Flynn in “Chicago” con la regia di Saverio Marconi, Snowboy in “West Side Story” con la regia di Gianni Marras e Karl il gigante nel musical “Big Fish” sempre diretto da Saverio Marconi.

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Matteo Francia

 

Come è nato il suo interesse per lo spettacolo?

«La mia passione per il teatro e per lo spettacolo nasce fondamentalmente dal nulla, in modo piuttosto casuale ma soprattutto spontaneo. È una cosa che mi ha trasportato da sempre, già dalle scuole elementari, come se fosse la manifestazione naturale di qualcosa che avevo dentro. Ho ricordi piacevolissimi di quel periodo, perché mi avvicinavo per la prima volta a questo fantastico mondo. Proprio alle elementari venivano messe in atto le prime recite, dove cominciavo a divertirmi e man mano notavo sempre di più una certa predisposizione. Imparavo a memoria il copione nel giro di poco tempo ed iniziava a piacermi maggiormente recitare. Ricordo ancora – racconta Matteo – quando costringevo i miei poveri vicini di casa a fare delle recite, non dimenticherò mai quei momenti. Da piccolo, poi, diciamo che ho provato varie discipline, tra le quali la danza, senza mai trovare la giusta strada, fin quando non sono venuto a conoscenza del “Centro Teatrale San Gallo” di Tolentino, dove ho iniziato a studiare canto, danza e recitazione. Avevo ciò che faceva per me vicino casa, era l’occasione che aspettavo e che volevo».

 

Le è capitato di interpretare personaggi lontani dalla sua personalità?

«Sì, assolutamente. Nelle prime fasi, all’accademia di Bologna, capitava spesso di interpretare il ruolo del “cattivo”. Naturalmente i ruoli lontani dalla propria personalità sono i più difficili da impersonare ma allo stesso tempo sono quelli che ti arricchiscono di più, non ti fermi all’essere te stesso, vai più a fondo. Essendo poi una persona che vede il buono in tutto, è ancora più difficile, ma il bello di questo lavoro è anche questo, riuscire a portare a termine qualcosa che sembra all’apparenza complicato. Bisogna inoltre dire che non ci sono solo ruoli complessi o lontani dalla personalità ma esistono anche dei ruoli difficili da un punto di vista tecnico.

Matteo-Francia-4-300x400Nel 2018, durante la scuola, – continua Matteo – firmavo il mio primo contratto con la Compagnia della Rancia nel musical “Big Fish” diretto da Saverio Marconi, il fondatore del “Centro teatrale San Gallo”, interpretando il ruolo di Karl il gigante. Ero alla mia prima vera esperienza e avevo solamente un mese di tempo per imparare ad andare sui trampoli; ricordo fu difficilissimo ma alla fine tutto andò nel migliore dei modi e fu un’emozione unica».

Con lo spettacolo “7 spose per 7 fratelli” ritorna ad esibirsi nelle Marche. Fa sempre un certo effetto recitare davanti al pubblico di “casa”?

«Tornare nella mia regione, nei luoghi dove tutto è cominciato, è sempre una grandissima emozione. È la seconda volta che rientro nelle Marche nei panni di attore, dopo il 2018 con “Big Fish” al teatro Vaccaj. In quella occasione ero ancora un “bambino”, avevo solamente 20 anni, ero nel pieno della fase di formazione ma ricordo perfettamente l’emozione che provai nel recitare, possiamo dire, a “casa”. Oltretutto era un grandissimo evento poiché era la riapertura del teatro di Tolentino dopo l’incendio che lo ha colpito nel 2008. Il cast era nuovo e io mi ritrovavo in mezzo a dei colossi del musical italiano, come Giampiero Ingrassia, Francesca Taverni e molti altri. Inoltre mi fa sempre un certo effetto vedere la gente del mio paese che acquista i biglietti. Rivedere quelle persone ai miei spettacoli dopo tanto tempo mi riempie il cuore di gioia».

Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo dello spettacolo?

«Innanzitutto devono esserci una volontà e una passione molto forti, come in tutto, del resto. Il sogno di chiunque è quello di poter fare un mestiere che si ama, nei suoi pregi e nei suoi difetti, ma dipende tutto da noi. Siamo noi stessi -precisa Matteo – a decidere se volerci svegliare col sorriso oppure no. Quest’estate, per esempio, ero senza lavoro per l’inverno, non mi sono demoralizzato, non mi sono arreso e difatti si è presentata questa occasione, un’occasione unica. Il consiglio che posso dare è quello di non mollare mai, di credere nei propri sogni perché anche quando tutto sembra difficile può sempre presentarsi la chance da non farsi sfuggire».

 

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