«Struttura sanitaria senza autorizzazione,
il Comune si è mosso in ritardo»

POTENZA PICENA - L'attacco del Pd all'amministrazione comunale dopo un'ispezione dell'Asur: «Come mai ha tenuto la pratica nel cassetto ed è rimasto così a lungo inerte omettendo di assumere i provvedimenti richiesti?»

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Stefano Dall’Aglio

«Faremo ulteriori approfondimenti e vigileremo nell’interesse dei cittadini affinché il Comune, almeno da qui in avanti, agisca in modo doverosamente sollecito, con trasparenza, linearità e imparzialità, senza condizionamenti, indulgenze o accondiscendenze. Come si conviene ad una amministrazione comunale seria». E’ l’avvertimento che arriva alla giunta di Potenza Picena dal Pd. Il caso è quello di una struttura sanitaria privata.

«Lo scorso 2 novembre il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale Enrico Garofolo  – spiega il segretario locale dei dem Stefano Dall’Aglio – formulava al Comune la richiesta della documentazione relativa ad atti, verbali e provvedimenti dell’autorità sanitaria relativi a strutture sanitarie operanti nel territorio. Dopo vari e vani tentativi di ottenere tale documentazione, e superati incomprensibili e ingiustificabili ostacoli e resistenze al rilascio della stessa, finalmente il 18 novembre tale documentazione viene consegnata. Dalla documentazione si rileva che il giorno 3 ottobre 2022 era stata effettuata una verifica ispettiva in una struttura sanitaria privata e che a precisa richiesta degli ispettori essa non aveva consegnato la documentazione comprovante l’autorizzazione prevista per strutture che erogassero servizi della tipologia presente nella struttura ispezionata. A seguito di questo fatto sconcertante il 14 ottobre 2022 il Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria regionale comunicava al Comune, al fine di dare seguito ai conseguenti provvedimenti, l’esito della verifica. Alla comunicazione era allegato il relativo verbale, consegnato anche all’azienda interessata, con il quale le si intimava di presentare entro 3 giorni le autorizzazioni all’esercizio dell’attività. A questa richiesta la struttura sanitaria privata non fornisce a tutt’oggi il benché minimo riscontro, né esibendo le previste autorizzazioni, né presentando una nota giustificativa».

«Il Comune, al quale il Dipartimento di prevenzione si era rivolto perché adottasse i conseguenti provvedimenti, – continua Dall’Aglio – resta sorprendentemente e inspiegabilmente fermo per un mese, quando, proprio in concomitanza con le insistenze del gruppo pd per ottenere la documentazione, qualcosa comincia a muoversi. In effetti proprio il giorno prima della consegna della documentazione al consigliere Garofolo, parte dal comune una diffida all’azienda privata con la quale si chiede, pena la sospensione dell’attività, di fornire una serie di documenti. A questo punto ci domandiamo: come mai il Comune ha tenuto la pratica nel cassetto ed è rimasto così a lungo inerte omettendo di assumere i provvedimenti richiesti in presenza di una attività sanitaria esercitata senza autorizzazione, vista la delicatezza della questione e i rischi per le persone connessi a tale attività? Come mai oltre un mese dopo aver avuto notizia del fatto il comune si limita a chiedere della documentazione quando il verbale dell’Asur di un mese prima prevedeva un termine perentorio di 3 giorni al privato per esibire le autorizzazioni all’esercizio dell’attività? Perché il Comune non ha assunto alcun provvedimento cautelare consentendo la prosecuzione di una attività sanitaria senza autorizzazione, di fatto adottando un comportamento in apparente contrasto con la normativa vigente che affida agli enti locali la responsabilità di autorizzare, sospendere o inibire le attività sanitarie private non autorizzate? Sono previste sanzioni in relazione agli addebiti contestati all’attività sanitaria privata e quali iniziative sono state adottate in tale senso?».



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