Antichi resti romani
di Monia Orazi
Un uomo fatto a pezzi nascosto nel condotto fognario delle antiche terme romane di Matelica è la testimonianza di un antico delitto, compiuto tra il Cinquecento ed il Seicento dopo Cristo. Un omicidio brutale e rimasto irrisolto, venuto alla luce a causa di un evento imprevisto. E’ una delle scoperte che ieri ha fatto chi ha partecipato al tour guidato da Matteo Parrini, uno storico che da anni raccoglie e tramanda gli antichi misteri di Matelica. Di quel delitto si scoprì nel 1983 quando per l’incuria del tempo, le infiltrazioni d’acqua, crollò la parte del soffitto del teatro Piermarini di Matelica sopra il palcoscenico, le cosiddette quinte teatrali, tra le più profonde della zona in rapporto al resto dell’edificio, realizzato dallo stesso architetto da cui prende il nome, progettista della Scala di Milano.
Era l’unica parte del soffitto su cui non si era mai intervenuti e l’amministrazione comunale del tempo corse ai ripari, senza sapere che avrebbe portato alla luce una testimonianza inaspettata del passato della città romana di Mathilica, le terme romane.
Il Globo
Si decise all’epoca non solo di consolidare il soffitto, rendendolo sicuro e pronto a sfidare il tempo, ma di scavare sotto il palcoscenico per ampliare lo spazio necessario ad ospitare un’orchestra, che allora non era previsto.
Quando iniziarono i lavori nella zona sottostante il palco comparve un muro, coloro che lo videro strizzarono gli occhi: era indubbia la sua provenienza di epoca romana.
Gli scavi proseguirono con grande attenzione e vennero fuori i resti delle antiche terme romane, tutt’oggi ammirabili sotto al palco del teatro. Sono ancora visibili i resti del calidarium, con due antichi camini per bruciare legna e scaldare l’acqua, una vasca grande integra, una più piccola laterale, non si sa ancora se destinata a bagnarsi solo i piedi o ai bambini. Nella parte sud delle terme spicca il condotto fognario, che doveva servire per lo smaltimento delle acque reflue.
Proprio qua durante gli scavi furono trovati resti di ossa umane. L’esame approfondito ha permesso di appurare che si trattava di un uomo fatto a pezzi, dunque con ogni probabilità ucciso e poi nascosto nella condotta, dove sarebbe rimasto sepolto, se non si fosse verificato l’imprevisto del crollo del soffitto.
Nel Cinquecento, Seicento dopo Cristo Matelica era ormai cristiana e l’uso delle terme, consueto nel periodo romano, era ormai stato abbandonato. Secondo una possibile ricostruzione dei fatti, qualcuno si volle sbarazzare del corpo, facendolo a pezzi e seppellendolo nel vecchio condotto delle terme ormai abbandonate.
Il teatro di Matelica
Il mistero più affascinante della città riguarda il Globo, l’antico orologio astronomico di forma sferica, sconosciuto persino allo scrittore romano Vitruvio che scrisse un trattato sugli antichi orologi solari, che si presume sia stato realizzato da un uomo di origine greca nel duecento dopo Cristo. Fu trovato anch’esso per caso nel 1985 durante i lavori di consolidamento dell’edificio che ospita il bar centrale.
È stato studiato dagli esperti dell’università di Macerata: realizzato con marmo turco, pesa circa 35 chili ed ha un diametro di 29,6 centimetri. Riporta incisioni relative ai segni zodiacali, segna almeno un’ora e mezza indietro rispetto al fuso orario di questa zona. L’ipotesi è che sia stato scolpito nell’antica Dacia, corrispondente all’attuale Romania, dove la corrispondenza dell’orario è perfetta. Si tratta di un oggetto dal grande fascino, custodito nella collezione del museo Piersanti, non fruibile al pubblico dopo i danni del terremoto. Una copia del Globo voluta dall’amministrazione comunale, si può ammirare nel foyer del teatro Piermarini. Chi l’ha scolpita probabilmente sapeva che la Terra è sferica e ruota intorno al sole.
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…o che il pallone è tondo.
Fu Eratòstene di Cirene (Cirene, 267 a.C. circa – Alessandria d’Egitto, 194 a.C. circa) a scoprire che le Terra aveva forma sferica.
L’idea della sfericità della Terra era presente già nei filosofi del VI secolo a.C.
Eratostene (nato intorno al 276 a.C) lo dimostrò. Sempre nel terzo secolo a.C. esisteva già chi riteneva la terra non solo sferica, ma che ruotasse intorno al sole.
I greci sapevano che gli occhi ingannano. La terra è una palla alle frequenze ottiche, all’ultravioletto osservata da una sonda spaziale ha una forma molto diversa e buffa…
https://www.youtube.com/watch?v=kYaQ87wT5no
minuto 12
Gli antichi greci sapevano tante cose, sbagliarono solo a non farne mai questioni da Sant’Uffizio, li fregò la serenità olimpica.