di Maria Paola Cancellieri
Fiaccolata oggi pomeriggio ad Osimo in ricordo di Ilaria Maiorano, la 41enne uccisa, secondo la procura, dal marito magrebino nel casolare di via Montefanese e in memoria di tutte le donne vittime di violenza.
Alla manifestazione promossa dal Comune, hanno partecipato il sindaco Simone Pugnaloni con accanto Daniele, il fratello di Ilaria, gli assessori e molti consiglieri comunali di maggioranza (assenti quelli d’opposizione delle Liste civiche), i rappresentanti della Casa della Cultura islamica della moschea di Campocavallo, con il vice presidente Abdellaziz Farah, e del centro musulmano Assalam della moschea di via Brodolini con l’imam Safhi. Al corteo aperto dal un manifesto “Una ogni 3 giorni, noi stiamo con Ilaria” che ha percorso Corso Mazzini si sono unite molte associazioni e le donne della Consulta pari opportunità.
Circa in 300 hanno sfilato alle 18 da piazza Marconi fino a piazza Boccolino dove il compositore violinista Marco Santini ha aperto e chiuso la manifestazione suonando due brani, Se tu fossi qui con me da lui composto e l’Ave Maria di Schubert in memoria della giovane mamma.
«Mia sorella era una mamma dolce affettuosa che portava le figlie Beyen e Ines ai giardini in assenza del marito. Purtroppo è stata lasciata sola e non tutelata dalla istituzioni. Il risultato è che è morta massacrata di botte. Sarebbero potute morire anche le figlie», ha detto al microfono Daniele Maiorano nel tracciare un ricordo della sorella.
Sulla scia di queste parole il sindaco Simone Pugnaloni ha sottolineato che «è tempo di fare una legge in Italia che finanzi i centri antiviolenza in Italia e che finanzi il tutoraggio psicologico a chi è fragile. Questo è l’impegno che le istituzioni superiori devono prendersi. Dopo quello che è accaduto nella nostra città dobbiamo imparare a denunciare se vediamo qualcosa che attorno a noi non va, solo così potremo aiutare le persone come Ilaria. I Servizi sociali intervengono se c’è una segnalazione. Tutti noi dobbiamo sentirci responsabili». Sull’assenza dell’opposizione il sindaco ha preferito non commentare per rispetto dalla famiglia Maiorano. «In questi momenti l’unità fa la differenza. Se qualcuno non c’è dico solo che mi dispiace e lasciano a loro le riflessioni che vogliono fare». La presidente della Consulta pari opportunità, Ursula Signorino, ha invece ha sottolineato come «i diritti delle donne sono una responsabilità di tutti ad ogni livello. Noi come Consulta continueremo ad impegnarci».
Abdellaziz Farah a nome del suo centro islamico, ha spiegato in una nota di aver partecipato alla fiaccolata «per dimostrare la nostra oramai appartenenza al territorio osimano e per condannare con voi l’atto osceno che ha sconvolto la nostra città. Osimo, oggi, ha vissuto sulla sua pelle l’atrocità di un femminicidio che si aggiunge ad una lunga lista di 287 solo dall’inizio del 2022 a livello nazionale, mentre solo nelle Marche abbiamo avuto negli ultimi 5 anni ben 12 casi. Nel caso della nostra cara scomparsa Ilaria, le conseguenze hanno rischiato di cancellare tanti anni di iniziative, di sacrifici fatti da entrambe le parti per dimostrare che una società multi etnica e multi culturale è un cosa che arricchisce e sviluppa». Farah ha anche colto l’occasione «per ringraziare tutti coloro che hanno trattato il caso per quello che è: un atroce crimine senza etichettare nessuna parte. La domanda che dobbiamo porci è che cosa si può fare per evitare che questo genere di fenomeno si diffonda sempre di più. Tutti noi abbiamo una percentuale di responsabilità di fronte a questi episodi che accadono. Noi vicini di casa, colleghi di lavoro, amici, medici, insegnanti».
I funerali di Ilaria si erano tenuti ieri nella chiesa di San Marco Evangelista. Domani Daniele e la mamma Silvana si confronteranno con i Servizi sociali sul futuro delle bambine di Ilaria, al momento ospiti di una casa protetta. Tarik El Ghaddassi, il marito di Ilaria di 42 anni, accusato di omicidio volontario resta invece in carcere in stato di fermo. Il gip si è riservato sulla decisione dopo l’interrogatorio di garanzia.
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Forse non solo le istituzioni hanno colpa, ma pure l’intera comunità. Credo che non esistano leggi a cui appellarsi in casi come questi. Nè possiamo accusare la responsabilità personale di certe situazioni. Però ci potrebbero essere consigli.
Io ne ho dato uno alle mie figlie, che lo espongo: “non mettetevi con uno che si droga, uno che si ubriaca, con uno che gioca d’azzardo, con uno che non ha voglia di lavorare, e infine con uno che assomigli a me, vostro padre…”
A me è andata bene… Ma, negli altri casi ho visto tragedie famigliari ed economiche. Quindi, l’intenzione tipo “il mio amore lo salverà” è solo una intenzione da film, fallimentare.
Una persona che si sposa, prima di tutto deve pensare ai figli e alla famiglia, al lavoro per mantenrla. Non deve mettersi con chi ha problemi difficilmente risolvibili, e che neanche l’amore per i figli li può risolvere. Ed è da stupidi mettersi con chi ha una visione più ampia della famiglia a cui dedicarsi… Leggi: andare a combattere per la libertà dei popoli oppressi. Oppure, andare a combattere per l’Ucraina, o con la Russia, come sta avvenendo con qualche esaltato… Non mettetevi con questa gente, se siete tra le persone normali che hanno ideali limitati alla famiglia.
Infine, parliamo di matrimoni con i musulmani e le musulmane.
Da premettere che per un musulmano la sua religione è quella vera, data all’Ultimo Profeta da Dio attraverso l’Angelo Gabriele. Quindi, Gesù sarebbe il penultimo profeta. La Vera, Ultima Religione sarebbe l’Islam. Ed è una religioine missionaria con l’intero pianeta da conquistare…
Da qui, al di là delle buone intenzioni, non ci sarà mai la pace tra l’Islam e il Cristianesimo, e con il materialismo storico, e quindi con il suo “pensiero unico” e i suo odierni derivati LGBT, Gender nelle scuole, e così via.
Il Corano è una cosa seria, difficilmente manipolabile, pena la vita.
Da dire che una muslmana non può sposare un cristiano, a meno che quest’ultimo non si converta all’Islam… infine che un musulmano non può abiurare per fare contenta la moglie cristiana. Invece, è permesso ad un musulmano di sposare una moglie cristiana o di diversa religione, in quanto la donna non ha diritti sull’educazione religiosa dei figli, perchè è il padre musulmano che ha il diritto di farli essere musulmani.
Però nulla vieta ad una donna cristiana, o atea, di diventare musulmana.
mi dispiace dover mettere questo commento in un post così triste, ma quando scrivete che bisogna denunciare sapete di cosa parlate? dei centri antiviolenza? ma di cosa parlate? del niente puro e proprio niente perché come io ci sono passata quando denunci la prima cosa che ti chiedono i testimoni altrimenti ail denunciato non accadrà proprio nulla e la vittima sarà ancora più in pericolo … questa è l’Italia …