Maxi sequestro per 6 milioni di euro in beni, assetti societari e rapporti finanziari riconducibili a un noto imprenditore edile e immobiliare dell’entroterra maceratese. E’ l’operazione portata avanti dalla polizia.
Il provvedimento, in linea con la normativa antimafia, è stato emesso su proposta formulata dal questore e dal procuratore di Macerata e si inquadra nella strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti, intrapresa dal Dipartimento della pubblica sicurezza-Direzione centrale anticrimine, dalla questura di Macerata-Divisione Polizia Anticrimine e dal Servizio Centrale Anticrimine.
Maggiori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in tarda mattinata nella caserma Paola di via dei Velini a Macerata. Parteciperanno il nuovo procuratore capo di Macerata, Giovanni Narbone, l’ex procuratore facente funzioni Claudio Rastrelli, il questore Vincenzo Trombadore, e il direttore del Servizio Centrale Anticrimine, Giuseppe Linares.
AGGIORNAMENTO – L’imprenditore, calabrese, da vive in provincia dal 2000, e si tratta di una persona che nel 2020 era già stata sottoposta a alla Sorveglianza speciale. Da allora è per due anni le indagini della polizia sono proseguite sono ad arrivare al sequestro di questa mattina di 14 società del settore immobiliare ed edilizio, 27 fabbricati, 44 terreni, 3 veicoli e numerosi rapporti finanziari.
Coinvolto in passato in diverse vicende processuali riguardanti reati tributari, finanziari, fallimentari, contro il patrimonio, la pubblica amministrazione e in materia di rifiuti. Attualmente è imputato al Tribunale di Palermo per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose, in base alle indagini della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano accertato consolidati lega Cosa Nostra nel periodo 2014-2015. In questo passato contesto l’uomo, in parte utilizzando lo schermo delle compagini societarie a lui indirettamente riconducibili, avrebbe agevolato, nell’ambito di uno stabile rapporto di collaborazione fiduciaria, un esponente del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (Pa), nella realizzazione di un’opera di natura immobiliare e finanziaria finalizzate all’investimento delle risorse economiche dell’organizzazione mafiosa in provincia di Roma e in Romania.
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Eppure ancora si parla di mere infiltrazioni mafiose nella nostra regione. Qui da noi le principale organizzazioni mafiose siciliane, calabresi e campane (e foggiane) sono radicate e ben presenti da almeno due o tre decenni.
Cosa importa tanto è colpa di quelli di prima