Il gruppo di Forza Italia dopo il summit di ieri sera
di Laura Boccanera
«Forza Italia non ha al suo interno alcuna spaccatura». A dirlo Paolo Giannoni all’indomani della riunione del partito avvenuta ieri sera e che ha avuto al centro il confronto sulla questione legata alle nomine nel cda del Paolo Ricci. Una riunione, che al di là delle parole di rito, ha avuto comunque un epilogo non proprio conciliante, anzi tutt’altro. Il vicepresidente Atac Daniele Rossi, infatti, dopo aver chiesto invano un congresso, ha abbandonato la riunione e ha dichiarato: «Andremo al braccio di ferro».
Al centro della questione, il cda del Paolo Ricci. Ad essere eletta con una mossa di scacchi è stata la forzista Monica Rendina, presentata dallo stesso Rossi, ma non condivisa dal partito. E infatti lo stesso Giannoni subito dopo aveva chiesto di rivotare, parlando della mancanza di parità di genere nel board. Affermazione che era stata smentita anche dall’alleato Giorgio Pollastrelli (Lega). E così ora Forza Italia sembra aver inghiottito il rospo della votazione e parla di «acqua passata».
Alla riunione di ieri sera ha partecipato lo stesso Rossi che ha avuto un confronto con Paolo Giannoni e Corrado Perugini, mentre era assente il sindaco Fabrizio Ciarapica vice commissario regionale di FI e Piero Croia: «Gli iscritti escono compatti e su posizioni interamente condivise sia a livello cittadino che provinciale e regionale – commenta Giannoni – il Paolo Ricci, già votato in consiglio, è ormai già acqua passata» lasciando intendere che non richiederà, come invece detto in precedenza il rigetto della delibera per nuove operazione di voto. E poi aggiunge: «si è ovviamente dibattuto anche delle nomine del Cda della partecipata poiché durante l’ultima assise comunale avevano creato delle incomprensioni. Forza Italia non ha al suo interno alcuna spaccatura chi dice queste falsità, ripetendole da mesi senza alcun esito, sono persone che farebbero meglio a non parlare, elementi esterni al partito che rappresentano solamente se stessi, quindi un parere individuale legittimo ma assolutamente falso».
Paolo Giannoni coordinatore comunale Forza Italia
«La nostra forza politica però – continua Giannoni – da sempre sostenitrice di un confronto aperto e democratico, non può esimersi dall’affermare nuovamente il suo disappunto non tanto verso i nomi emersi per la guida del Paolo Ricci, ma piuttosto per le modalità che non hanno visto condivisione come invece è sempre avvenuto in passato, quando la lista era addirittura scelta senza voto segreto e all’unanimità dell’intero consiglio comunale. Vista l’importanza sanitaria e sociale della struttura in questione le forze politiche della maggioranza a livello regionale erano concordi nel chiedere di attendere una discussione più approfondita da cui far emergere i nomi. L’idea era quindi quella, per il momento, di non presentare curriculum e rimandare la scelta per brevissimo tempo. Siamo stati accusati di essere interessati alle poltrone, ma questo è l’esatto opposto della verità. Se fossimo stati interessati alla poltrona avremo presentato i nostri nomi. Invece Forza Italia è stata leale all’impegno preso con gli altri partiti. Purtroppo, qualcuno ha voluto scavalcare questa decisione creando tutta l’inutile bagarre di cui si è parlato in questi giorni».
Infine Forza Italia rinnega che Monica Rendina sia espressione del partito pur essendovi iscritta, tanto che si era presentata alle elezioni con gli azzurri in ticket con Daniele Rossi. Giannoni conclude: «Il nome attribuito a Forza Italia, quello di Monica Rendina, pur essendo una nostra iscritta e una persona che non abbiamo motivo di criticare, non è tuttavia espressione del partito poiché la nostra linea era di non presentare alcun curriculum. Siamo abituati a discutere sulle scelte in maniera concordata e trasparente, questa volta purtroppo non è stato così a causa di quello che abbiamo definito vizio di forma. Ci dispiace poiché il tema della parità tra sessi dovrebbe essere caro ad ogni forza politica. Il cda attuale è formato da cinque uomini e una donna, per noi è chiaro come il sole che il criterio dell’uguaglianza di genere non è stato rispettato. Questo non vuol dire che ci opporremo alla decisione del consiglio comunale».
Ma Daniele Rossi, che ha anche presentato ricorso per il riconteggio dei voti dopo la riunione di ieri racconta di una chiusura da parte dei vertici: «Ho spiegato le motivazioni per cui secondo me Rendina ha le carte in regola per far parte del cda – dice – e poi ho chiesto a Giannoni e Perugini di poter far parte di un progetto per Forza Italia, magari convocando un congresso e mi è stato risposto di no, al che ho abbandonato la riunione, andremo al braccio di ferro».
Intanto si torna in consiglio il prossimo 11 ottobre. Martedì prossimo, dopo la turbolenta riunione della scorsa settimana i consiglieri comunali tornano in aula. La maggioranza che si è spaccata sulle nomine è chiamata a votare su una serie di punti all’ordine del giorno: tra cui il bilancio consuntivo dell’azienda teatri, il bilancio consolidato del gruppo Città di Civitanova, la ratifica dell’accordo di programma per la realizzazione del ponte ciclopedonale sul Chienti e gli altri punti saltati la scorsa settimana come la comunicazione del prelevamento dal fondo di riserva, il riconoscimento di debiti fuori bilancio, alcune varianti al piano regolatore su via Piane Chienti e in via Morosini e il rinnovo dei componenti della consulta dei giovani.
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Dov’è il sindaco? È forse rimasto bloccato dal “colpo delle streghe” mentre tagliava uno dei tanti nastri che gli avrebbero procurato nel tempo anche un dolorosissimo tunnel carpale? Forse caduto in una delle buche di Via Verga senza che nessuno lo cerchi? Doveva risolvere, invitato, l’impasse creato da lui e di conseguenza sarebbe naturale pensare che non dovrebbe avere nessuna intenzione di metterci mano avendo ello deciso chi doveva andare al Paolo Ricci per qualche cambiale politica da saldare. «Ma Bruto è un uomo d’onore» come recitava Marco Antonio e salda. Forza Italia ha digerito il rospo? No, è stato costretto ad ingoiarlo. Tutta la storia politica del Ciarapica è costellata di rospi. I più grossi li ha inghiottiti lui, ogni volta che è stato brutalmente bocciato nelle sue grandi scelte e proprio dalla sua maggioranza ” tanto amata ” che ancora gli ha concesso fiducia. Adesso che l’ estate ha girato l’angolo, deposto il microfono con cui ha presentato tutti gli eventi in cui ha presupposto una sua obbligata presenza, speriamo che cominci a fare sul serio e a ritornare al suo vero compito per cui è veramente portato: il comico.