«Il guasto all’acquedotto?
Frutto di scarsa manutenzione
e mancato rinnovamento degli impianti»

CAMERINO - Il gruppo consiliare “Ripartiamo” attacca il sindaco dopo la riparazione della condotta: «A sentirli, sembra abbiano compiuto un’impresa epocale, quasi l’avessero riparato con le loro mani. La storia invece è ben altra». E commenta anche la mancata partecipazione dell'Aato3 al bando da 78 milioni: «Un’altra occasione persa»

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Sandro Sborgia e la squadra di Ripartiamo

 

«Il guasto alla linea idrica è da ricondurre alla vetustà degli impianti, alla scarsa manutenzione ma soprattutto alla mancanza di investimenti finalizzati al rinnovamento degli impianti. Il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici non lo dicono, o fanno finta di non sapere. A sentirli, sembra abbiano compiuto un’impresa epocale, quasi l’avessero riparato con le loro mani. La storia invece è ben altra». Il gruppo consiliare di Camerino “Ripartiamo”  capeggiato dall’ex sindaco Sandro Sborgia si esprime così dopo la rottura dell’acquedotto Collattoni, che ha comportato la mancata erogazione per alcune zone della città per qualche giorno, e la conseguente riparazione annunciata dal primo cittadino Roberto Lucarelli.

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Il sindaco Roberto Lucarelli

«Non dice il sindaco, o finge di non ricordare, di essere stato dal 2016 al 2019, vice presidente dell’Aato 3 – prosegue l’attacco del gruppo consiliare di opposizione – Non dice il sindaco, o non ricorda, che nel 2015, nella sua veste di vice sindaco e assessore ai lavori pubblici, insieme all’attuale consigliere regionale e vice presidente del consiglio regionale delle Marche Gianluca Pasqui, all’epoca sindaco della città, fu responsabile della cessione del servizio idrico all’Assm di Tolentino con una decisione che sollevò non pochi dubbi per l’opacità dell’operazione sia in ordine alla scelta del gestore in luogo dell’Assem di San Severino, sia perché non era ben chiaro quale fosse il piano di investimenti della società sulle tratte di acquedotto che interessano la città, le ripercussioni sulle bollette e nei servizi al cittadino compresi quelli informativi. Ciò che invece sarebbe importante rammentare, messe da parte le roboanti prodezze compiute dall’attuale amministrazione e gli altisonanti e trionfalistici quanto inutili comunicati stampa, è che il comune di Camerino attraverso la gestione del servizio idrico introitava una somma che si aggirava intorno a oltre 900mila euro annui. Denari che dal 2015 finiscono nelle casse della società Assm di Tolentino la quale, a quanto è dato sapere, impiega ingenti risorse in importanti investimenti in quella città (vedi per esempio la realizzazione, nel 2021, di importanti interventi sulla piscina comunale, nuovi impianti sportivi e termali ecc.) Al contrario, non ci risulta che, a fronte delle ingenti risorse che la cittadinanza camerte ha corrisposto in questi anni in conseguenza della cessione delle reti idriche, siano stati previsti e/o effettuati investimenti per l’ammodernamento degli impianti – prosegue la nota -. Viceversa, com’era prevedibile, si è provveduto esclusivamente a interventi d’urgenza conseguenti a rotture e perdite, operazioni di rattoppo su una rete abbisognevole, invece, di importanti interventi di rinnovamento».

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Sandro Sborgia

«Qualcuno si sarà consolato del fatto che grazie a quell’operazione e all’interessato sostegno dell’amico sindaco di Tolentino, l’allora vicesindaco Lucarelli fu nominato vice presidente dell’Aato 3 Macerata. Cosa abbia fatto per la nostra città in quella veste non è dato sapere – conclude l’affondo del gruppo consiliare di Camerino “Ripartiamo” -. È notizia di queste ore che proprio l’Aato 3 di Macerata sarà l’unico ente che non beneficerà dei 78 milioni di euro dei fondi del Pnrr finalizzati proprio alla riduzione delle massicce perdite di acqua nelle reti di distribuzione. Il motivo sembrerebbe da ricercarsi nella mancanza di tempo, di voglia e capacità di accordarsi con altri gestori e presentare progetti. Un’altra occasione persa non solo per la nostra città ma per tutto il territorio provinciale. Ancora una volta dobbiamo, con amarezza, prendere atto di come gli interessi generali siano sacrificati sull’altare della conservazione e perseguimento dei soliti interessi di parte».

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