La foto in sala consiliare con l’ambasciatrice Anna Maria Anders
«La storia rivive a Loro Piceno grazie alla passione del collezionista Luca Cimarosa ed alla determinazione del sindaco Robertino Paoloni». L’Amministrazione comunale sta infatti provvedendo alla realizzazione di un altro spazio del museo delle Due Guerre, così da poter ospitare altri cimeli della 2° guerra mondiale. Insieme a Luca Cimarosa ed a tutta l’amministrazione si è deciso di dedicare il nuovo spazio al 2° Corpo polacco che ha liberato le Marche durante la seconda guerra mondiale.
La stretta di mano tra l’ambasciatrice Anna Maria Anders e il sindaco Robertino Paoloni
L’ambasciatrice Anna Maria Anders è stata accolta dal sindaco, dal collezionista e da alcuni cittadini in sala consiliare. Dopo i saluti e convenevoli ci si è spostati al museo delle Due Guerre e sono stati visitati anche gli spazi che daranno vita all’esposizione dedicata al 2° Corpo polacco. La visita è proseguita in uno dei depositi di Luca Cimarosa, dove si è inaugurato il monumento dedicato “Agli eroi dimenticati del 2° Corpo polacco”.
Dopo l’inaugurazione hanno sfilato due mezzi corazzati, un Bren Carrier Mki ed un Half Track M3 in uso ai militari del 2° Corpo Polacco nella 2° Guerra Mondiale. Presente anche la console polacca di Roma. L’ambasciatrice è stata entusiasta di quanta storia e cura nella gestione del museo ha trovato nel borgo lorese: «Mi sembra di vivere in un sogno», ha detto. Anders è la primogenita del generale Wladislaw Albert Anders, comandante della colonna polacca protagonista della liberazione delle Marche. L’Ambasciatrice Anders, il sindaco Robertino Paoloni ed il collezionista Luca Cimarosa si sono dati appuntamento per la futura inaugurazione della nuova ala del museo delle Due Guerre di Loro Piceno.
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Questo è un mio modesto, affettuosamente sentito ricordo del passaggio dei soldati polacchi a Corridonia. In particolare del caporale Jan Golota, che poi, a guerra finita, ritornò e sposò una giovane e bella nostra concittadina. Ricordo pure un giovane polacco di nome Umberto a cui mi ero affezionato, mancando della presenza mio padre prigioniero in Sud Africa. Tutto ciò che avvenne in quella mia infanzia è rimasto indelebile nel mio ricordo. Fino a qualche decennio fa ho aspettato che Umberto ritornasse da me. Magari tra poco lo incontrerò di nuovo quando cambierò di dimesione. Lo dico con commozione: ogni volta che ricordo quel periodo il mio cuore si riempie di nostalgica, affettuosa tristezza.
Questo periodo di tragedia in espansione che stiamo vivendo è la dimostrazione che l’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale non ha insegnato nulla e che il mondo continua a rimanere in mano a pazzi psicotici.
Voglio esprimere la mia riconoscenza alla Città di Loro Picena per il museo che ha allestito. Dovrò ritornare a Loro dopo quaranta anni proprio per visitare questo museo.
Loro Piceno era già presente all’epoca romana e poi carolingia, del cui “vino cotto” era goloso Carlo Magno, che aveva la sua reggia dalle parti di San Claudio di Corrionia. Se la gente viene a Loro, portando “il pane che il vino è buono”, non è solo per quella sagra popolare, ma perchè si parla pure di filosofia.