Camion nella discarica di Cingoli
di Monia Orazi
Acqua e rifiuti, quella di Macerata è una provincia in stallo. Settore rifiuti: ci sono voluti due concorsi, di cui il primo bandito a fine 2020 ed annullato un anno dopo, per individuare il possibile nuovo direttore generale, dopo l’autunno del 2023 finito l’abbancamento a Fosso Mabiglia di Cingoli si rischia di dover andare fuori provincia, con un incremento dei costi a carico dei cittadini che pagano la Tarsu per finanziare il servizio. L’assemblea annullata mercoledì scorso è stata rinviata a mercoledì prossimo alle 17, data in cui dovrebbe essere approvata la nomina dell’ingegner Brigitte Pellei, prima classificata al secondo concorso, mentre per il primo annullato si è aperto un contenzioso con il primo classificato.
CERCASI PRESIDENTE ATO – Sul settore idrico si deve nominare il presidente da quando lo scorso autunno è terminato il mandato dell’ex sindaco di Morrovalle Stefano Montemarani, tutti i rumors convengono su Alessandro Gentilucci attuale sindaco di Pieve Torina, vicepresidente del Parco dei Sibillini e presidente dell’Unione montana di Camerino e anche del Cal, consiglio delle autonomie locali. La riunione dei sindaci che mercoledì scorso avrebbe dovuto sancire l’accordo però è saltata. La questione tecnica sul piatto è quella di arrivare al gestore unico del servizio idrico entro il 2025, altrimenti l’acqua rischia di finire in mano ai privati, con conseguenze facilmente immaginabili sulle tariffe, sempre a carico dei cittadini. A chiedere approfondimenti in vista di entrambe le assemblee è stato il Comune di Montecassiano.
Leonardo Catena
LE PERPLESSITA’ DI CATENA – Il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, sulla questione spiega: «Riguardo al Cosmari è arrivata una convocazione al limite per l’assemblea dei soci, che prevedeva la nomina del direttore, una cosa da fare sicuramente prima possibile ma normalmente, prima dell’assemblea dei soci si riunisce una commissione informale ristretta formata da sindaci, per preparare le deliberazioni e questa non si è tenuta prima dell’assemblea in precedenza programmata. Si è tenuta regolarmente ieri in vista dell’assemblea di mercoledì prossimo. Il secondo motivo è che ci sono tre città che vanno al ballottaggio, Civitanova, Tolentino e Corridonia: è opportuno che scelte strategiche come questa siano fatte dai nuovi sindaci, non da chi non si è ricandidato, sarebbe sbagliato non attendere il turno di ballottaggio. Anche riguardo all’Ato, abbiamo chiesto approfondimenti, sull’acqua il discorso è lo stesso manca una discussione approfondita su problemi che sono trasversali all’appartenenza politica. Sembra che secondo il centrodestra si sia superato il metodo del confronto e della condivisione per temi, adottato dal centro sinistra. Ho l’impressione che qualcuno abbia la tentazione di fare a meno delle forze politiche, forzando la mano. Non si possono delegare ai tecnici scelte fondamentali, ma va attuata una politica aperta, pubblica e trasparente su questi temi».
Il presidente del Cosmari Giuseppe Pezzanesi durante un’assemblea dei soci
MANCA ACCORDO TRA CENTRODESTRA E CENTROSINISTRA – Catena ricorda che il Comune di Montecassiano ha votato contro sia riguardo all’accordo con il comune di Cingoli per l’incremento dell’indennizzo al comune di Cingoli per la maggiore durata della discarica, sia riguardo l’annullamento del primo concorso da direttore generale: «Si è tergiversato sulla discarica, il percorso si è bloccato abbiamo presentato delle osservazioni sui possibili siti individuati a Montecassiano nessuno ha più risposto. Il presidente Cosmari ha parlato di termovalorizzatore senza che ci sia stato un confronto, manca una guida politica, è un rischio che non possiamo correre, serve un modo lineare e trasparente di affrontare i problemi senza semplificazioni o scorciatoie. Va fatto un percorso costruttivo per la scelta del direttore del Cosmari. Riguardo all’Ato il metodo è sbagliato va trovato un metodo di lavoro condiviso, ora c’è più fatica a farlo, un modo molto trasparente e sereno, un dialogo nell’interesse di tutti. Il problema non è la nomina del presidente, ma quale mandato e cosa va a fare questa persona, visto che nel 2025 servirà il gestore unico ma siamo molto lontani. Acqua e rifiuti sono temi che riguardano tutti ci sono ripercussioni gravi, va effettuata una gestione saggia della risorsa idrica, per quel che riguarda i rifiuti l’abbancamento a Cingoli avrà termine nell’ottobre 2023. Servono persone che si mettano in gioco su questi temi complessi con capacità, competenza, entusiasmo, non serve mettere bandierine politiche. Sono stati violati patti che non sono scritti, ma di tipo politico, va svolta un’azione seria di fronte a temi di cruciale importanza, condivisione tra tutte le forze politiche».
ACQUA, NOVE GESTORI INVECE DI UNO, 4 COMUNI FAI DA TE – Riguardo al servizio idrico, viene in soccorso la relazione annuale Arera che fotografa la situazione di una piccola provincia come quella di Macerata, ricompresa nell’Ato 3 Marche Centro. «In esito alla ricognizione effettuata nel mese di dicembre 2021, emerge il seguente quadro delle gestioni operanti nell’Ato – si legge nella relazione – l’assenza di un gestore unico d’ambito; la presenza di nove soggetti con affidamento assentito in conformità alla normativa vigente. Si tratta in particolare: di Assm spa Tolentino, Azienda San Severino spa (Assem spa), Atac Civitanova e Apm Pluriservizi Macerata spa (operatori cui la gestione del servizio è stata affidata fino al 31 dicembre 2025), nonché di Astea spa e Acquambiente Marche srl (con affidamento in scadenza al 30 giugno 2025); di tre gestioni in forma autonoma in comuni montani (Bolognola, Poggio San Vicino, Sefro) con popolazione inferiore a mille abitanti; quattro comuni che gestiscono il servizio in assenza di un titolo giuridico conforme alla disciplina vigente». I comuni che gestiscono in modo autonomo il servizio idrico sono Pieve Torina, Fiastra, Visso, Muccia, Ussita, Serravalle, Montecavallo. I comuni di Pieve Torina, Muccia e Serravalle hanno affidato il servizio idrico alla società Valli Varanensi, che gestisce l’acquedotto dell’Acquasanta dell’Unione montana di Camerino. La società resta operativa, pur non avendo dipendenti ed un fatturato di un euro nel 2020, per gestire l’acquedotto comunitario, come deciso nel marzo 2021 dal consiglio dell’Unione montana di Camerino. La società ha soltanto un unico amministratore. Nel 2020 il risultato di esercizio è negativo per 402 euro, nel 2019 e nel 2018 positivo per 25 e 30 euro. Passivo di 1894 euro per il 2017, di 129mila euro per il 2016. Il fatturato viene indicato in un euro per il 2020, per 371 euro nel 2019, per 3500 euro nel 2018, 16 euro nel 2017, 13mila 756 euro nel 2016.
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Difficile non essere d’accordo con il sindaco Catena sulla questione Cosmari/rifiuti. Osservazioni semplici ed elementari nella loro chiarezza.
Stupisce che i sindaci dei maggiori centri, tutti di centrodestra (Macerata, Civitanova e Tolentino), tacciano su questioni vitali per la nostra provincia.