L’area camper in località Boccioni
di Giovanni De Franceschi
La Prefettura dà ragione alla minoranza, ma la mozione non viene comunque ammessa. La giunta annulla la precedente delibera contestata, per poi riapprovarla subito dopo. E in Consiglio il primo cittadino pare sia arrivato a minacciare addirittura le dimissioni. Insomma, sale la tensione intorno al caso dell’area camper in località Boccioni a Fiastra. L’ultima assise si è svolta venerdì.
Il Consiglio comunale di venerdì
«In chiusura di seduta il sindaco ha anticipato che non ci sarà nessun’altra seduta perché, parole sue, “ce ne andremo tutti a casa”, alludendo crediamo alle sue dimissioni ed al conseguente scioglimento del Consiglio comunale – spiega il consigliere d’opposizione Marcello Cocci – Sebbene sia un gesto che molti auspicano, siamo ben consapevoli delle ripercussioni verso i cittadini di una simile eventualità la cui responsabilità eventualmente, ricadrebbe tutta in capo alla maggioranza. Tuttavia in attesa delle decisioni del sindaco sulla sorte di questa amministrazione, vi confermiamo che non ci lasceremo intimidire dalle minacce di azioni legali nei nostri confronti più volte pronunciate dal sindaco in consiglio, perché siamo certi di aver svolto nel pieno rispetto della normativa la nostra azione di vigilanza e controllo e senza aver mai fatto mancare l’azione di proposta e collaborazione su molti dei temi di interesse collettivo».
La vicenda riguarda appunto l’area camper realizzata nel 2014 in località Boccioni per un totale di circa 98mila euro. A vincere l’appalto la Cagnini Costruzioni srl che, come ha evidenziato Cocci che ha anche presentato due esposti in procura sulla vicenda, fa capo al nipote del sindaco Sauro Scaficchia. Secondo la convenzione stipulata dal Comune, la ditta si sarebbe dovuta occupare anche della gestione dell’area stessa. Cosa però, stando a quanto denunciato dai consiglieri e confermato almeno in paio di occasioni dallo stesso primo cittadino, non sarebbe mai avvenuta. Così il Comune nel 2020 partecipa a un bando di 124mila euro per riqualificare l’area. Nel 2021 poi, a fondi ottenuti e riqualificazione completata, la giunta decide di riprendersi l’area e di rimborsare l’azienda: 42.469 euro per i lavori che aveva effettuato in un secondo momento e 25.355 euro a titolo di risarcimento «per la parte residua non goduta» della gestione ventennale.
In sostanza, i consiglieri d’opposizione, oltre a Cocci anche Stefano Blanchi, Giancarlo Ricottini e Laura Sestili contestano il fatto che il Comune avrebbe avuto la possibilità di farsi rimborsare per la mancata gestione dell’area e invece è stato deciso di risarcire l’azienda senza provvedere di fatto ad ampliare l’area camper. Per questo hanno presentato una mozione in cui chiedono alla giunta «di annullare in autotutela la delibera in questione, di valutare le modalità di recupero delle somme versate al concessionario e della loro eventuale restituzione all’ente finanziatore» e di quantificare «il danno subito dall’amministrazione comunale. Inoltre avevano contestato anche la violazione del Testo unico degli enti locali, in particolare dell’articolo 78, che impone agli amministratori di «astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado» perché il sindaco nel 2021 ha votato la delibera in cui si era deciso di risarcire l’azienda.
Ora, per quanto riguarda la mozione l’amministrazione aveva già negato potesse essere discussa in Consiglio. Così i consiglieri di minoranza si sono rivolti alla Prefettura, che proprio venerdì a poche ore dall’ultimo Consiglio ha risposto con un parere del ministero dell’Interno dando loro ragione: la mozione è prerogativa dei consiglieri e va discussa.
Per quanto riguarda invece la delibera che il sindaco non avrebbe dovuto votare per non violare il Tuel, la giunta è corsa in qualche modo ai ripari. Con un prima delibera del 6 maggio scorso, questa volta sindaco assente, ha annullato la delibera del gennaio 2021. E con un’altra a stretto giro, sempre sindaco assente, ha deliberato nuovamente il risarcimento a favore della Cagnini Costruzioni di oltre 67mila euro. In pratica hanno riapprovato la stessa delibera del 2021 ma questa volta senza il sindaco.
E’ così che si è arrivati al Consiglio di venerdì. «Ma ecco il colpo di scena – racconta Cocci – il sindaco in apertura di seduta non ha voluto ascoltare le richieste della minoranza che chiedeva di integrare le mozioni nell’ordine del giorno. La tesi sostenuta dal sindaco circa l’incompatibilità del consiglio comunale a trattare la materia veniva di colpo sconfessata e a quel punto il sindaco invece di ammettere le mozioni chiedeva alla minoranza di scegliere quale argomento trattare ovvero l’interrogazione sullo stesso tema all’ordine del giorno (presentata da Cocci, ndr) oppure la mozione in quanto essendo riferite allo stesso argomento secondo lui non potevano essere ammesse entrambe ed inoltre si riservava di accertarsi della correttezza della nota della Prefettura perché, sempre secondo il sindaco, “il capo di gabinetto della Prefettura non è detto che sia il padreterno”. Riteniamo inqualificabile la mancanza di rispetto nei confronti dell’istituzione che rappresenta lo Stato sul territorio e soprattutto riteniamo che nella sede del consiglio comunale non sia mai consentito un comportamento simile soprattutto da parte del sindaco. Noi consiglieri di minoranza porgiamo le scuse a nome dei cittadini che rappresentiamo in attesa delle scuse ufficiali del sindaco verso la Prefettura che riteniamo doverose. In realtà la tesi del sindaco è palesemente infondata in quanto l’interrogazione chiede delle risposte su specifici fatti, mentre la mozione permette la trattazione anche degli stessi argomenti ma al contrario dell’interrogazione consente di esprimere un indirizzo politico e concludere con un voto che produce effetti giuridici. Parliamo certamente di due strumenti diversi che hanno due finalità diverse e di certo uno non esclude l’altro».
L’area camper
Alla fine quindi, nonostante il parere della Prefettura, la mozione non è stata discussa. Ma l’interrogazione in cui si chiedeva conto sempre delle scelte relative all’area camper sì. Con i toni che si sono ovviamente accesi. Il sindaco, ha difeso nel merito le scelte dell’amministrazione rispondendo all’interrogazione, ma non si è limitato a questo ed è passato anche al contrattacco. «In questi tre anni di amministrazione ho assistito solo ad attacchi contro le persone – ha detto Scaficchia – ma la pazienza ha un limite e questo limite è stato superato da quest’ultimo atto d’accusa nei miei confronti in cui si ipotizzano collusioni e interessi per i lavori assegnati ad un’impresa dove il titolare è un mio affine. Mi dispiace ma a questo gioco non ci sto e visto la denuncia presentata aspetto con fiducia la conclusione delle indagini non avendo nulla da nascondere. Comunque mi tutelerò in tutte le sedi opportune. Questa sua ultima interrogazione – ha aggiunto riferendosi a Cocci – vuole far sorgere il dubbio di favoritismi verso una persona a me vicina. Posso garantire che l’interesse pubblico è sempre venuto prima da quando i cittadini mi hanno dato la fiducia».
«Nei dieci minuti a sua disposizione – replica Cocci – il sindaco, completamente concentrato in un vero e proprio atto di accusa verso la minoranza ha risposto poi evasivamente solo ad alcune delle domande contenute nell’interrogazione evitando di fornire le risposte più importanti che riteniamo potessero aiutare il Consiglio a comprendere le ragioni degli atti ritenuti illegittimi dalla minoranza. Una questione quindi tutt’altro che chiusa e che come suggerito dal ministero dell’Interno attende di essere discussa nel prossimo Consiglio comunale».
Caso area camper, lettera al prefetto: «Intervenga per farci discutere le mozioni»
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