Giulianelli vuole il settebello tricolore:
«La mia Lube è immortale,
vincere sarebbe la nostra consacrazione»

INTERVISTA al patron biancorosso alla vigilia della serie che mette in palio lo Scudetto: «Siamo sempre la squadra da battere, quella che arriva sempre in finale, possiamo fare qualcosa di storico che certificherebbe un lungo periodo di egemonia nella pallavolo italiana». Poi sprona Juantorena: «Gli siamo stati vicini visto il momento difficile, ora tocca a lui che è un fuoriclasse. Se un giocatore normale dà il 100% lui deve dare il 140». Sulla sfida decisiva: «Non guardo più in là di gara 1 in Umbria. Come amo sempre dire, piano piano…forte forte»

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Giulianelli nel giorno del sesto tricolore della Lube

di Mauro Giustozzi

E’ un Fabio Giulianelli determinato, concentrato, pronto a proiettarsi in questa finale scudetto che la sua Lube inizierà a giocare domenica prossima al Pala Barton di Perugia.

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Fabio Giulianelli l’altra sera in tribuna con il governatore Francesco Acquaroli

Giulianelli, sotto 2-0 contro l’Itas Trentino credevi ancora di vedere la tua squadra in finale?

«Sarei un ipocrita nel dire che non vedevo una squadra in difficoltà nella serie contro l’Itas. Dopo aver perso in quel modo le prime due gare c’è stato un confronto diretto, duro all’interno della società e nello spogliatoio, perché non riuscivo a vedere una squadra che potesse superare un avversario che stava giocando bene ma di fronte aveva una Lube quasi rassegnata, un gruppo che sembrava appagato di tutto quello che ha vinto negli ultimi anni. Ero molto preoccupato nell’osservare ciò, al punto che ho vissuto quella gara 5 contro Trento con una forte carica di stress addosso perché nell’arco di tutto l’anno non abbiamo mai avuto la continuità necessaria che ti dà certezze. Nelle prime due partite Trento ci aveva annichilito, battendoci alla grandissima. Una Lube che ha subìto con tanta paura l’avversario. Trovare il modo di invertire questo trend, di far reagire i giocatori, metterci nelle condizioni di trovare ancora stimoli è stata una bella prova».

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I giocatori della Lube festeggiano dopo la vittoria contro Trento

Civitanova si avvicina alla quinta finale scudetto consecutiva: si può dire che sia il periodo migliore della tua società in tantissimi anni di volley ad alto livello?

«Assolutamente sì. Se guardiamo anche l’anno del covid, quando fu interrotto il campionato, eravamo primi in regular season e probabilmente avremmo vinto con merito un altro scudetto. Dobbiamo valutare che un conto è partecipare, e quest’anno sono state diverse le società che si sono rafforzate per vincere, però la Lube è sempre la squadra da battere, quella che arriva sempre in finale, siamo sempre noi che non molliamo mai. E spesso risultiamo vincenti nelle finali. Non è una cosa da poco. E’ una Lube immortale oserei dire. Che può essere anche essere catalogata come una società che fa parte della storia della pallavolo e che ha scritto pagine importanti di questo sport sia a livello nazionale che internazionale. Siamo stati sempre protagonisti: magari altri club hanno fatto dei cicli di successi, poi sono usciti di scena, noi siamo sempre gli stessi».

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La gioia dei biancorossi dopo il successo in gara 5 della semifinale

Ancora una finale scudetto tra Sir e Lube che si confermano come le squadre più forti degli ultimi anni nel volley italiano.

«Che Perugia ha avuto ed abbia una squadra molto competitiva sta proprio nell’ottica che alla fine facciamo sempre le finali assieme. Però è uno stimolo, un qualcosa che ci porta a caricarci ancor più perché con la Sir è sempre una partita diversa, c’è rivalità, va al di là di un semplice confronto tra due società è molto di più».

lube-trentino-gara-5-FDM-9-325x216E’ stata finora una stagione difficile, con tanti infortuni, il covid, poche gioie nelle competizioni che la Lube ha disputato.

«Su questo bisogna fare delle precisazioni perché in fondo tutta la difficoltà di questa annata sta proprio in questo aspetto. Gli infortuni possono capitare, ce li abbiamo avuti in passato, però mai come quest’anno così continui, lunghi, che hanno interessato soprattutto atleti di primissimo piano come Zaytsev e Juantorena. La squadra titolare che avevamo immaginato credo abbia giocato due partite. Questo ha provocato nervosismo, tensioni dovute al lavoro settimanale perché devi pensare a quell’infortunio, alle difficoltà di recupero. Ciò toglie concentrazione e la squadra che si allena si sente in difficoltà perché pensa che l’atleta assente, in questo caso sono dei fuoriclasse, sia poi difficile da sostituire in partita. E su questo aspetto c’è un’ombra, quella di Juantorena che ha aleggiato attorno allo spogliatoio Lube. Finchè non siamo riusciti nelle ultime giornate di toglierci quest’ombra di Osmany ed arrivare alla consapevolezza dei giocatori che vanno in campo di essere forti a prescindere da chi c’è e chi non c’è. Siamo forti e lo dobbiamo dimostrare e questo è accaduto. Perché il fuoriclasse era stato il protagonista di tante vittorie della Lube negli ultimi anni e superare questo step mentale non è stato facile. Merito dell’allenatore Blengini e della società esserci riusciti».

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Juantorena che porta la coppa dello Scudetto 2021 ai tifosi che attendevano la squadra all’Eurosuole Forum

Un Juantorena che però ora potrebbe essere l’asso da calare nella finale Scudetto.

«Adesso Osmany è pronto, vediamo quello che potrà darci nella finale. Un fuoriclasse non lo si deve vedere nella normalità, perché altrimenti parleremmo di un giocatore appunto normale e non di un campione. Juantorena fa parte della categoria dei fuoriclasse: non solo per i colpi che è capace di mettere in campo ma soprattutto perché ha una testa da fuoriclasse. Adesso dipende tanto da lui dimostrare, nel momento più difficile della sua carriera minato da qualche problema fisico, deve tirar fuori tutto quello che ha perché la squadra ne ha bisogno contro Perugia. Lui non è stato in grado in questa stagione di offrire il suo consueto contributo, la società gli è stata vicina in tutto e per tutto, adesso però tocca a lui. Ha l’occasione storica di vincere uno scudetto pur non avendo una condizione fisica ottimale, ma forse sarebbe anche per lui il successo più bello essere il protagonista ritrovato e assoluto di questa finale. Tocca a lui: se un giocatore normale da il 100% lui deve dare il 140 adesso».

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Ivan Zaytsev abbraccia Fabio Giulianelli dopo aver conquistato lo Scudetto 2014

Visto quanto accaduto nelle due semifinali, il fattore campo può incidere o no in questa corsa verso lo scudetto.

«Può contare, perché se vedo la nostra ultima partita con Trento il pubblico nel tie break ci ha letteralmente sospinto verso la vittoria. Non si può negare che avere i tifosi, la città che ti incita e sostiene rappresenta un vantaggio. In due piazze calde come la nostra e Perugia il tifo si fa sentire e credo che questo possa rappresentare un leggero vantaggio per chi gioca in casa. Però tutto cambia quando entriamo nell’ottica che c’è un obiettivo da conquistare talmente alto come lo scudetto, che per la Sir è importantissimo visto che hanno bisogno di vincere mentre per noi sarebbe la consacrazione di un qualcosa di storico e di un lungo periodo di egemonia nella pallavolo italiana».

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Simona Sileoni, presidente Lube Volley e Fabio Giulianelli nel giorno dello Scudetto 2017

Due anni gli ultimi segnati dal covid, con incassi da botteghino dimezzati se non annullati, difficoltà nel trovare nuovi sponsor e visibilità. Quanto incidono nella programmazione di una società come la Lube.

«Questo tema lo abbiamo affrontato molte volte negli ultimi mesi: prima due anni di pandemia, adesso la guerra in Ucraina, parlare di investimenti nello sport è difficile. Perché ti mette nella responsabilità di cosa significa investire così tanto nel volley quando in giro vedi che c’è una difficoltà oggettiva nel mondo del lavoro e nelle famiglie. Però c’è anche da mettere in conto quello che rappresenta la squadra all’interno del nostro gruppo: che non è stato solamente in questi anni legato alla società ma esteso alla città, al territorio, per tanti giovani e amanti di questo sport. La nostra Lube rappresenta un riferimento determinante nel modo di essere vincente, di fare sacrifici, e questa è stata la spinta che ci consente ancora di portare avanti ad alti livelli questo club. Poi c’è da dire che vedere una partita come l’ultima contro Trento, con tutto quello che accade in giro, poter avere quelle due ore di adrenalina ed emozioni ti consente di vivere momenti di bellezza che appagano e gratificano il nostro impegno ed il lavoro che si fa attorno alla squadra».

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Fabio Giulianelli a Palazzo Chigi premiato dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti

Domenica si inizia la volata scudetto: ti attendi una serie lunga?

«Stavolta francamente non so dare una risposta. Perché Perugia in questi playoff ha avuto molti alti e bassi, poca continuità ed incertezza nelle prestazioni offerte. E anche la Lube solamente nelle ultime tre partite è riuscita ad uscire fuori. Non saprei dire poi che tipo di contributo ci potrà dare Juantorena in questa serie. Io la vedo piena di incognita questa finale, sia da parte nostra che loro. Questo crea incertezza. Mentre gli anni scorsi eravamo entrambe due potenze assolute ed alla fine vinceva chi aveva curato meglio un dettaglio, ma di pochissimo, stavolta si confrontano due squadre che forse il meglio devono ancora darlo. Mi auguro che cresca di più la Lube ma non so dire oggi a che livello giocheremo queste finali. L’esaltazione dell’ultima partita contro Trento mi fa però ben sperare».

Sullo sfondo di questa finale per la Lube c’è il settimo scudetto della sua storia.

«Non guardo più in là della prossima partita che è quella di gara 1 a Perugia. Fa parte del nostro modo di essere nell’azienda: come per la cucina la più importante è quella che dobbiamo vendere così nello sport la partita più importante è sempre la prossima. Come amo sempre dire, piano piano…forte forte».

 

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