L’autobotte a Chiesanuova
«Sono state effettuate nuove analisi dell’Apm sull’acquedotto comunale che serve Chiesanuova, sulla base delle quali non sarebbero state rilevate problematiche». E’ quanto fa sapere l’amministrazione comunale di Treia, dopo l’emergenza che ha colpito la frazione. «L’Asur ha predisposto, dunque, una seconda serie di controanalisi di cui comunicherà i risultati entro venerdì – continua il Comune – Resta vietato l’utilizzo dell’acqua per uso domestico nel centro abitato di Chiesanuova, nella zona artigianale Chiesanuova, in contrada Schito, in contrada Sterpare. Intanto, per sopperire alle esigenze degli abitanti di quella zona, sono state attivate dall’azienda per i servizi di Macerata due punti di approvvigionamento di acqua potabile tramite autobotti posizionate in via dei Caduti e in via Firenze».
I controlli sono iniziati nei giorni scorsi quando è stata vietato l’utilizzo dell’acqua a Chiesanuova per la non idoneità al consumo rilevata dopo una prima analisi da parte dell’Apm, sulla fontana pubblica della frazione. Il sindaco Franco Capponi ha emesso un’ordinanza con la quale ha fatto divieto a chiunque, per ragioni di igiene e sanità pubblica, del consumo dell’acqua per uso domestico proveniente dall’acquedotto comunale limitatamente alle utenze di Chiesanuova e zone limitrofe, alimentate dal serbatoio di Chiesanuova e di Schito. Sono seguite ulteriori analisi dell’Apm che non avrebbero riscontrato problematiche. Dunque, dopo la comunicazione dell’Asur il Comune emetterà una nuova ordinanza.
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Se vi sono analisi che evidenziano presenza di Escherichia Coli o altri batteri nell’acqua potabile e’ chiaro che debbono essere assunte le necessarie precauzioni per la cittadinanza (anche perché non va esclusa la presenza di tali fattori inquinanti dall’ultima analisi effettuata, di cui non si conosce la data…).
Il ripetere le analisi fino all’accertare la non presenza di fattori nocivi/inquinanti non mi sembra una soluzione che dovrebbe invece orientarsi all’avviamento contestuale di misure di profilassi per l’acqua e verifiche sanitarie sulla cittadinanza esposta al rischio.
Se a seguito di tali verifiche emergesse un errore nell’esecuzione delle analisi da parte dell’APM, quest’ultima dovra’ farsi carico delle conseguenze, ovviamente scusandosi con la cittadinanza che ne e’ in parte socia.