Non riesce a leggere in italiano
ma ha la certificazione di un istituto:
indagate preside e docente

INDAGINE - Una cinese, convocata dai carabinieri per un accertamento, non è stata in grado di comprendere il modulo sulla normativa Covid, nonostante avesse un permesso di soggiorno illimitato grazie al superamento di un corso di lingua. I militari del Nil hanno avviato indagini su una scuola della provincia, è risultato che nella prima parte delle lezioni, in presenza, la donna era in Cina

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nildi Gianluca Ginella

Ottiene la certificazione di lingua italiana ma i carabinieri scoprono che non sa leggere né scrivere nella nostra lingua durante la compilazione d’un modulo. Nei guai dirigente di un istituto scolastico, una docente e la donna, una cinese, che aveva ottenuto la certificazione risultando presente alle lezioni, che si svolgono in presenza, nonostante sia poi risultato fosse all’estero. Questo hanno accertato i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata. Tutto è partito da un accertamento legato ad una denuncia ricevuta dai carabinieri della Compagnia di Civitanova per la presenza di una lavoratrice irregolare in una attività commerciale.

Della vicenda sono stati interessati i militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata hanno svolto accertamenti constatando che la donna cinese era stata assunta con un contratto part time in qualità di addetta alle pulizie all’interno di un ristorante italiano di Civitanova. Di fatto però veniva impiegata, quotidianamente, alle dipendenze di una parrucchiera (attività di proprietà di una cinese), sempre a Civitanova. In realtà questo era solo l’inizio. I militari, guidati dal maresciallo Martino Di Biase, hanno convocato la donna cinese che, per ottenere la carta di soggiorno illimitata, aveva esibito all’Ufficio immigrazione della Questura di Macerata un attestato di frequenza ad un corso di conoscenza della lingua italiana “L2” rilasciato da un istituto scolastico della provincia di Macerata.

La donna cinese quando le hanno dato da compilare il modulo per le norme legate al contrasto al Covid non è stata in grado di leggere né di compilarlo con le proprie generalità. A quel punto i militari hanno deciso di fare ben altro tipo di indagini e informata la procura hanno poi perquisito l’istituto scolastico che aveva rilasciato gli attestati. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati documenti che hanno consentito di accertare che la cinese, durante la prima parte del corso di lingua italiana, contrariamente a quanto era scritto nei registri di frequenza da parte della docente e della dirigente scolastica, era assente: stava in Cina. Per fare l’esame è necessario frequentare, in presenza, almeno il 70% delle lezioni. A quel punto la dirigente scolastica e la docente sono state indagate per favoreggiamento dell’immigrazione e falso in atto pubblico. La donna cinese è stata indagata per falso in atto pubblico e per aver presentato un documento falso all’ufficio immigrazione. Il pm Enrico Riccioni, che ha coordinato l’attività dei carabinieri, ha chiuso le indagini.



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