Bolkestein, Ciarapica: «Cambiate il testo»
Mangialardi: «Rischio crisi sociale»
Emiliozzi: «Decisione CdM unica soluzione»

BALNEARI - Le reazioni dopo la conferma del Consiglio dei ministri sulla decisione della Corte costituzionale. Il sindaco di Civitanova: «Non condivido la direttiva. È in gioco il destino di tante famiglie che hanno contribuito a far nascere e crescere il turismo di qualità del territorio. Chiedo che il testo venga modificato con degli emendamenti». La parlamentare pentastellata: «Il settore balneare vive in un limbo da 15 anni». Il consigliere regionale Borroni: «Il Governo Draghi vuole mettere in atto un vero e proprio esproprio ai danni di 30mila imprese». Il capogruppo Pd in Regione: «Entreranno in campo grandi gruppi aziendali, vere e proprie potenze economico-finanziarie, con conseguente impoverimento del territorio»

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Concessioni demaniali all’asta nel 2024, continuano le proteste sulla direttiva Bolkestein. Dopo la conferma del Consiglio dei ministri sulla decisione della Corte Costituzionale, secondo Maurizio Mangialardi (Capogruppo Pd in Regione) si rischia di «innescare la cancellazione di centinaia di microimprese a conduzione familiare e migliaia di posti di lavoro». Sul tema sono intervenuti nelle ultime ore anche Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova, e Pierpaolo Borroni, consigliere Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale delle Marche. Mirella Emiliozzi, deputata Movimento 5 Stelle, sottolinea invece che la proposta del CdM sulla questione Bolkestein è «l’unica soluzione possibile e anche la migliore».

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Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova

CIARAPICA«Riguardo la direttiva comunitaria Bolkestein, che non ho mai condiviso, mi sono speso personalmente più volte, soprattutto negli ultimi mesi, attraverso un costante confronto con i rappresentanti delle concessioni demaniali, alcuni in presenza dell’assessore regionale Stefano Aguzzi, ed altri con il senatore Gasparri di Forza Italia, uno dei parlamentari più impegnati sulla tutela dei diritti dei balneari e del settore dei portuali in contrasto alla legge comunitaria» ha commentato Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova. «Inoltre in data 21 dicembre 2021 abbiamo approvato – nel corso di un Consiglio comunale – una mozione in cui si è chiesta l’attivazione delle istituzioni regionali, nazionali e comunitarie per salvare il settore balneare e portuale per fare in modo che le concessioni balneari marittime delle coste italiane siano estromesse dalla direttiva Bolkestein, facendo prevalere l’interesse nazionale sulle normative comunitarie come già accade in altri paesi europei. A tal riguardo, il riordino delle concessioni balneari appena varato dal Governo non è andato esattamente nella maniera che auspicavo». Avverte Ciarapica: «È in gioco il destino di tante famiglie che hanno contribuito a far nascere e crescere il turismo di qualità del territorio, che si trovano oggi a vivere uno scenario di totale incertezza per il loro futuro e su quelle che saranno le loro tutele. A loro va la mia solidarietà e la promessa di continuare ad essere loro vicino. Queste attività rappresentano un fiore all’occhiello dell’economia locale, turistica e dell’accoglienza e hanno contribuito a rendere Civitanova una delle città costiere più ambite e all’avanguardia dell’Adriatico, grazie soprattutto alla professionalità degli operatori ed ai molteplici servizi offerti, sempre al passo con i tempi e di grande rispetto per l’ambiente. Faccio pertanto appello ai nostri parlamentari, affinché il testo uscito dal CdM, che verrà discusso nell’ambito di un disegno di legge sulla concorrenza, possa essere modificato attraverso opportuni emendamenti, accogliendo le richieste a tutela delle migliaia di piccole imprese e dei tanti lavoratori che operano in questo settore togliendoli da uno stato di incertezza che rischia di paralizzare uno dei principali settori strategici ed economici del nostro territorio. Continuerò a dare il mio contributo per mantenere e incrementare un confronto costruttivo tra i nostri operatori e le istituzioni affinché si arrivi ad una soluzione condivisa e soddisfacente».

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Mirella Emiliozzi (M5s)

EMILIOZZI«Il settore balneare vive in un limbo da 15 anni. Dobbiamo tutelare il lavoro di migliaia di operatori, ma anche stabilire una volta per tutte una disciplina per le concessioni demaniali». Così in una nota la deputata Mirella Emiliozzi del Movimento 5 stelle nel commentare la situazione di tensione tra il Governo e i lavoratori del settore balneare. «Venendo da una città di mare, riconosco il valore aggiunto che la maggioranza degli imprenditori del settore ha apportato al turismo e alla valorizzazione del nostro territorio. Sono quindi d’accordo sulla necessità di tutelare chi ha lavorato in modo virtuoso e con serietà e trasparenza, ma è anche innegabile come continuare a rimandare il problema significherebbe fare ciò che tutti i Governi, da 15 anni a questa parte, hanno fatto, compresi quelli di destra che oggi si stracciano le vesti per i lavoratori del settore. Se la destra, come dice, ha delle soluzioni, perché non le espone anziché fare demagogia? Al momento, ritengo che, carte alla mano, la proposta del Consiglio dei Ministri, sia l’unica soluzione possibile e anche la migliore. Non mi piace la politica delle false promesse che hanno portato i lavoratori del settore alla situazione attuale, credo sia ora di trovare una soluzione che rappresenti un punto di equilibrio tra gli interessi dello Stato e quello degli operatori del settore. Andrà premiata l’esperienza professionale, gli investimenti, la qualità e quantità dei servizi e andrà considerato se si tratti o meno di attività a conduzione familiare».

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Il consigliere regionale di Fdi, Pierpaolo Borroni

BORRONI«Il Governo Draghi vuole mettere in atto un vero e proprio esproprio ai danni di 30mila imprese balneari italiane che avrà durissime conseguenze economiche e sociali anche nelle Marche. I nostri parlamentari daranno battaglia in parlamento mantenendo la barra dritta anche su questa delicata situazione con coerenza e a favore di tante imprese familiari marchigiane». Questo il commento dal consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Pierpaolo Borroni, a seguito dell’emendamento al Dl Concorrenza – approvato all’unanimità in CdM – in merito all’applicazione della Direttiva Bolkestein. «Si tratta di uno stop fino a fine 2023 e conseguenza il via libera a gare dal primo gennaio del 2024. Ci sono nazioni come Portogallo, Spagna e Croazia che hanno rinnovato le concessioni per qualche decennio senza che l’Unione europea intervenisse, creando di fatto una condizione che avvantaggia gli Stati competitor nel settore turistico. È sconvolgente la decisione del Cdm che, all’unanimità, ha deciso di condannare un comparto strategico per la nostra nazione come quella dei balneari. Stiamo ammazzando un altro pezzo di economia per favorire le grandi concentrazioni economiche, come ha ribadito Giorgia Meloni. Nelle Marche sono ben oltre 550 le imprese balneari attive che danno lavoro a più di 2.800 addetti. Di questi, a Civitanova, si contano 40 stabilimenti balneari e alcune centinaia di dipendenti. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di piccole e medie imprese a conduzione familiare che, ora, rischiano di perdere tutto non riuscendo fronteggiare gli appetiti delle multinazionali straniere. Le nostre belle coste, infatti, sono molto appetibili e l’ingresso di multinazionali potrebbe comportare un forte aumento della disoccupazione locale e, nel contempo, a un abbassamento della qualità dei servizi offerti. I nostri parlamentari daranno battaglia in Aula e personalmente sarò al loro fianco. Come ho già ripetuto a Mara Petrelli, presidente Abat, sempre in prima linea in questa giustissima battaglia. Anche in questo caso – conclude il consigliere di Fratelli d’Italia, Pierpaolo Borroni – ci siamo mostrati, per l’appunto con i fatti, l’unica forza politica coerente che proverà, in tutti i modi, a modificare questo emendamento per tutelare migliaia di lavoratori marchigiani e italiani».

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Maurizio Mangilardi

MANGIALARDI«Ovviamente non possiamo dichiararci soddisfatti rispetto all’emendamento al decreto legge Concorrenza elaborato dal ministro della Lega Massimo Garavaglia e dalla ministra di Forza Italia Mariastella Gelmini, il quale prevede un bando di gara per le concessioni balneari già a partire dal primo gennaio 2024. L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri è stato un atto dovuto, ma è chiaro che il Parlamento dovrà ora impegnarsi a fondo per cambiare un testo che, così com’è, rischia di innescare una profonda crisi sociale nel nostro territorio con la cancellazione di centinaia di microimprese a conduzione familiare e migliaia di posti di lavoro». A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico, Maurizio Mangialardi. «L’obiettivo – spiega Mangialardi – è tutelare gli investimenti che sono stati realizzati nel corso degli ultimi anni per riqualificare le strutture e rendere competitivo il nostro comparto turistico. Si tratta di un punto ineludibile, insieme alla necessità di offrire certezze immediate agli operatori sul futuro che li attende, anche al fine di salvaguardare la prossima stagione estiva. L’odierna incertezza, infatti, potrebbe paralizzare il settore proprio nel momento in cui inizia a delinearsi la ripresa post pandemia. Auspico davvero che le forze in Parlamento comprendano che in gioco non c’è solo l’esistenza di un modello che è stato capace di produrre servizi di qualità, ma soprattutto ricchezza per l’intera comunità. Quella stessa ricchezza che ora, senza clausole di tutela per le nostre imprese, inevitabilmente verrà drenata da grandi gruppi aziendali, vere e proprie potenze economico-finanziarie, con conseguente impoverimento del territorio». «Purtroppo – conclude Mangialardi – oggi scontiamo le difficoltà create dal populismo, dalla demagogia e dalla miope visione elettoralistica di chi, come Lega e Fratelli d’Italia, ha illuso per 15 anni i nostri operatori, facendogli credere che sarebbe stato possibile andare avanti sine die con proroghe di ogni tipo per evitare l’applicazione della direttiva Bolkestein invece di ragionare su soluzioni di medio-lungo periodo. In realtà sapevano bene che questo momento sarebbe arrivato e ora, anziché collaborare a una proposta concreta capace di coniugare concorrenza e diritti di imprese e lavoratori, tentano l’ennesima speculazione politica sui danni che hanno largamente contribuito a creare».

 

 

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