Sotto inchiesta per l’eredità,
il Riesame: «Un anno di stop
delle attività per i due avvocati»

CIVITANOVA - Accolto il ricorso della procura di Macerata e disposto l’aggravamento delle misure cautelari nei confronti di Emanuela Scoppa, 52 anni, e Claudio Monterotti, 69, indagati per falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace. Vittima dei presunti fatti il figlio di una ricca donna civitanovese morta nel 2020

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Gli avvocati Claudio Monterotti ed Emanuela Scoppa

 

Un anno di interdizione dall’attività di avvocato, questa la decisione del tribunale del Riesame di Ancona che ha accolto il ricorso della procura di Macerata in merito all’indagine sulla presunta falsificazione del testamento di una ricca novantenne civitanovese, Ia Liverotti, morta nell’ottobre 2020. Due gli avvocati indagati, a vario titolo, per falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace.

Si tratta di Emanuela Scoppa, 52 anni (che deve rispondere di entrambi i reati), e Claudio Monterotti, 69 (cui viene contestata la sola circonvenzione di incapace). Entrambi attraverso i loro legali avevano smentito di essersi appropriati di denaro. L’indagine è della Guardia di finanza di Macerata (Nucleo di polizia economico finanziaria). In prima battuta il Gip del tribunale di Macerata aveva disposto lo stop per i due avvocati alla cura delle pratiche della parte offesa (il figlio dell’anziana morta).

finanza Il pm che ha coordinato l’indagine ha però fatto ricorso: da qui la nuova misura, più afflittiva: l’interdizione da tutte le attività inerenti alla professione di avvocato per la durata di 12 mesi. 

Alla base della decisione, secondo gli inquirenti, ci sono una serie di episodi per cui sussisterebbe il reato di circonvenzione di incapace: era infatti emerso che i due legali, abusando della situazione di fragilità del figlio dell’anziana, l’avrebbero indotto a sottoporsi ad una serie di costose visite specialistiche per ottenere diagnosi di “normalità” mentale e psichica, in modo da indurlo ad agire in giudizio per provocare la revoca dell’amministratore di sostegno.

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Gli avvocati Federico Valori e Francesco De Minicis

Questo, continuano gli inquirenti, per poter avere “campo libero” nella gestione del patrimonio della vittima. Nel corso delle indagini era emersa l’esistenza di un testamento apocrifo, in base al quale la metà del patrimonio sarebbe spettata di diritto all’avvocatessa.

La prima misura cautelare era stata adottata lo scorso novembre. I finanzieri avevano anche sequestrato 1,5 milioni di euro. Su questo i legali dei due indagati, gli avvocati Federico Valori e Francesco De Minicis, avevano chiarito che si tratta del compendio ereditario «non erano sui loro conti, non si sono impossessati di un euro».

 

(Ultimo aggiornamento alle 15)

(Redazione Cm)

Avvocati sotto inchiesta per l’eredità di una ricca famiglia civitanovese «Il milione e mezzo non era sui loro conti»

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