Il parco di Villa Cozza, amato, massacrato, dimenticato e ora riscoperto. E c’è anche chi gli ha dedicato un libro. Il parco in effetti colpisce per i suoi alberi secolari e la pace che riesce a donare. Si può solo immaginare o ricordare per chi ha qualche anno di più, come fosse un tempo.
Un parco, racconta il consigliere M5s Roberto Cherubini «dove negli anni 70 trascorrevo gran parte del mio tempo. Negli anni ’70 il Parco si estendeva dall’ospedale fino al rione Vergini ed era un punto di ritrovo per varie generazioni, che negli anni 80 assistettero al massacro del parco e del rione Santa Lucia nel quale fu fatta passare una strada di scorrimento senza senso. Era un’epoca diversa, nella quale sopra alla fornace e nel parco c’era “lu scarcalacciu” che oggi, in periodo di transizione ecologica, sarebbe inaccettabile. Da allora tutto è cambiato e dal rione Santa Lucia i cittadini fuggono anziché arrivare, a causa di un traffico veicolare pesante assurdo. Il progetto presentato dall’assessore Silvano Iommi, che spero vinca il bando, non potrà certo restituire il tolto ma potrà riqualificare e rendere fruibile a molti una zona meravigliosa della città. Credo che oggi la riqualificazione di zone bellissime come quella del parco di Villa Cozza sia essenziale». E sul parco Cherubini segnala un libro appena uscito, scritto da Letizia Carducci «che con passione racconta la storia del Parco e ne evidenzia le ricchezze culturali ed arboree». Si intitola “Villa Cozza. Parco urbano e bene comune”.
(redazione CM)
Il master plan di Iommi per rilanciare un’area di 10 ettari «Cuore pulsante il parco di Villa Cozza»
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Grazie per la nota di riconoscimento per un umile lavoro di ricerca frutto dell’impegno condiviso dal gruppo di cittadinanza attiva Spiazzati per riportare attenzione ad uno dei pochi spazi verdi in città, di proprietà privata ma da sempre ad uso pubblico, polmone ad uso delle strutture ospedaliere e dei quartieri intorno.
Magari sia arrivato il momento di riqualificare l’intera area e di narrare le storie di chi ci ha vissuto nel tempo.
Ogni luogo merita attenzione e la torretta neogotica al centro del Parco urbano, continua a confrontarsi con la torre dell’orologio in Piazza della Libertà e silenziosamente a ricordare il rapporto del nucleo storico con l’abitato più periferico.
Alla ricerca hanno contribuito voci autorevoli e ex residenti nostalgici.
ben vengano le pubblicazioni su “come eravamo”. Soprattutto è giusto che si salvino almeno in parte quei ricordi, come sta tentando l’amico Jommi.