«Omissioni sui controlli all’ex cementificio»,
Corvatta e Marcheggiani prosciolti dal Gup

IN AULA - L'ex direttore dell'Arpam e il responsabile del servizio Aria erano imputati per omissione d'atti d'ufficio e falsità ideologica in merito ad accertamenti disposti dalla Provincia su richiesta di alcuni residenti di San Severino, Gagliole e Castelraimondo preoccupati dall'aumento dei tumori nella zona in cui sorgeva la struttura. Per il primo non luogo a procedere, per il secondo assoluzione (aveva chiesto l'abbreviato). La sentenza è del Gup del tribunale di Macerata

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L’ex cementificio

 

Omissioni sui controlli all’ex cementificio Sacci, non luogo a procedere per l’ex direttore dell’Arpam, Gianni Corvatta. Assolto anche Massimo Marcheggiani, responsabile del settore Aria dell’Arpam. Le decisioni sono arrivate questa mattina nel corso dell’udienza che si è svolta davanti al Gup Domenico Potetti del tribunale di Macerata.

I residenti di San Severino, Gagliole e Castelraimondo preoccupati perché nella zona, dove si trovava il cementificio Sacci, c’erano stati aumenti di tumori nella popolazione, avevano chiesto alla Provincia, di svolgere accertamenti per comprendere se il sito fosse inquinato.

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Gianni Corvatta

La Provincia aveva incaricato l’Arpam di fare i controlli. Era il 2015. Nel 2017 l’allora consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni aveva fatto un esposto alla procura e presentato un dossier in cui sollevava perplessità e accuse sugli accertamenti svolti dall’Arpam. È così partita una indagine della procura di Macerata per accertare cosa fosse accaduto. Per la procura ci sarebbero state delle presunte irregolarità, e nel registro degli indagati erano stati iscritti l’allora direttore dell’Arpam Gianni Corvatta, 68 anni, e il responsabile del settore aria dell’Arpam, Massimo Marcheggiani, 61 anni, residente a Tolentino. Le accuse sono di omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico. A solo Corvatta l’accusa contestava la relazione finale sulle indagini ambientali per la qualità delle matrici di suolo e aria e studio dei bioindicatori licheni nelle aree che potevano essere potenzialmente interessate da una eventuale ricaduta di inquinanti emessi in atmosfera dall’impianto Sacci. Nonostante il superamento del parametro Cobalto nel territorio di San Severino, diceva l’accusa, Corvatta non ne avrebbe dato comunicazione agli enti competenti e non avrebbe predisposto le relative indagini. Inoltre a fronte della richiesta della Provincia, del 21 febbraio 2017, avrebbe omesso di procedere con la massima rapidità e di comunicarne gli esiti entro 30 giorni al fine di consentire all’ente l’eventuale avvio delle procedure di legge.

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L’avvocato Guglielmo De Luca

A Corvatta e Marchegiani veniva contestato di aver attestato falsamente «la conformità alla norma tecnica prevista per legge di 70 referti analitici dell’Arpam riguardanti campionamenti delle Pmi, che sarebbero stati eseguiti senza rispettare l’obbligo di campionamento di 24 ore, senza indicare l’intervallo di prelievo e con incongruenze tra il periodo di prelievo e il volume d’aria campionato». Inoltre «invece di annullare i referti, li avrebbero usati illegittimamente per rassicurare enti e residenti circa l’esistenza nei limiti di legge delle concentrazioni di metalli pesanti nell’aria – si legge nel capo di imputazione –, impedendo in tal modo di effettuare la procedura volta alla individuazione dei punti più rappresentativi per l’ubicazione delle centraline per il monitoraggio inerente la qualità dell’aria ed i punti dove effettuare i campionamenti per la valutazione dei suoli». Per la procura avrebbero omesso anche di integrare le indagini «una volta venuti in possesso del documento con cui il cementifico Sacci aveva individuato le aree di massima ricaduta». Il legale di Marcheggiani, l’avvocato Guglielmo De Luca, aveva chiesto di fare il processo con rito abbreviato, condizionandolo ad una perizia. Corvatta invece, assistito dal legale Leonardo Filippucci, non aveva chiesto riti alternativi. La perizia è stata decisiva perché da questa non sono emerse condotte illecite. Da qui l’assoluzione per Marcheggiani («perché il fatto non sussiste») e il proscioglimento di Corvatta con il non luogo a procedere. Anche il pm Rosanna Buccini ha chiesto l’assoluzione.



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