Suicidio assistito, i vescovi:
«La scelta di darsi la morte
non è mai giustificabile»

L'INTERVENTO dei rappresentanti ecclesiastici sul caso di Mario, 43enne tetraplegico che sta affrontando l'iter formale per porre fine alla sua vita

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L’Arcivescovo di Ancona Osimo Angelo Spina

 

«La scelta di rinunciare alla vita non si può mai condividere». Così i vescovi delle Marche in merito al caso di Mario, 43enne marchiano tetraplegico che da oltre un anno chiede di poter accedere al suicidio assistito. Il Comitato etico delle Marche ha vagliato i requisiti contenuti nella sentenza Cappato, della Corte Costituzionale, aprendo la strada per la morte assistita. «I vescovi delle Marche esprimono vicinanza  – si legge in una nota – e pregano per chi è nella sofferenza di ogni malattia o sta affrontando situazioni di dolore e di sofferenza. Si rammaricano che ci sia chi, nella sofferenza, ritiene di rinunciare alla vita, scelta che ritengono di non poter mai condividere. Esortano a non perdere mai la speranza anche nella malattia e nei momenti più dolorosi, ricorrendo a tutti i mezzi che la medicina mette a disposizione per lenire il dolore. Ritengono che la scelta di darsi la morte non sia mai giustificabile e che compito di solidarietà sociale sia creare le condizioni affinché questo non avvenga mai, senza lasciare nessuno nella solitudine della sua malattia. La vita è un bene ricevuto che va sempre difeso e tutelato».

 

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