La nazionale italiana di football americano festeggia la vittoria degli europei
di Michele Carbonari
Porta una firma maceratese l’ennesima impresa sportiva italiana di questo 2021.
La gioia di Stefano Chiappini
La nazionale di football americano si è laureata campione d’Europa: in rosa il 37enne Stefano Chiappini, operaio di una azienda che produce ceramica a Pollenza. Nato a Frosinone il 16 ottobre 1984, ma trasferitosi a Macerata all’età di dieci anni per motivi di lavoro della madre, Stefano Chiappini è uno dei pilastri e dei più esperti della squadra azzurra e domenica scorsa, anche grazie alla sua prestazione, ha offerto il suo contributo nella scrittura di una nuova pagina di storia di questo sport: 41 a 14 nella finalissima contro la Svezia, nella capitale scandinava Malmoe. Per la terza volta (l’ultima ben 34 anni fa) l’Italia vince il titolo continentale e ora, nel mirino del 37enne ci sono i mondiali, fra un paio di stagioni. «È stata un’esperienza bellissima – racconta Stefano Chiappini -. È stato il mio quarto europeo: nel 2009 in Austria, nel 2013 a Milano e nel 2016 a Lignano Sabbiadoro. Il football è diviso in categorie. In questi anni siamo partiti dalla fascia più bassa, il gruppo C. Ogni europeo siamo saliti di livello e siamo arrivati nel gruppo A, quello che abbiamo disputato adesso: il top, dove ci sono le nazionali più forti. Praticamente dal 2009 ho partecipato a questa grande scalata».
Due sono state le partite in programma in questo europeo. «La prima l’8 agosto a Piacenza contro la Francia. Siamo stati dieci giorni in ritiro a Cattinara, in provincia di La Spezia, in una caserma, per non avere distrazioni. Poi ci sono stati dei positivi al Covid nella squadra transalpina e quindi abbiamo vinto il match a tavolino. Quindi la finale contro la Svezia, con la quale abbiamo giocato domenica 31 ottobre. Siamo partiti il 27 per Milano, ci siamo allenati due giorni e siamo andati direttamente a Malmoe, sede della finalissima – prosegue il centro, sempre titolare nella linea d’attacco, della nazionale -. Partivamo sfavoriti. Condividevamo lo stesso albergo e ci hanno visti un po’ più piccoli rispetto a loro. Secondo me ci hanno sottovalutati e preso sotto gamba. Però devo dire che noi eravamo preparatissimi. Sono anni che ci alleniamo su questo sistema di gioco, sempre fra noi, il gruppo è affiatato. Li abbiamo dominati dal primo all’ultimo minuto: è finita 41 a 14. Abbiamo stabilito il record di punti segnati in una finale europea. Di solito queste partite sono sempre equilibrate. Siamo scesi in campo con il sangue negli occhi, determinatissimi, tant’è che a fine primo tempo eravamo avanti 34 a 0 – spiega il 37enne nato a Frosinone ma maceratese d’adozione -. A livello personale è stato molto gratificante. Per me e per la mia famiglia, che c’è sempre stata in questi 21/22 anni di carriera. Tra allenamenti, infortuni, diete, sconfitte. Per me è una cosa gigantesca, faccio ancora fatica a capire cosa è successo. Nel nostro mondo abbiamo fatto una grande cosa.
Io ho iniziato a giocare a 17 anni, nel 2001, grazie a mio fratello maggiore che era già inserito nel mondo del football americano. Nel tempo ho girato l’Italia fra Roma, Milano, Bologna e Ferrara. Da un paio d’anni gioco ad Ancona, sempre nella prima divisione nazionale. In carriera ho giocato sette finali, tutte perse: ma domenica ho vinto quella più importante». Un successo da condividere con tutte le persone che hanno accompagnato Stefano nella sua carriera. «Una dedica va sicuramente agli amici, che ci sono sempre stati in questi anni. I ringraziamenti sono infiniti: gli allenatori, i compagni di squadra e gli avversari, che aiutano a crescere. Ma la medaglia la dono alla mia famiglia». Infine, non può mancare un pensiero al futuro. «Giocherò finché il mio corpo regge. Io sono 1,85 metri per 120 chilogrammi. Il fatto è che fra due anni, essendo arrivati primi agli europei, andremo a fare i mondiali. Ci sarà da impegnarsi. Sarà quello l’obiettivo, senza pretese. Per il momento mi godo questo momento. Dopo la partita siamo subito ripartiti. È stato bello perché giravamo gli aeroporti con le medaglie, con la coppa e tutti ci fermavano per le foto. È stato figo, non mi era mai successo. Nei prossimi giorni faremo un festa tutta per noi, anche se sarà difficile incontrarsi poiché tutti lavoriamo, qui nessuno prende soldi. Abbiamo tutti un’altra vita, io sono magazziniere».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Complimenti Stefano, un risultato che ti meriti e che ci onora