Accusato di bancarotta per aver distratto 40mila euro dall’azienda di cui era stato amministratore e presidente, la cooperativa Muratori e affini, oggi il 49enne Antonio Cervigni, maceratese, è stato assolto con formula piena «perché il fatto non sussiste». Il processo si è svolto al tribunale di Macerata.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Vincenzo Carusi, Cervigni avrebbe utilizzato una carta di credito aziendale per scopi personali ed estranei alle finalità aziendali e in questo modo avrebbe distratto una somma di circa 40mila euro. In particolare perché nella qualità di presidente del Cda della società, dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Macerata in data 1 luglio 2015, avrebbe distratto i 40mila euro con prelievi da un conto corrente ed attraverso l’utilizzo della carta di credito.
Nello specifico la carta di credito sarebbe servita, secondo l’ipotesi accusatoria, a fronteggiare una serie di esborsi di natura prettamente personale e che nulla avevano a che vedere con le esigenze, gli scopi o le finalità cooperativistiche, tanto da indurre l’accusa a ipotizzare il reato di bancarotta conseguente al fallimento della stessa Cooperativa. Questa mattina la difesa di Cervigni, sostenuta dall’avvocato Massimiliano Cofanelli ha eccepito come nella realtà l’amministratore avesse utilizzato tale forma di pagamento proprio a beneficio delle esigenze societarie, sino al punto di affrontare una serie di esborsi, come ad esempio quelli relativi a diverse spese notarili, traendo come fonte le stesse disponibilità finanziarie di carattere personale; in altre parole, secondo Cofanelli, era stato lo stesso Cervigni ad accollarsi gli impegni della società Cooperativa. Il pm ha chiesto la condanna a un anno e sei mesi per il 49enne, il Tribunale ha invece deciso per l’assoluzione con formula piena.
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