Punto di primo intervento:
«Si sta pensando di chiuderlo?»

RECANATI - Il comitato nato nel 2016 a difesa del servizio d'emergenza del “Santa Lucia” che «conta ogni anno numeri importanti da vero e proprio pronto soccorso. Quanto alla struttura ospedaliera, abbiamo proposto il ripristino di una piccola lungodegenza, una chirurgia a ciclo breve e un servizio di terapia del dolore oltre al rafforzamento e ampliamento delle attività ambulatoriali»

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Il Punto di primo intervento di Recanati

«Ma a che gioco giochiamo?» Esordisce con questa domanda provocatoria il comunicato del comitato nato nel 2016 a difesa del punto di primo intervento del “Santa Lucia” di Recanati (che stava per essere chiuso con delibera della regione Marche), rimasto deluso dal dibattito sul futuro piano sanitario regionale che si è tenuto in Consiglio comunale il 7 ottobre scorso. «I cittadini di Recanati e del territorio limitrofo – si legge nella nota – si aspettano dalla giunta marchigiana che siano mantenute le promesse, fatte a suo tempo pubblicamente, per il mantenimento del punto di primo intervento con atto ufficiale della regione. Questa è la richiesta principale che i cittadini hanno più volte ribadito partecipando numerosi alle marce organizzate dal comitato. A quelle manifestazioni erano presenti, lo ricordiamo, l’attuale assessore alla sanità Filippo Saltamartini, l’attuale presidente Francesco Acquaroli e la stessa Elena Leonardi, oggi presidente della IV commissione regionale della sanità. Il comitato non vuol neppure prendere in considerazione quanto detto nella seduta di Consiglio da Nadia Storti, direttore Asur Marche, sul punto di primo intervento e sul fatto che l’ospedale di comunità di Recanati tale è e tale rimarrà. Questo cancella ogni possibilità di aver riconosciuto ufficialmente, e non solo in regime di deroga, il mantenimento del punto di primo intervento.

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La fiaccolata a Recanati del 26 ottobre 2016, a difesa del punto di primo intervento dell’ospedale

Che significa che il punto di primo intervento non può essere gestito, come ha affermato la Storti, dai medici del reparto delle cure intermedie che giustamente fanno fatica a dividersi fra questo servizio e la corsia? Che si sta pensando di chiudere il servizio di emergenza che conta ogni anno numeri importanti da vero e proprio pronto soccorso? Il comitato ha chiesto, proprio per ovviare a questa difficoltà, l’assunzione di personale dedicato per il servizio di emergenza e così si aspetta che faccia la nuova amministrazione regionale – conclude l’organizzazione di Recanati -. Quanto alla riorganizzazione della struttura ospedaliera del “Santa Lucia” il comitato ha avanzato da tempo proposte migliorative come il ripristino di una piccola lungodegenza, una chirurgia a ciclo breve, dato che sono in funzione due eccellenti sale operatorie, e un servizio di terapia del dolore oltre al rafforzamento e ampliamento delle attività ambulatoriali. Il comitato è fiducioso che il nuovo piano sanitario in via di elaborazione tenga conto di questa importante realtà territoriale, troppo al lungo trascurata e ingiustamente penalizzata».



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