Il direttore sportivo della Maceratese Roberto Conti
di Mauro Giustozzi
Roberto Conti, dopo la positiva esperienza di Montefano, è approdato quest’anno per la prima volta a ricoprire il ruolo di direttore sportivo del club della sua città: la Maceratese. Domani alle 15, per la sesta giornata d’andata del girone B di Promozione, è in programma il big match fra Civitanovese e Maceratese, al Polisportivo, e analizza l’incontro rispondendo alle stesse domande del ds della Civitanovese Giulio Spadoni (leggi l’articolo).
Conti, come arrivano i biancorossi a questo derby?
«L’ambiente è sereno, la squadra sta vivendo questa vigilia della partita di Civitanova certamente non come una qualsiasi altra sfida di campionato. Il derby è un incontro particolare, che esula dal resto della stagione per le tante motivazioni che offre. Non si tratta di una partita decisiva perché ce ne sono tante da disputare, però ha sicuramente un peso e dei valori diversi da qualsiasi altra. I giocatori sanno che la città ed i tifosi tengono tantissimo al derby e cercheranno di approcciarlo al meglio, anche se questo tipo di incontro sfugge a qualsiasi pre match. Noi come sempre giocheremo per vincere».
Chi può essere nella formazione avversaria il giocatore che può decidere il derby.
«La Civitanovese ha in organico tanti calciatori forti che, al pari dei nostri, daranno il 110% in campo domenica. I rossoblu hanno tante individualità che è difficile sceglierne una: direi il settore di centrocampo dove Perfetti e Visciano sono un lusso in questa categoria, elementi che sono abituati a questo genere di sfide. Ma anche Ruggeri in difesa è un ottimo calciatore».
Un momento di Chiesanuova – Civitanovese
Col Chiesanuova che vince sempre si rischia già di giocare solo per il secondo posto in questo girone B?
«Se il Chiesanuova sarà così bravo da vincere tutte le partite del campionato alla fine non potremo fare altro che alzarci in piedi e fargli un applauso perché vorrà dire che si è dimostrata la squadra più forte, la migliore del girone. Chiesanuova è una buona squadra, di categoria, sono stati bravissimi a massimizzare più punti possibili in questo avvio di campionato. Io penso che sia però troppo presto per dire che noi e la Civitanovese ci dobbiamo rassegnare a giocare per conquistare solamente il secondo posto».
Il derby più spettacolare che metti nella tua speciale classifica di questo classico?
«Ce ne sono tante di queste sfide giocate tra biancorossi e rossoblu: quella a cui sono più legato è decisamente la vittoria della Rata nel 2005, era il periodo di Pasqua, per 1-0 con gol di Crocetti all’Helvia Recina. Oltre alla vittoria del derby che di per se vale già tanto, fu il successo che suggellò il successo del campionato di Eccellenza di quella squadra con tante giornate di anticipo sulla fine del campionato. Questo derby ha una storia lunghissima, fatta anche di cicli, ed è sempre una partita emozionante da vivere sia in campo che sugli spalti».
L’inizio di stagione è stato più difficoltoso del previsto per la Maceratese, oppure no.
«Io mi baso su dati oggettivi nell’analizzare quello che ha fatto finora la nostra squadra. La Maceratese è stata profondamente rinnovata nella rosa, altre squadre hanno un’ossatura che dura da anni e che quindi facilita nel mettere in campo i giocatori che ci sono. Qui è stato fatto un rinnovamento profondo, c’è bisogno di qualche tempo per amalgamarsi tra calciatori e con lo stesso allenatore. E’ un percorso che abbiamo iniziato e che purtroppo ci ha visto incappare in una mole di infortuni (ben sei i giocatori fuori nell’ultima partita, ndr) che mai mi era capitato di avere nelle precedenti esperienze calcistiche. Purtroppo, come si dice, piove sul bagnato ed abbiamo perso molti calciatori in queste prime giornate. La squadra, nonostante tutto, si è compattata ed ha portato a casa dei risultati: in cinque partite ne abbiamo vinte tre e pareggiate due. Per cui dico che finora la squadra ha rispettato le attese, considerando i tanti infortuni accusati che raramente ci hanno consentito di schierare la stessa formazione».
I tifosi della Maceratese durante l’ultimo derby giocato a Civitanova
Quanto contano i tifosi in un derby così sentito?
«L’ho detto appena sono arrivato alla Maceratese: i tifosi contano tantissimo per un giocatore che, soprattutto in un momento di difficoltà, se sente un sostegno ed un coro dagli spalti, è capace di dare anche quello che non ha nelle gambe. Gli sportivi sono fondamentali ed a maggior ragione quando si gioca un derby con una cornice di pubblico diversa da altre partite. Mi auguro che i nostri tifosi comprendano il momento che vive la Rata, la voglia che mettono i ragazzi di non mollare e impegnarsi al massimo per superare le difficoltà dovute alle tante assenze che accusiamo. Sapere che i tifosi ci sono vicini dà ancora più carica ai giocatori».
La Maceratese dovrà fare la conta degli infortunati per la partita contro i “cugini”?
«Sarà una squadra incerottata perché avremo ancora molti calciatori fuori. Dire quanti saranno non saprei al momento: forse alcuni riusciamo a recuperarli ma la maggior parte saranno ancora assenti. Il nostro pieno potenziale, per quanto accaduto, non siamo riusciti ad esprimerlo ed è un dispiacere perché a ranghi completi questa Maceratese è assai competitiva. Questo senza nulla togliere a chi è sceso in campo finora. La squadra si è compattata, il gruppo è solido ed ognuno dà l’anima per aiutare il compagno in campo».
Il ds Roberto Conti con Cristiano Lampi, entrambi la scorsa stagione erano al Montefano
Conti, la squadra che perderà domenica il derby può già andare in crisi?
«Secondo me non si può parlare di crisi anche se una delle due dovesse uscire sconfitta nel derby. E’ prematuro dopo così poche giornate. Arriva troppo presto questa partita per dare indicazioni definitive: ripercussioni non credo ce ne saranno, magari ci trovassimo nel girone di ritorno la situazione sarebbe diversa. Ad oggi non vedo aria di crisi per noi o per la Civitanovese in caso di ko».
Chiudiamo col dilemma che angoscia entrambe le tifoserie biancorossoblu: perché Civitanovese e Maceratese faticano tanto ad uscire da questi tornei regionali?
«Di base i campionati sono difficili a tutti i livelli: vincere, dalla Serie A alla Terza categoria, non è mai semplice. La Promozione, poi, nasconde tante insidie per club che magari hanno nome e tradizione e si ritrovano in questa categoria. In campo vanno sempre i giocatori, non la storia o il nome della città. E calarsi in questa categoria, dove si esaltano valori caratteriali ed agonistici rispetto a quelli puramente tecnici, per tanti calciatori non è sempre facile. Ti trovi a giocare contro avversari che, contro Maceratese e Civitanovese, giocano la partita della vita. E dico giustamente perché questo è il sale dello sport: per tanti giovani è l’occasione di mettersi in mostra, per altri è l’orgoglio di avere affrontato e magari battuto club che rappresentano grandi città o che hanno militato in campionati nazionali. Tutti aspettano di giocare contro queste squadre e noi dobbiamo farci trovare sempre pronti ed essere bravi a superare anche questo ostacolo che avremo per tutto il campionato».
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