«Un centro di ricerca
a Villa Buonaccorsi»

POTENZA PICENA - Il Comitato stop ai pesticidi ipotizza per la villa andata all'asta una rigenerazione in centro di sviluppo di buone pratiche per l'agricoltura: «abbiamo un presidente di Regione e un senatore potentini, si acquisti la villa, bastano 145 euro a cittadino»

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Villa Buonaccorsi, alza la voce anche il comitato “stop pesticidi” di Potenza Picena. Il referente interviene sulla questione dell’asta della villa potentina e chiede a gran voce azioni concrete per risolvere il problema.

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Villa Buonaccorsi

«Dopo anni di insipienza su Villa Buonaccorsi la politica si scatena in un assordante cra cra cra, Potenza Picena non può permettersi di perdere un sito di tale bellezza, è come rinunciare al mare, al centro storico o ai laghetti. Se è vero che una comunità si identifica anche nei luoghi che vive e li rappresenta, è doveroso e necessario trovare una soluzione affinché un simbolo diventi patrimonio collettivo». Il comitato si mostra però dubbioso sulla reale capacità delle istituzioni di sbrogliare la matassa: «ad oggi sappiamo solo che esiste un privato compratore anonimo – prosegue il comitato – ed una paventata volontà pubblica di prelazione in zona Cesarini. Con un senatore in carica ed un presidente di Regione potentini il gioco sembrerebbe fatto perché comprare la Villa non è impossibile per le istituzioni. La cifra ammonta a 2 milioni e 300 mila euro, cioè 145 euro per abitante del nostro Comune. Il problema, pertanto, è cosa farci e come utilizzare e reperire i soldi per la riqualificazione». Sciapeconi ricorda poi l’ipotesi di riqualificazione e gestione dell’associazione Villa e da qui propone di rendere Villa Buonaccorsi un Crra, centro di ricerca e resilienza degli agrosistemi: «si tratta di immaginare un unico centro nazionale di ricerca e sviluppo delle buone pratiche agricole che risponda alle nuove esigenze dell’agricoltura: suoli in predesertificazione, varietà colturali resistenti, principi attivi sostenibili. Un centro emanazione del Ministero he coordini università, associazioni di produttori privati, aziende con coordinate sovranazionali. Un centro che impieghi ricercatori, produca brevetti, rilasci know-how e tenga a cuore i giardini della villa. Servono ingenti fondi per riattivare la Buonaccorsi e solo un grande investitore con progetti ampi può garantirlo. La comunità potentina potrebbe acquistare e cedere il sito ad un grande progetto duraturo e non speculativo in cambio di un uso pubblico definito per convenzione».



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