Matteo Cesari de Maria mostra l’uva della prossima vendemmia
di Marco Ribechi
L’innovativo rosé di vernaccia nera della cantina VerSer conquista il primo grande riconoscimento nazionale. È bastata una sola vendemmia a Matteo Cesari de Maria, il giovane scappato da Milano per dedicarsi alla coltura della vite nelle terre del nonno originario di Serrapetrona (leggi l’articolo), per salire subito alla ribalta nazionale in una delle guide più importanti d’Italia. Il suo Serrosé infatti è stato selezionato tra oltre 30mila vini in concorso per entrare a far parte della guida Vini Buoni d’Italia, del Touring Club, ottenendo la Corona ovvero il massimo riconoscimento. La guida, fondata e curata da Mario Busso, è un’autorità in campo nazionale e vede una commissione composta dai massimi esperti italiani nel settore, tra cui anche Alessandro Scorsone, dal 1991 in servizio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi con varie mansioni tra cui quella di sommelier e coautore della guida.
Il viticoltore al lavoro nella sua vigna
Il premio è arrivato graditissimo al viticoltore che attualmente è impegnato nella valutazione della vendemmia. «È una soddisfazione speciale – commenta Matteo Cesari de Maria – ancora di più perché è molto difficile essere premiati alla prima vendemmia. Già superare le selezioni su oltre 30mila partecipanti è stata una gioia immensa ma arrivare tra i 700 scelti per il massimo premio è veramente un sogno che concretizza tanti anni di pianificazione e di duro lavoro». La guida, volta a valorizzare le radici locali della tradizione enologica italiana, si occupa di recensire solo vitigni autoctoni, cioè quei vini prodotti al 100% da vitigni che sono presenti da oltre 300 anni nella penisola italiana. Il processo di selezione è trasparente e accuratissimo, sono coinvolti infatti oltre 80 degustatori riuniti in 21 commissioni regionali. Dopo una prima selezione, in cui sono stati selezionati 904 vini, è stata attribuito a 739 vini (di cui 34 delle Marche) la Corona, il massimo riconoscimento mentre agli altri è stata assegnata la Gold Medal.
Matteo Cesari de Maria assicura un’ottima annata
Tra i coronati anche il Serrosé. «Sapevo di aver ottenuto un grande prodotto ma inizialmente non pensavo di presentarlo subito in concorso – spiega Cesari de Maria – è avvenuto tutto in maniera quasi fortuita poiché per altri motivi mi trovavo a Roma il giorno della consegna delle bottiglie. Quello che mi riempie di orgoglio è il fatto che la filosofia della guida si sposa alla perfezione con la mia visione del fare vino, ovvero ritornando alle radici e premiando le eccellenze locali. L’Italia ha un patrimonio vinicolo enorme, molto molto più grande di quello francese, il problema è che a volte non si cerca di valorizzare quello che è solamente nostro proprio come, ad esempio, la vernaccia nera». La premiazione avverrà tra novembre e dicembre, dopo le varie vendemmie che tengono impegnati i produttori di tutta Italia. Mentre si gode la meritata soddisfazione Matteo Cesari de Maria è al lavoro nella sua vigna, rigorosamente da solo, dove sta producendo sia uva di vernaccia nera sia uve bianche di Pecorino. «L’estate ha portato grandissima siccità – spiega il viticoltore – sto cercando di capire bene quando raccogliere per mantenere uno standard qualitativo molto alto. Le uve sono belle ma la resa sarà più bassa. In questa fase è necessaria grandissima attenzione per arrivare alla vendemmia di ottobre con un prodotto di eccellenza».
Scappa da Milano nella terra del nonno, pianta una vigna e inventa il rosé di vernaccia
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