Alessandro Gattafoni e l’equipaggio che lo ha accompagnato durante la traversata
di Michele Carbonari
«È stata un’esperienza bellissima, ma allo stesso tempo dura, difficile e complicata. Condivisa con tutti gli amici e con le persone care. Io sono la punta dell’iceberg, ma c’è una squadra attorno che lavora e che mi ha supportato, senza la quale non sarei riuscito».
Insieme all’amico Daniele Scarpa
Alessandro Gattafoni parla così all’indomani della sua impresa, ovvero la traversata da Civitanova alla Croazia in kayak (leggi l’articolo). Malato di fibrosi cistica, il 35enne civitanovese da tempo sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito di questa malattia. «Io nella vita ho fatto anche altri sport, come calcio e pugilato. Ho iniziato a far canoa da quando ero ragazzino, avevo dodici anni, ma mai a livello agonistico, solo amatoriale. A marzo ho conosciuto alcuni ragazzi che andavano in kayak e mi hanno istruito e insegnato tanto – racconta Alessandro Gattafoni -. A febbraio ero ricoverato all’ospedale perché si era riacutizzata la mia patologia. Infatti il messaggio che voglio far passare è proprio la sensibilizzazione verso la fibrosi cistica. Ho fatto dieci giorni con flebo, antibiotici e cortisone. Quando sono uscito stavo meglio e mi sono posto questo obiettivo. Era da tanto che lo avevo in mente e allora mi sono detto: “Adesso che sto in forma, ora o mai più”».
La traversata è iniziata venerdì sera e si è conclusa ieri con il ritorno in barca, ma inizialmente era prevista per il 27 agosto, soltanto il maltempo ha posticipato l’appuntamento. «È stato quasi provvidenziale. Venivo da due settimane durissime a livello mediatico, fra interviste, conferenze stampa e organizzazione. Ero arrivato a quel giorno sfinito. Ripensandoci non sarei riuscito a farcela. Poi ho rimandato al dieci settembre consapevole del fatto che se fosse stato tempo cattivo si sarebbe rimandato a giugno prossimo. Sono arrivato quindi molto più leggero e ho trovato un mare spettacoloso. È stato un amico aggiunto – spiega Gattafoni -. La mattina il vento e la corrente mi hanno spinto e poi il mare è diventato piatto, c’erano condizioni ideali per far kayak. Avevo una barca avanti che faceva la rotta, mentre una dietro che mi controllava.
Il foglietto trovato in mare
Durante la traversata abbiamo incontrato delfini e tartarughe, in più abbiamo trovato una bottiglia con dentro un messaggio di un ragazzino tedesco di tre anni. Non l’abbiamo ancora contattato, è ancora presto». Archiviata l’impresa da Civitanova alla Croazia, Alessandro Gattafoni è pronto a rimettersi in gioco e compiere un’altra avventura insieme al suo amico Daniele Scarpa: ad ottobre è pronto per una nuova traversata, da Venezia a Pirano (Slovenia), in occasione della Barcolana, per sensibilizzare sul cancro femminile.
Il 35enne di Civitanova torna infine sulla due giorni appena trascorsa. «È stata una sfida con me stesso: dimostrare che se ti impegni, ci metti cuore, cattiveria e grinta agonistica gli obiettivi si raggiungono. Questa patologia a livello mentale porta a non accettarsi. Quindi l’ho fatto per dimostrare a me stesso di valere come gli altri – conclude -. Ringrazio veramente tutti, ma un pensiero a mio padre che è stato sveglio insieme a me per tutta la notte, non ha dormito un secondo».
La bottiglia
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