Orietta Berti con Amadeus
di Francesca Marsili
Quando Orietta Berti diva della musica italiana ha iniziato a cantare ”Mille”, il tormentone che l’ha consacrata regina indiscussa dell’estate, il pubblico presente allo Stadio della Vittoria di Tolentino non ha potuto far altro che farsi trascinare dalla sua grinta romagnola. Mille, tanti erano gli spettatori che sabato sera hanno reso sold-out la settima edizione del “Premio Ravera una canzone è per sempre”, la kermesse musicale nata per celebrare l’indimenticabile figura di Gianni Ravera, originario di Chiaravalle, personaggio tra i più famosi dello spettacolo che ha scritto numerose pagine della storia musicale e televisiva italiana.
Tra gli ospiti più attesi che hanno riscaldato i cuori del pubblico dopo mesi di difficili restrizioni Diodato, vincitore dell’edizione 2020 di Sanremo, Al Bano con la sua potenza vocale e i Nomadi che da oltre cinquant’anni cantano la poesia. E poi Wrongonyou, da Sanremo giovani, Random, tra i protagonisti dell’ultimo Sanremo, Giò Evan, Le Deva, Matteo Faustini, il tenore Piero Mazzocchetti e molti altri.
In una tiepida e piacevole serata di fine estate dove un timida e passeggera pioggia non ha turbato gli animi del pubblico, il palco allestito al Della Vittoria si è trasformato in un jukebox live dove grandi big e giovani talenti del nostro panorama musicale hanno celebrato la grande musica italiana tra hit del momento e grandi successi senza tempo. Al timone della conduzione Dario Salvatori, giornalista e critico musicale e Melissa Di Matteo, la serata si è aperta con otto giovani promesse della canzone italiana. Sullo sfondo, l’Orchestra Mediterranea diretta dal Maestro Michele Pecora, ideatore e direttore artistico del Premio.
Ospite d’eccezione della serata un fuoriclasse della conduzione: Amadeus, che proprio nella precedente edizione del Premio Ravera, nel 2020, era stato premiato per la sua capacità di portare con se la tradizione del varietà italiano restando sempre attento ai cambiamenti e alle innovazioni con un linguaggio e uno stile che conquista. «Nelle Marche vengo spesso e volentieri, soprattutto nel Conero» ha dichiarato il conduttore dell’edizione 2022 del Festival di Sanremo prima di presentare l’esibizione del cantautore pugliese Diodato, vincitore dell’edizione 2020 del festival di Sanremo.
Diodato
«Confesso di essere particolarmente legato a Diodato – ha ammesso Amadeus con visibile emozione – con lui è stato il mio primo festival di Sanremo. Dopo aver ascoltato la sua canzone con la quale ha vinto: “Fai rumore”, gli ho detto: quando sali sul palco apri le braccia come Modugno, secondo me vinci il Festival. E cosi è stato». Accompagnato dalla sua chitarra acustica, l’esibizione di Antonio Diodato, autore di ciò che canta, è stata indubbiamente tra le più apprezzate. Magico il momento in cui – sulle note di “Fai rumore” – il pubblico ha accolto l’invito dell’artista a seguire in coro la sua voce che è senza dubbio tra le più belle, eleganti e intime dell’attuale panorama italiano. Premiato dalla mani del vicesindaco Silvia Luconi, Diodato ha ricevuto il “microfono”, simbolo del Premio Ravera e una scultura raffigurante una chiave di violino realizzata dal maestro orafo Michele Affidato. «L’ho conosciuto bene Gianni Ravera – ha ricordato Al Bano prima di far cantare a squarciagola uno dei suoi più grandi successi come “Ci sarà” e “Felicità” – abbiamo fatto tante cose insieme, ma era di Chiaravalle, chissà perché viene ricordato a Tolentino? ».
Al Bano
Ironico, simbolo della canzone neomelodica italiana nel mondo, Al Bano, accompagnato al pianoforte, ha poi fatto rivivere un suo vecchio successo a cui è particolarmente legato: “Il mio concerto per te”, una canzone tratta da una celebre melodia di Tchaikovsky evidenziando come alcuni successi non abbiamo tempo. Il cantante di Cellino San Marco, che nel pomeriggio di ieri non si è sottratto ai tanti fans che chiedevano un selfie con lui, ha sottolineato «Le Marche sono per me una seconda casa, un territorio dove c’è arte, cultura e bellezza, quando le Marche chiamano io ci sono sempre».
Amata da nonni e nipoti, Orietta Berti, al secolo Orietta Galimberti che con la sua hit “Mille” quattro volte disco di platino ha fatto scatenare la tribuna. A lei è andato il premio “rivelazione dell’anno” consegnato da Pasquale Mammaro, manager dal fiuto infallibile e regista del Premio Ravera. «Questo è il premio più pesante che ho ricevuto, quando vado in giro mi danno certi cartoni!» – ha ironizzato la Berti sul palco della Della Vittoria. Un viaggio nella storia musicale e artistica italiana fatto di momenti che appartengono alla memoria di tutti dove emergono alcuni tratti dell’evoluzione e dell’influenza della musica nella nostra società. Una trama leggera per ripercorrere con canzoni, immagino e citazioni passi di storia del nostro Paese attraverso la figura di Gianni Ravera; questo il leitmotiv del Premio in sua memoria.
Con il rapper Random, ventenne, reduce dall’ultima edizione del Festival di Sanremo, attualmente considerato uno dei talenti emergenti più importanti della scena rap italiana, la puntina del giradischi del Premio Ravera ha poi fatto un balzo in avanti nel tempo. Spazio anche alla romanza con il brano “Un amore così grande” il tenore pescarese Piero Mazzocchetti apprezzato in tutto il mondo. «Il Premio Ravera è importante perché lui è stato uno dei propulsori della riforma del festival di Sanremo – ha commentato Mazzocchetti – anche le nuove generazioni credo debbano conoscere personaggi come lui». Con il nuovo singolo “1+1” e il brano sanremese “Nel bene e nel male” presentato nella categoria “nuove proposte”, il cantautore bresciano Matteo Faustini, ha catturato l’attenzione del pubblico e senza dubbio sentiremo parlare molto di lui. Sul palco anche l’unico gruppo pop italiano tutto al femminile: Le deva, composto da Laura Bono, Greta Manuzi, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro. Il quartetto che pone al centro dei suoi brani temi legati ai diritti lgqbm, l’amore universale, la libertà e l’uguaglianza, oltre a cantare un brano del loro repertorio: “Un’altra idea”, si sono esibite sul palco assieme all’inossidabile Orietta Berti come avvenuto nella scorsa edizione del Festival di Sanremo nella serata dei duetti. E poi ancora, Wrongonyou, romano, cantante inserito nel panorama underground, è uno dei vincitori di AmaSanremo, programma televisivo ha scelto i cantanti per Sanremo 2021 nella sezione Giovani Nuove Proposte con il brano scritto da lui stesso (Marco Zitelli) dal titolo “Lezioni di Volo”.
E Giò Evan, poeta, cantautore da milioni di visualizzazioni sul web creatore reduce anche lui dall’ultima edizione del festival dei fiori. Senza dubbio una manifestazione musicale trasversale che non pone limiti di genere purché di musica italiana di qualità si tratti. Tre ore di spettacolo dove le risate non sono mancate grazie anche alla camaleontica Emanuela Aureli e la sua incontenibile verve comica che ha imitato Mara Venier, Malika Ayane e lo stesso Al Bano. Seguita da Serena Rigacci, altra giovane promessa della musica italiana che strizza l’occhio a quella internazionale che ha reso omaggio ai tanti Festival di Gianni Ravera con un medley delle sue musiche più celebri. Il Premio Ravera “autori” è andato a Marco Rettani, un eccellente paroliere e discografico che ha scritto per i Nomadi, Patty Pravo, Orietta Berti e molti altri consegnato dalle mani dell’avvocato Leopoldo Lombardi, esperto di diritto d’autore. La chiusura della settima edizione del Premio Ravera è stata riservata ai Nomadi, una delle band italiane più longeve che sul palco del della Vittoria è salita con due componenti: Beppe Carletti e Yuri Cilloni. Sulle note di “Io vagabondo” la serata si è conclusa con le parole del sindaco Giuseppe Pezzanesi che – visibilmente soddisfatto ha ringraziato gli sponsor e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione dello spettacolo con un messaggio: «Il mio mandato scadrà prima della prossima edizione del Premio Ravera – ha concluso i primo cittadino che del Premio Ravera è stato il fautore sin dalla prima edizione – ma ovunque si svolgerà io sarò li a sostenere questa manifestazione importantissima per Tolentino e per le Marche».
È veramente stato uno spettacolo eccezionale
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