di Monia Orazi
Supera i campanili la proposta di candidare la vallata camerte a patrimonio mondiale Unesco. L’ambizioso progetto che riguarda i centri dove si produce il Verdicchio, da Matelica, ad Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo, Camerino, Pioraco, fino ai comuni anconetani di Cerreto d’Esi e Fabriano, è stato presentato questa mattina a Matelica, nella sede provvisoria del Comune in via Spontini, dove è stato inaugurata la sede operativa Unesco di Matelica e Sinclinale camerte, del club Unesco di Tolentino e Terre Maceratesi.
L’obiettivo della proposta di candidatura è quello di portare al riconoscimento, da parte dell’Unesco, della sinclinale camerte all’interno delle aree “Mab”, aree marine o terrestri che gli stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle popolazioni locali. Ad oggi la rete realizzata conta 686 riserve della biosfera in 122 paesi nel mondo inclusi 20 siti transfrontalieri», si legge nella presentazione. L’Unesco con questo riconoscimento intende favorire l’integrazione tra comunità locali e l’ambiente per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso il dialogo partecipativo, lo scambio di conoscenze, il miglioramento delle condizioni di vita, il rispetto dei valori culturali e della capacità di adattamento delle società.
La preparazione della documentazione per la candidatura a patrimonio Unesco, sarà curata dal centro studi luglio 1967, presieduto da Raimondo Turchi. Attualmente nelle Marche solo il centro storico di Urbino è patrimonio mondiale Unesco.
A portare i saluti istituzionali è stato il sindaco di Matelica Massimo Baldini: «Ho letto il verbale dell’assemblea costitutiva dell’Associazione Centro studi luglio 1967, in particolare quello dove sono esposte le finalità volte a curare l’iscrizione per la candidatura a patrimonio mondiale Unesco, dei territori della sinclinale camerte che comprende gli otto comuni dove viene prodotto il Verdicchio di Matelica. Matelica nella sua lunga storia ha sempre evidenziato la sua doppia vocazione nell’industria e nell’agricoltura. Questo ci è testimoniato dai reperti ritrovati nelle tombe e capanne picene del settimo secolo avanti Cristo, nelle testimonianze delle 110 industrie di panni lana presenti a Matelica tra il 1300 ed il 1800, da vari atti notarili di compravendita di terreni agricoli con vigneti di “Verdichio” nel 1579».
Sono intervenuti alla presentazione del progetto Gabriella Righi presidente onoraria della commissione italiana Unesco, Raimondo Turchi presidente del neonato club, Elisabetta Torregiani vicepresidente del Centro studi luglio 1967, Giuseppe Faustini presidente del club Unesco Tolentino, Luisella Tamagnini assessore del Comune di Pioraco, la guida ambientale Maria Cristina Mosciatti, Manuel Bernardini appassionato di storia locale, la conclusione dei lavori è stata affidata al consigliere regionale Renzo Marinelli. La giornata è stata completata dalla visita a luoghi importanti del territorio: dalla futurista Casa Zampini di Esanatoglia firmata da Ivo Pannaggi, all’azienda Belisario che produce Verdicchio, immancabile la piccola Scala di Matelica il teatro Piermarini, il museo dedicato ad Enrico Mattei.
Sefro e il territorio del Verdicchio proposti come patrimonio Unesco
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