«Centro storico,
vogliamo dire la nostra»

TOLENTINO - Luigino Luconi, presidente del comitato di quartiere del centro storico, si rivolge agli amministratori della città: «Non tutti sanno ascoltare, o non vogliono. Questo luogo deve essere funzionale, riorganizzato, curato, vivibile, tenuto in sicurezza e pulito. Vogliamo dire la nostra sulla progettazione»

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Luigino Luconi

«Il centro storico è la nostra storia, cultura e tradizione. Come dire: il nostro cuore, e se sappiamo ascoltare sentiremo il battito del cuore che soffre. Ma non tutti sanno ascoltare, o non vogliono ascoltare, e ci chiediamo: “i nostri amministratori sanno ascoltare?”». A farsi questa domanda, a nome del comitato di quartiere del centro storico di Tolentino è Luigino Luconi, il presidente dell’associazione, che si rivolge all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Pezzanesi. «Atteggiamento che riscontriamo da quanto si sta realizzando e programmando senza soluzione di continuità, senza una visione in proiezione futura, per la mancanza di iniziative progettuali e programmatiche funzionali, omogenee, ancor più messe in evidenza con il periodo post-sisma e con l’emergenza sanitaria. Da qui è inevitabile il suo declino – denuncia Luigino Luconi -. Declino che ha origini remote e fino ai giorni nostri, segnate da un’unica direttrice con scelte urbanistiche e sociali anacronistiche, con delocalizzazioni dei servizi, svuotamento di funzioni sociali e culturali, mancanza di manutenzioni. Sono solo alcune ma importanti cause della perdita di appeal della città storica. Spesso, anzi molte volte, ai cittadini capita di leggere articoli, proclami come “stiamo cercando di rendere bello il centro storico” a questo, rispondiamo che il centro storico non deve essere reso bello. È anacronistico, in materia di urbanistica è un termine non corretto.

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Piazza Libertà a Tolentino

Il centro storico deve essere funzionale, riorganizzato, curato, vivibile, tenuto in sicurezza e pulito. Il discorso riguarda di riflesso i quartieri periferici e l’intera città: laddove un centro storico è in difficoltà, tutti i cittadini e la città ne subiscono gli aspetti negativi. A noi sembra che tutti, prima o poi, arrivano a frequentare o visitare il centro storico. Quindi che si fa? Da sempre, ogni anno, si inizia a parlare di “centro storico”. Vengono dette cose, fatte promesse, annunciati progetti, ma con pochi risultati. Solo oggi, forse, si ha una piccola certezza che si possa avere una speranza e finalmente riuscire a fare qualcosa, grazie all’arrivo dei 47 milioni di euro legati al Psr (Programma Straordinario per la Ricostruzione), ma senza questa opportunità che sarebbe successo? Avremmo dovuto aspettare ancora e per quanti anni? Noi crediamo, anzi siamo certi, che si debba attuare una politica nuova di conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico, storico, culturale, pubblico e privato, delle tradizioni e dell’impianto arboreo, perché questo vuol dire parlare di economia: “conservarlo bene e averne cura vuol dire fare economia” – prosegue il presidente del comitato di quartiere del centro storico di Tolentino -.

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Giuseppe Pezzanesi

Registriamo inoltre la forte preoccupazione dei residenti in piazza Cavour alla notizia che verranno a breve realizzati i lavori di manutenzione della piazza. Tutte problematiche già presentate dal comitato e in diversi periodi, fin dal 1995 ad oggi. Noi del comitato sostenuti dai residenti e dai cittadini. Da sempre chiediamo la disponibilità per un confronto, abbiamo idee, proposte, abbiamo soluzioni da presentare, come ampiamente dimostrato dalle varie pubblicazioni sulla nostra pagina facebook “Comitato di quartiere centro storico”. Ma ci è concessa poca considerazione. Per questo non ci piace che ci venga detto che facciamo parte della categoria delle persone che parlano a sproposito e che poi ci perdiamo in critiche sterili senza avere soluzioni, alle problematiche del nostro centro. Rispondiamo: “abbiamo già risposto, ora è giunto il momento che ci ascoltino” – conclude il Comitato -. Il centro storico è di tutti i residenti, i cittadini, i commercianti e i frequentatori, quindi è un bene comune, soprattutto di chi ci abita o lavora, quindi vogliamo dire la nostra e partecipare attivamente alla programmazione e progettazione. Forse chiediamo troppo? A quanto pare per qualcuno si».



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