Testimonianze per il Pellegrinaggio:
«Il Covid mi ha portato via sei mesi,
la vita mi è stata ridonata»

FEDE - Il racconto dell'avvocato Giancarlo Pietrella, storico volontario del cammino da Macerata-Loreto (che si svolgerà sabato alle 21). E' una delle tremila adesioni e intenzioni di preghiera ricevute. Tra queste il medico Mariano Avio e la studentessa Elisa Borghetti: «L’esperienza delle lezioni universitarie mi tiene viva e mi consente di alzarmi ogni mattina con un nuovo slancio»

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La delegazione guidata da monsignor Vecerrica ha incontrato Papa Francesco

 

di Alice Marabini

C’è l’avvocato maceratese Giancarlo Pietrella, storico volontario del Pellegrinaggio che si è trovato ad affrontare il Covid ed è stato intubato. Poi c’è Elisa Borghetti studentessa che nelle lezioni universitarie ha trovato l’occasione per rialzarsi dalla pandemia. E Mariano Avio medico di base che ringrazia per avere avuto la forza di affrontare le difficoltà incontrate nell’ultimo anno. Sono alcune delle oltre 3mila testimonianze e intenzioni di preghiera degli aderenti al 43esimo Pellegrinaggio Macerata-Loreto, che si svolgerà sabato 12 giugno alle 21, ancora una volta in edizione ridotta. “Quando vedo te, vedo speranza” è il tema scelto. «Mettendoci davanti alla Madonna come mendicanti di tutto, possiamo chiederle l’imprevisto di cui abbiamo assoluta necessità per alzarci dal letto ogni mattina e affrontare il duello quotidiano tra la vita e la morte, tra l’essere e il nulla che si svolge dentro ciascuno di noi», dice don Julián Carrón nel messaggio inviato in occasione dell’evento. Ed è proprio questa domanda che sta emergendo in tutta la sua drammatica urgenza attraverso molte adesioni, più di 3mila intenzioni di preghiera che continuano ad arrivare e le testimonianze di molti.

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Giancarlo Pietrella con la moglie

Tra i racconti, quello di Pietrella per anni impiegato come volontario del Pellegrinaggio, racconta la sua esperienza da malato Covid e la riscoperta della vita come dono. «Nei primi giorni di novembre dello scorso anno ho contratto il Covid – dice – Dopo quasi sei mesi di ricovero in vari reparti ospedalieri ed in una struttura riabilitativa, alla fine di aprile sono stato dimesso per proseguire la convalescenza a casa. Questo lungo periodo di malattia per me è stato innanzitutto la possibilità di prendere progressivamente coscienza che la vita mi è stata data, che non mi appartiene. Ho iniziato a prendere coscienza di essere realmente in pericolo di vita».

Proprio in questa occasione Pietrella si rende conto dell’efficacia della preghiera: «Mentre stavano spostando il mio letto per trasferirmi al reparto di terapia intensiva, è comparso improvvisamente davanti a me il mio parroco, che è anche il responsabile della pastorale negli ospedali. Brevemente, mi ha ricordato l’efficacia attuale della grazia dei sacramenti. È stato come sentire l’abbraccio del Signore e da li è derivata la consapevolezza che la mia vita non è un mio possesso. In questo abbraccio mi sono sentito affidato e pacificato e sono entrato sereno al reparto, dove poi mi hanno intubato».

Da questa esperienza nasce l’idea del titolo del  Pellegrinaggio Macerata-Loreto di quest’anno: “Quando vedo te, vedo speranza”. «La mia speranza non poteva reggersi su un mio sforzo di autoconvincimento, ma era generata dal guardare volti concreti: quella infermiera che mi incoraggiava a non fossilizzarmi sul mio stato d’ansia, perché il miglioramento sarebbe venuto col tempo e, stupito, la guardavo serena al lavoro pur con una importante forma di diabete; quegli amici che mi facevano compagnia con i loro messaggi Whatsapp o con il Rosario via Zoom. Sono pieno di gratitudine per questa vita ridonata – conclude Pietrella nel suo messaggio -. Molti mi dicono: “Bravo ce l’hai fatta. Hai sconfitto il virus”. In realtà io non ho fatto proprio niente: avrei potuto anche morire senza accorgermi di nulla. Mi sono ritrovato nuovamente in vita ed ora avverto la bellezza e la responsabilità di fronte a questa nuova occasione che gratuitamente mi è stata data, la bellezza di vivere intensamente ogni istante».

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Elisa Borghetti

A Elisa Borghetti, 21 anni, studentessa di Unimc e Mariano Avio, responsabile del servizio sanitario del Pellegrinaggio, parlano invece di quale sfida rappresenti per loro il tema del Pellegrinaggio di quest’anno, e cos’è la speranza nelle loro giornate

«La seconda ondata di Covid non ha portato scompiglio nella mia vita, ma rassegnazione – dice Borghetti – Era come se non potessi più vedere niente, come se stessi vivendo in un luogo inaccessibile e niente potesse interessarmi davvero. La speranza è tornata in me grazie all’esperienza delle lezioni universitarie, mi tiene viva e mi consente di alzarmi ogni mattina con un nuovo slancio. È questa la mia speranza, ed è quel qualcosa che mi consente di dire che il Covid può avermi strappato una parte del mio percorso universitario e delle mie aspettative, ma non può strapparmi ciò che studio, le persone che ho accanto, il cammino che qualcuno costruisce per me giorno dopo giorno».

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Mariano Avio

«La speranza è proprio la certezza in una presenza che non ti abbandona mai, neanche nelle circostanze più drammatiche – racconta invece Avio – Ho il cuore colmo di gratitudine per come mi sono sentito accompagnato nello stare di fronte alle sfide di questi mesi: vedere come pazienti, amici, colleghi sono stati di fronte a questa circostanza, accorgermi che in loro la paura non ha vinto per la certezza di una presenza che ti permette di stare davanti alla ferita del dolore e della sofferenza come un bambino, che può affrontare il pericolo quando ha vicino la sua mamma, una presenza carica di attrattiva, che ti addita una bellezza che ti corrisponde».

In questi mesi di preparazione, il momento più significativo è stato l’udienza che Papa Francesco ha voluto concedere ad una delegazione del Comitato organizzatore guidata da monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito della diocesi di Fabriano-Matelica e ideatore del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. Nelle parole di incoraggiamento, che il Papa ha loro rivolto, è riecheggiato l’appello lanciato un anno fa: «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla», aggiungendo poi che la speranza non è nel tornare alla “normalità” solita, ma nell’attraversare questa crisi costruendo una “normalità” nuova.

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