Pioniera dell’emergenza territoriale,
Maila Cardinali in pensione con un sogno
«Accogliere gli immigrati a Lampedusa»

TOLENTINO - Ultimo giorno di lavoro ieri per l'infermiera di Caldarola dopo 41 anni di servizio nelle strutture della provincia. Ai colleghi ripete spesso: «Quando vedo persone in difficoltà, sento che devo dare “una mano”, non me ne posso stare ferma, immobile, senza far nulla»

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Maila Cardinali ha timbrato l’ultimo cartellino ieri alle 20

 

Ultimo giorno di lavoro ieri per Maila Cardinali, infermiera in servizio all’ospedale di Tolentino. Per lei ieri si è concluso un ciclo lavorativo di 41 anni, di cui gli ultimi 25, trascorsi al Punto di primo intervento e 118. La salutano con una lettera i colleghi infermieri, il coordinatore medici autisti e tutti gli operatori che lavorano all’ospedale di Tolentino. «Ha iniziato la sua carriera con entusiasmo e passione, dotata di cuffia e grembiule, quando la figura dell’infermiere era ancora una professione sub-alterna a quella medica. E’ riuscita, nel corso degli anni a mantenere lo stesso entusiasmo e la stessa passione e con destrezza ha saputo assumersi le sue responsabilità nel momento in cui è stato abolito il mansionario infermieristico.
Tutto ha avuto inizio il 14 luglio 1980, primo giorno di lavoro nel reparto di Medicina dell’ospedale di Tolentino, all’epoca Usl19, due giorni dopo aver terminato la “Scuola Professionale per Infermieri” di Camerino. Dopo qualche anno, a seguito di uno scambio di sede con un collega, ha iniziato a lavorare nel reparto di Ortopedia dell’ospedale di Macerata. Nel capoluogo di provincia, oltre l’Ortopedia, ha prestato servizio in vari ambulatori specialistici, per poi terminare la propria esperienza lavorativa nell’ospedale del capoluogo nel reparto di Rianimazione. A metà anni ‘90 circa, ha fatto ritorno all’Ospedale di Tolentino, nel reparto di Medicina, e nel 1996 è stata assegnata al Pronto Soccorso dello stesso nosocomio dove, oltre a prestare servizio in reparto, comincia la propria esperienza sul territorio con il 118; possiamo considerare Maila una delle pioniere del servizio dell’ Emergenza Territoriale. Grande anche il suo impegno nel sociale: presidentessa dell’Associazione delle “Dame di San Vincenzo” di Caldarola, sua città natale, volontaria della Croce Rossa, dell’Ares (Associazione Regionale Emergenza Sanitaria), con la quale ha svolto diverse missioni in Italia e nel mondo, e della Lega del Filo d’Oro, con la quale ha trascorso gran parte delle sue ferie estive. A noi colleghi ripete spesso: «Quando vedo persone in difficoltà a causa di eventi calamitosi o laddove c’è bisogno di portare in aiuto, sento che devo dare “una mano”, non me ne posso stare ferma, immobile, senza far nulla». A chi le chiede cosa farà ora, dopo il conseguimento della pensione, ha confidato un sogno: «Andare a Lampedusa per aiutare e accogliere gli immigrati che sbarcano in Italia, intanto nell’attesa si iscriverà al gruppo della Protezione Civile di Caldarola».
Rimane nei cuori dei colleghi con le sue frasi “celebri” che soleva ripetere spesso: «Sono arrivata, vado a mettermi il completino…vado al distributore automatico delle bevande, posso offrirti un caffè, un cognac, un cordiale?». Per concludere, c’è una frase di Teresa D’Auria, che pensiamo possa descrivere Maila: “La generosità è un dono che appartiene all’anima. Non dipende da ciò che hai, ma da ciò che sei…”».



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