Il consiglio comunale di Civitanova
di Laura Boccanera
Passa da 11.550 euro a 17mila e da 7.700 euro a 11.550 il compenso per presidente e membri della commissione dei revisori dei conti.
L’assessore Roberta Belletti mentre illustra l’adeguamento di compenso
L’aumento di stipendio votato ieri sera nel consiglio comunale che ha conferito anche la cittadinanza onoraria al milite ignoto. Presente il generale, medaglia d’oro Rosario Aiosa che ha commosso l’assise con il ricordo del maresciallo Piermanni e il racconto del conflitto a fuoco in cui rimase coinvolto il 18 maggio 1977. E’ tornato a riunirsi ieri sera il consiglio comunale di Civitanova, diversi i punti all’ordine del giorno, tra questi l’adeguamento del 50% dello stipendio per i revisori dei conti. «E’ un adeguamento tenuto conto del decreto interministeriale 21 dicembre 2018, che ha operato l’aggiornamento dei limiti massimi dei compensi, con effetti decorrenti dal 1 gennaio 2019, considerate anche la dignità della professione e le sollecitazioni dei revisori si propone di adeguare i compensi – ha detto l’assessore al bilancio Roberta Belletti – e adeguarne la congruità assumendo come parametri di riferimento i nuovi limiti. Lo stanziamento di spesa nel bilancio 2021-2023 è pari a 48mila e si propone di aumentare da 11.550 euro a 17.325 euro il compenso del Presidente e da 7.700 euro a 11.550 euro per i componenti. Un aumento del 50%, non è un obbligo di legge, ma una facoltà dell’Ente in ottemperanza al decreto ministeriale». «Solidarietà corporativa» – il commento del capogruppo Pd Giulio Silenzi. «C’è una legge del 2018 e quando si decide di renderla applicativa, dandone un’interpretazione di più cinquanta per cento? Proprio in questo periodo storico/economico – afferma Mirella Franco – d’altronde alzi la mano chi non sta avendo un aumento di compenso del cinquanta per cento, come rispetto della propria dignità professionale. Sono certa che i cittadini capiscono e approvano».
«L’assessore parla di un decreto ministeriale che pone dei limiti massimi, ma non pone dei minimi. Mi fa piacere che siano stati gli stessi revisori a sollecitare l’adeguamento e si citi la dignità della professione – aggiunge Pier Paolo Rossi – Peccato che questi revisori non si siano mai visti in aula, assenti quando si parla di bilanci e sollecitano un aumento del loro compenso. Non si sono mai visti, ma chiedono l’aumento, che faccia tosta». «Non è vero che non sono mai venuti in aula, sono presenti quando il regolamento lo prevede» la replica della Belletti. «Di cattivo gusto nei confronti di categorie che stanno tirando la cinghia», la riflessione di Stefano Mei del Movimento 5 stelle. «Interventi meschini dall’opposizione è una richiesta legittima da parte dei revisori – obietta Enzo Pizzicara – da parte loro massima collaborazione». Alla fine il punto passa con 9 sì, 6 no e 6 astensioni proprio grazie alle assenze nelle file dell’opposizione e con la maggioranza spaccata. Astenuti i consiglieri di Fratelli d’Italia (Costantino Cavallo, Paolo Nori, Pino Beruschi, Roberto Pantella) e gli indipendente Piero Croia e Sergio Marzetti. Contraria Cristina Ruffini (FdI) che vota contro come l’opposizione (Giulio Silenzi, Mirella Franco, Pier Paolo Rossi, Marco Poeta e Stefano Mei). Assenti Stefano Ghio, Tommaso Corvatta e Yuri Rosati.
In apertura di consiglio però è stata la discussione per la cittadinanza onoraria al milite ignoto a commuovere i consiglieri. L’iniziativa è legata alla celebrazione del centenario della traslazione del milite ignoto sull’Altare della Patria prevista per il 4 novembre ed è stata fortemente promossa da Anci e dal gruppo delle Medaglie d’oro al valor militare d’Italia presieduto dal Generale dei carabinieri medaglia d’oro Rosario Aiosa, da sempre vicino a Civitanova, a sua volta coinvolto nella vicenda di cronaca che costò la vita al maresciallo Sergio Piermanni morto proprio in quel conflitto a fuoco il 18 maggio del 1977. In collegamento su Zoom ieri sera Aiosa ha ricordato il valore della figura del milite ignoto: «Un comune che decide di conferire la cittadinanza onoraria al milite ignoto rivendica l’onore di avere il milite ignoto come proprio cittadino. La visione è completamente ribaltata rispetto alle cittadinanze onorarie solitamente conferite, ovvero il piacere e l’onore per un Comune di avere il milite ignoto fra i propri concittadini. Quando sono entrato nel gruppo delle medaglie d’oro mi è stato detto subito che le Medaglie d’oro sono tutte uguali, non c’è una graduatoria, anche se poi i fatti e la storia una graduatoria la fanno. Ce n’è una sola che è diversa, ma diversa nel senso della qualità ed è il Milite ignoto perché in realtà premia il valore ignoto, di tutti coloro che non hanno avuto alcuna ricompensa perché la guerra è brutta e può succedere che si muoia eroicamente senza che nessuno se ne accorga. C’è non solo il simbolo del sacrificio del caduto in guerra, ma anche il valore rimasto sconosciuto. E pur parlando al singolare si riferisce a tutti i caduti, da quelli di La Spezia a quelli di Civitanova Marche». Aiosa ha poi ricordato la sua storia personale che si intreccia con quella del maresciallo Piermanni, un racconto che ha commosso il consiglio e lo stesso Aiosa nel parlare di Piermanni: «Avevo 24 anni, ero comandante della Compagnia di Fermo da pochissimo, una sera esco dal ristorante Il Caminetto di Porto San Giorgio dove cenavo e ho incrociato alcune persone. Ho avuto una sensazione, non li conoscevo, poi ho scoperto che erano alcuni componenti del clan dei catanesi, quasi tutti evasi e poche settimane prima avevano ucciso un poliziotto a Torino. Ho avuto il tempo di organizzare un controllo con un numero di militari, noi eravamo 7 e loro erano 6 compreso il basista. Erano appena arrivati e andati a cena, quando sono usciti anche loro hanno capito che c’era qualcosa che non andava, noi eravamo in borghese tranne due, 4 sono fuggiti a piedi e due saliti in macchina. Una delle nostre auto si è messa di traverso e l’idea era farli scendere e controllarli. Invece quello che doveva essere un controllo si è trasformato in due conflitti a fuoco, lì abbiamo perso l’appuntato Beni, raggiunto al cuore. Io ho inseguito insieme ad un mio militare i 4 in fuga, ad un certo punto sono rimasto da solo, tre si sono allontanati, uno si è fermato e mi ha colpito con due colpi, io a mia volta ho risposto al fuoco e lui è morto in ospedale. I tre sfuggiti a me sono i tre banditi arrivati a Civitanova dove tutta l’Arma avvertita via radio li cercava. E a quel punto hanno abbandonato l’auto e hanno preso il treno. Il Maresciallo Piermanni era in licenza, saputo cosa accaduto è tornato in servizio e anziché fare controlli casuali ha avuto l’intuizione di aspettarli alla stazione e li ha incontrati e si è apprestato ad un controllo. Loro hanno sparato per primi, Piermanni ha sparato tutti i colpi che aveva nella sua arma e poi purtroppo è caduto». Nel racconto Aiosa si commuove come se a separarlo da quell’episodio non ci fossero 44 anni. «Io la chiamo “la battaglia delle Marche”, 18 maggio 1977 – conclude – Nell’auto questa frangia aveva esplosivo, fucili a canne mozze, passamontagna, corde, tutto l’occorrente per spaziare da sequestri, estorsioni, rapine. Ed erano appena arrivati. Io credo che Piermanni, Beni e Albanesi con il loro sacrificio abbiano risparmiato alle Marche molti brutti episodi». 800 finora i conferimenti ottenuti e oltre 200 le pratiche in corso. Il consiglio ha approvato all’unanimità.
Ce lo vole !!!
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