Abbattimento del chiosco,
l’opposizione chiede
il Consiglio comunale

SAN SEVERINO - Presentata da Massimo Panicari e Gabriela Lampa del Centrodestra, Francesco Borioni del Centrosinistra e Mauro Bompadre del Movimento 5 Stelle la richiesta per discutere la mozione sulla riqualificazione dei giardini Coletti

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L’attuale chiosco da demolire

 

Abbattimento del chiosco dei giardini di San Severino sì o no? Mentre la sfida corre a suon di petizioni, quella contro l’abbattimento proposta dall’architetto Luca Maria Cristini e quella a favore dell’abbattimento rilanciata da alcuni giovani settempedani, scende in campo l’opposizione che ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale, per discutere la mozione sulla riqualificazione dei giardini Coletti e l’ampliamento del chiosco bar.

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Massimo Panicari

A presentare la richiesta sul tavolo del presidente del consiglio comunale Sandro Granata sono stati i consiglieri di minoranza di San Severino Massimo Panicari e Gabriela Lampa del Centrodestra, Francesco Borioni del Centrosinistra e Mauro Bompadre del Movimento 5 Stelle. Nella mozione l’opposizione chiede di modificare il progetto di riqualificazione dei giardini redatto dall’architetta di Filottrano Lorena Luccioni «evitando la totale demolizione del chiosco in aderenza a quanto disposto dalla determina 635 del 13 agosto 2020, al fine di avviare un intervento che ridistribuisca le risorse previste non solo sul manufatto, ma anche ma sull’intera area da riqualificare e impegna il sindaco, la giunta municipale, e per il loro tramite, il responsabile dell’area di competenza a fornire le rette linee di indirizzo al professionista incaricato». Nella mozione inoltre si specifica che «i giardini pubblici Giuseppe Coletti inaugurati nel 1873 fanno parte dei giardini storici tutelati dalla regione Marche e annoverano alberi importanti primo fra tutti il monumentale cedro del Libano, la cui età è di circa 150 anni – scrivono i consiglieri aggiungendo che – l’edificio chiosco dei giardini pubblici Coletti è stato progettato dall’ingegnere Luigi Cona è strutturalmente agibile ed è un esempio di architettura moderna da salvaguardare». I consiglieri di opposizione ricordano che nella determina 635 del 13 agosto 2020, con cui è stata incaricata della progettazione esecutiva l’architetto Lorena Luccioni si «prevedeva esclusivamente l’ampliamento del manufatto e non la sua demolizione. Infatti anche nel bando consultabile nell sito dell’Unione montana si evidenzia l’originaria finalità del progetto con la dicitura “riqualificazione dei giardini storici Giuseppe Coletti, valorizzazione aree verdi ampliamento chiosco bar”».

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Il nuovo chiosco progettato da Lorena Luccioni, vista sud ovest

Nella mozione si cita anche uno stralcio della relazione dell’architetto Lorena Luccioni, professionista di Filottrano che ha predisposto il progetto esecutivo, con cui è stata giustificata la scelta dell’abbattimento: «Per tale struttura si propone l’integrale sostituzione, essendo quella di oggi una struttura insufficiente per capacità alle attuali esigenze, ed essendo inoltre di modesta qualità architettonica oltreché obsoleta e bisognosa di cospicui interventi di adeguamento. La quota di progetto a pavimento finito sarà quella della pista da ballo, a circa + 60 cm rispetto alla quota del bar attuale. Per tale ragione, ma non solo, l’ampliamento del bar esistente con una prima ipotesi sulla della sua conservazione appariva alquanto problematica per la differenza di quota certamente non trascurabile, anche fine dell’abbattimento delle barriere architettoniche». Inoltre i consiglieri Panicari, Lampa, Borioni e Bompadre firmatari della mozione rilevano che nell’intervento «si concentrano le risorse oggi disponibili nella sola riqualificazione della struttura di ristoro denominata chiosco bar, collocata nelle estremità nord del parco pubblico ed inoltre un intervento di riqualificazione e valorizzazione aree verdi dovrebbe interessare la parte arborea floristica del giardino, i viali e le attrezzature come panchine e giochi per bambini anche perché l’intervento è finanziato con l’alienazione di un analogo spazio di verde pubblico punto e, sarebbe opportuno Indire un concorso di progetti cosa che fu persino effettuata al momento della costruzione degli stessi giardini».

 

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