Il maneggio di Giulio Marchesini
Acqua, montagna, cultura e magia. Queste quattro parole introducono la puntata di Linea Bianca (su Rai 1) dedicata alla nostra regione, Marche: i monti del mito, le vette della speranza. Il viaggio dei conduttori Massimiliano Ossini e Giulia Capocchi parte dall’oratorio della Madonna del Sole a Capodacqua di Arquata, che costudisce la liturgia della perfezione. Molte chiese dell’Appennino hanno forma ottagonale, simbolo delle risurrezione e tema della puntata andata in onda oggi pomeriggio, che ha toccato tanti angoli della parte sud delle Marche. Tre sono le tappe nella provincia di Macerata. La prima dal dottor Giulio Marchesini, che grazie ai suoi cavalli ha dato vita ad un centro di ippoterapia. A testimonianza che nella regione il rapporto fra uomo e animale è una vera ragione di vita: il medico ippoterapeuta da una fattoria ha creato una clinica, dove gli animali curano le persone. L’“ippomessaggio” dei due esemplari ripresi dalle telecamere (Annabella e Pannocchia) parlano chiaro: «vivi e ama».
Massimiliano Pavoni alla Mozzi Borgetti
Restando a Macerata, ad emergere è lo Sferisterio, simbolo della città considerata l’“Atene delle Marche”. Proprio accanto vi è “Porta Mercato”, considerata la via che conduceva ad Oriente e dalla quale sono partiti i primi viaggi per la Cina e di quindi gli studi sul Tibet. I più importanti sono quelli del maceratese Giuseppe Tucci, i cui documenti sono conservati nella “Biblioteca comunale Mozzi Borgetti” (in precedenza convento dei gesuiti). Il bibliotecario Massimiliano Pavoni ripercorre la storia dell’orientalista maceratese e mostra le tante foto e i piccoli opuscoli, che grazie alle immagini e ai racconti «ci portano all’interno di una cultura nuova». Fra un salto e l’altro, dal capoluogo le telecamere giungono e si soffermano a San Ginesio, “il borgo dei miti”: «si dice che nella collegiata avessero casa i templari e che vi fosse seppellito Pipino il Breve». Nel comune colpito dal sisma, l’attenzione ricade verso uno dei prodotti tipici del territorio: il ciauscolo, «il salame della montagna e un tempo colazione dei contadini». Il produttore Giuseppe Vitali spiega lo si può considerare come il «papà di tutti i salami spalmabili d’Italia. È morbido e il grasso è di altissima qualità, fatto con materie prime del territorio. I suini da cui proviene il ciauscolo sono di razza e cresciuti nelle nostre terre. L’ingrediente segreto dell’impasto è il vino».
Giuseppe Vitali con i suoi ciauscoli
Come detto, il viaggio di Linea Bianca è partito dalla provincia di Ascoli. Esattamente dal Rifugio Zilioli, restaurato in seguito i danni provocati dal terremoto. Da lì si passa ad Isola San Biagio di Montemonaco, dove lo chef Enrico Mazzaroni racconta la sua esperienza ristorativa dopo aver vissuto due anni nelle strutture alberghiere di Porto Recanati (mentre il nutrizionista Mauro Mario Mariani parla delle specialità del territorio: uova, tartufo, olive e castagne). Nella vicina Montefortino invece ci si immerge nelle Gole dell’Infernaccio, fra il Monte Priora e il Monte Sibilla. Sottolineato il lavoro avviato tempo fa: ripopolare il Tenna delle trote mediterranee (specie a rischio estinzione) e reintrodurre il camoscio appenninico (ne erano rimaste poche decine). In zona, è fondamentale il servizio del soccorso alpino, per il recupero degli infortuni lungo i sentieri delle Gole. I tanti percorsi nelle montagne sono nella mente di Andrea Spaterna, presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che ha l’obiettivo di recuperare quelli resi inagibili dopo il sisma. Proprio per questo l’ente ha dato il via ad una manutenzione straordinaria dei tratti al momento inaccessibili. Parallelamente, questo lavoro deve essere accompagnato dal turista/escursionista: non debbono mancare attenzione e rispetto, visto che si è nel “cuore dell’Italia”. Linea Verde conclude il suo percorso dove ha iniziato: ad Ascoli. Allo stadio Del Duca una voce narra la passione per il calcio del presidentissimo Costantino Rozzi, amatissimo numero uno del club bianconero nelle migliori stagioni di Serie A della sua storia. Nel capoluogo piceno è da ammirare la Pinacoteca civica, in piazza Arrengo, e la “resilienza”, «la capacità delle imprese di adattarsi e rispondere ai cambiamenti». Affascinante il mistero che avvolgono l’“Albero del Piccioni”, mentre il presidente dei Donatori nati Claudio Saltari ricorda che il 14 giugno l’Italia ospiterà la Festa del donatore e che sono in programma eventi trainanti all’appuntamento nazionale (il suo invito è di non aver paura di donare anche in presenza del Covid).
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se andate alla pagina facebook “pro.frontignano”, leggerete dei commenti non proprio entusiasti delle puntata sui Sibillini: forse hanno ragione?