Un presepe in legno e completamente intagliato a mano. E’ l’opera realizzata dalla parrocchia di Santa Maria delle Vergini a Macerata e posizionata davanti al santuario, chiuso dopo il terremoto del 2016 e poco a poco spogliato delle preziose opere che raccoglieva al suo interno.
La Natività è rappresentata, grazi e a mix sapiente tra moderne tecnologie e attività artigiana, su tre livelli: il primo è uno schermo iniziale con angelo e pastore, il secondo ritrae la sacra famiglia e il terzo il bue e l’asinello. Il tutto è illuminato con delle luci a led che lo rendono visibile anche in lontananza.
«La nostra intenzione è quella di portare luce come ha chiesto di fare la Regina della pace a Medjugorie, ma anche di mettere un faro sulla nostra chiesa che tanto amiamo e di cui da anni dobbiamo fare a meno senza sapere quale sarà il suo futuro».
Attualmente la vita della parrocchia si svolge in una tenda seppur resa sicura e con tanto di pala di altare ma i parrocchiani continuano a sperare che presto la ricostruzione si sblocchi e la chiesa venga risistemata, non solo per la parrocchia stessa ma soprattutto per il valore culturale e storico del santuario. La chiesa primitiva, infatti, molto probabilmente risaliva all’epoca in cui Macerata divenne Diocesi 1335 circa, era dedicata ai vergini, cioè ai giovani ragazzi e ragazze posti sotto la protezione di Maria. Nel 1533 Lorenzo De Carris dipinse l’immagine della Madonna delli Vergini, nel 1548 si incominciò a parlare di miracoli compiuti, in quella chiesetta, dalla Madonna e dell’apparizione della Vergine a Barnardina di Bonino, fanciulla di Macerata a cui chiese una processione di bambini e bambine per far cessare l’epidemia di peste.
(a.p.)
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I parrocchiani delle vergini si sono sempre distinti per idee nuove e originali su tutto. Secondo qualche parroco solo apparenza, secondo me è un dono che Dio ci ha fatto di avere gente che si impegna e lavora per i propri parrocchiani, per voglia di fare e perché ci crede. Grazie ragazzi!!