
Milena Sebastiani
di Mauro Giustozzi
La proroga di presentazione delle domande per il bonus ristorazione spostata dal 28 novembre al 15 dicembre, il mini bazooka della regione Marche con 17 milioni di euro da destinare alle pmi marchigiane più danneggiate dalle misure restrittive calate per contrastare la pandemia da Covid 19. Le poche notizie positive arrivate agli operatori del settore ristorazione e turismo che hanno invece sollecitato la possibilità di un’apertura delle attività in vista del Natale che non si fermi alle 18 e, se non una sospensione, almeno una rateizzazione degli affitti dei canoni demaniali. Temi questi ultimi due che difficilmente il governo Conte, pur pressato dalle Regioni, farà propri in vista del fine anno che si profila all’insegna della sobrietà e dell’evitare tassativamente la ripresa dei contagi che ora appaiono in frenata. Confartigianato ha organizzato un incontro online con la Regione Marche, dedicato al settore della ristorazione e del pubblico esercizio. All’incontro hanno partecipato l’assessore alle Attività produttive Mirco Carloni, insieme al consigliere presidente della Commissione sviluppo economico Andrea Putzu, il presidente territoriale e il segretario generale di Confartigianato, Renzo Leonori e Giorgio Menichelli. Oltre a numerosi titolari della ristorazione ed esercenti balneari preoccupati sia dell’immediato futuro che di quanto avverrà nel prossimo anno, alla luce della situazione legata al coronavirus.

Renzo Leonori
Ad introdurre il dibattito è stata Milena Sebastiani della Confartigianato di Porto Sant’Elpidio, sottolineando proprio quei temi che sono più cari agli esercenti di questo settore. «Ristorazione e turismo sono due dei settori più colpiti dai provvedimenti governativi – ha ribadito la Sebastiani – e c’è bisogno della vicinanza delle istituzioni attraverso contributi e sostegni mirati. Ma pure con interventi che riguardino una riapertura delle attività che possa essere ampliata nell’orario serale ed un demanio marittimo di cui molti chiedono la sospensione dell’affitto o una rateizzazione di pagamento». Lo stesso presidente degli artigiani, Renzo Leonori, ha affermato come siano essenziali «in questo momento azioni efficaci ed efficienti per le nostre pmi che rischiano in tutta la loro filiera, che va da chi fa impresa ai dipendenti ed alle loro famiglie. La scadenza del bonus ristorazione al 28 novembre preoccupava molte aziende per la mole di documentazione da presentare, e questa proroga annunciata dall’assessore Carloni non può che farci piacere. È necessario oggi più di ieri che ci sia un supporto politico regionale ai nostri territori e che la regione Marche si faccia portavoce verso il governo delle istanze che vengono dalla base».

Piero De Santis
Drammatico il racconto di due imprenditori del settore ristorazione e turismo sulle condizioni in cui versano le proprie attività. «Ristoranti chiusi e mercati aperti dove ci sono veri assembramenti – ha detto Piero De Santis, titolare del Gambero di Porto Sant’Elpidio – non lo accettiamo. Siamo chiusi ma le bollette corrono: quella della luce mi è arrivata per 4mila euro, quella dell’acqua per 4800 euro. Non ce la faccio più ad andare avanti. Nello scorso fine settimana con l’asporto ho incassato appena 700 euro. Se ci fanno lavorare ancora fino alle 18 alla riapertura è meglio restar chiusi». Sul fronte della tassazione la richiesta dei balneari è quella di un intervento forte sull’abbattimento dell’affitto demaniale che incide pesantemente sui costi di attività che sono in sofferenza. «Chiedo alla regione Marche che percepisce il dieci per cento di questa tassa demaniale e poi anche allo Stato – ha affermato Fiorenzo Talamonti, titolare del Tropical di Porto Sant’Elpidio – che si individui una soluzione che diluisca o annulli del tutto questi affitti che dobbiamo pagare. Ovunque ci sono state riduzioni di canoni o sospensioni di affitti ma non per noi. Bisogna che la Regione sensibilizzi il governo ad agire in questa direzione».

Andrea Putzu
Il consigliere regionale e presidente della Commissione sviluppo economico Andrea Putzu ha ribadito come «si sia agito per includere nei benefici e sostegni alle pmi anche quelle nuove attività che, pur in una situazione di difficoltà legata al Covid, hanno avuto il coraggio di aprire e che ora possono accedere a questi sostegni se iscritti al registro delle imprese entro il 3 novembre. Per quanto riguarda le norme di livello nazionale, noi sui Dpcm abbiamo cercato di incidere con ripetuti interventi del presidente Acquaroli ma da parte del governo Conte c’è stata assoluta fermezza di andare per la strada già decisa, cioè quella delle chiusure di bar e ristoranti alle 18». A cercare di dare rassicurazioni ci ha provato l’assessore regionale alle Attività produttive Mirco Carloni che ha snocciolato quelli che sono gli interventi predisposti dall’ente, pur in presenza di un bilancio che a fine anno presenta ben poche risorse a cui attingere.

Mirco Carloni
«Quello della proroga da parte del Ministero delle domande per accedere al bonus ristorazione nazionale sino al 15 dicembre è una notizia arrivata in queste ore e che accogliamo positivamente – ha detto Carloni – consentirà a tanti di non restare esclusi. Per quello che riguarda il bilancio regionale abbiamo messo a disposizione 17 milioni di euro di aiuti con tre interventi approvati nell’ambito dell’assestamento di bilancio e denominati “pacchetto Covid”. Il primo, di 7 milioni con lo scorrimento delle graduatorie di progetto approvati ma non finanziati sui fondi europei ancora validi e in grado di aiutare la ripresa produttiva ed occupazionale. In secondo luogo, abbiamo modificato la legge 13/2020 per dedicare una quota delle risorse già assegnate fino a 3 milioni di euro per uno strumento finanziario semplificato in conto interessi per dare sino a 10mila senza costi con restituzione in 48 mesi. Il terzo intervento riguarda la concessione di 7 milioni di contributi forfettari in forma semplificata per circa diecimila tra micro e piccole imprese colpite dagli ultimi provvedimenti. Questi, è bene dirlo, non sono i ristori che spettano al governo deciderli. Certo nel prossimo bilancio regionale faremo proposte più strutturate avendo anche una disponibilità economica ben superiore ai pochi fondi che abbiamo reperito in questa fase di chiusura del 2020. L’obiettivo della regione Marche è quello di tornare il prima possibile in zona gialla e riattivare le aperture degli esercizi di ristorazione in vista del Natale in orario serale. L’ideale sarebbe sino alle 22, ma su questo l’ultima decisione è in mano al governo centrale».
Come presidente anva Confesercenti Macerata vorrei fare una precisazione ...il mercato si svolge all aperto dove il virus è sicuramente meno contagioso ....vengono usate la mascherine sia dagli operatori che dai loro clienti ...poi al mercato nella maggioranza dei casi non ci è sicuramente assemblamento ...per la poca presenza di persone e il distanziamento che l' operatore richiede alla propria clientela ....non voglio attaccare la categoria dei ristoratori per il rispetto del loro lavoro....però la guerra tra poveri sicuramente ci danneggia tutti....
Ma non ci arrivano a capire che al ristorante o al bar si sta senza mascherina e vicini a parlare, ridere, fumare ...al mercato o nei negozi si compra e si va a casa e sempre con la mascherina !!!
Mi sembra che nessuno è stato attaccato , sono solo espresse delle opinioni, penso che c'è un po' di nervosismo ma, capite che al ristoratore e al barista per poter lavorare è stato chiesto dei parametri , sono stati spesi dei soldi (e non pochi) poi dun tratto si è stato fatto chiudere tutto, ma voi sapete quanto costa tenere chiuso un locale??? Le spese fisse che ci sono??? Penso che c'è anche da capire che il settore è un po' arrabbiato!!! Poi il problema delle mascherine, se umo è demente non le porta ne al bar ne al ristorante ne al mercato, perciò cerchiamo di stare buoni tra noi!!! Se ci dobbiamo arrabbiare ma no tra noi poveri lavoratori!!! Un saluto a tutti e cerchiamo di essere uniti, grazie
Basta mettere le categorie contro... noi tutti siamo vittime del COVID . Siamo tutti in difficoltà, nei mercati non viene più nessuno ... non fate polemiche gratuite cari ristoratori. Altrimenti potremmo non venire più a mangiare nei vostri ristoranti. Perché ad oggi , in casa si mangia molto bene....
Sono un ambulante e Al mercato non c’è un anima smettetela di mettere un attività contro l’altra , incasso crollato fell’80% !!! E poi al mercato siamo all’aperto e l’incidenza del virus e’ minore possibile che non lo capite ...siamo all’aperto!!!
pensino ad allargare i tavoli... hanno stufato con le loro polemiche.. servono infermieri anestesisti e dottori non ristoranti... vengono dopo quelli... 1metro tra i tavoli non basta... senza mascherina è pericoloso.. tolgano tavolie rinuncino a un pò di guadagno... se no non ci vado al risto
È quello che dico sempre io!!! Vedi mercato a Civitanova...........altro che assembramenti......
Antonella Piccioni al mercato siamo all’aperto , possibile che non capisca signora che non è come stare al chiuso!!!
se un presidio sanitario come la mascherina può fare la differenza sul rischio contagio, è chiaro che ristoranti e bar non possono essere associati a mercati e negozi. Comunque chi è costretto a spostarsi per necessità e non può consumare cibo da asporto all'aria aperta - con questo freddo!!! - dovrebbe avere la possibilità con autocertificazione di consumare un fast food all'interno del locale.
Ringraziate Conte Speranza ed Acquaroli
Se tutti, negli organismi che rappresentano, guardassero all'interesse generale ed al bene comune sostenendo la necessità del rigore si potrebbe sconfiggere il virus in tempi più rapidi. E' solo così che si fanno gli interessi veri degli imprenditori rappresentati. Cercare il facile consenso ed alimentare un clima di protesta è quanto di più dannoso si possa fare. Se nel periodo estivo ci fosse stato rispetto delle norme ora non saremmo in queste condizioni. Poi una semplice considerazione. La gente che rispetta le regole evita, indipendentemente dalle aperture o chiusure, di andare nei bar, ristoranti ecc. I maggiori frequentatori sarebbero quelli che non amano le regole ed ecco il pericolo maggiore. Secondo il mio modestissimo parere chi veramente vuole il bene degli imprenditori e vuole un rilancio dell'economia deve raccomandare il rigore. Una sofferenza dura e più breve poi ripresa, anzichè una agonia infinita nel tempo. Con questo non voglio insegnare nulla a nessuno, semplicemente il parere di un cittadino, ora pensionato, che ha speso la propria vita operando in attività imprenditoriali private.
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