di Laura Boccanera
Agitazione sindacale nell’azienda Fratelli Torresi di Morrovalle, da marzo 25 lavoratori a zero ore. «Vogliamo sapere qual è il piano aziendale». A rendere noto la situazione di grave preoccupazione in cui versano più della metà dei dipendenti dell’azienda che si occupa di produzione di suole per la calzature sono le organizzazioni sindacali Femca Cisl Marche e Filctem Cgil Macerata.
Questa mattina Giuliano Caracini e Marco Cesar Bracalente, assieme ai rappresentanti aziendali Espedito Mazzocchi e Johnny Marinucci hanno rappresentato la situazione di difficoltà per i lavoratori e la preoccupazione per il futuro prossimo dell’azienda. «Da marzo ad oggi 25 lavoratori su 40 sono a zero ore lavorative – spiega Caracini della Cisl – al momento solo alcuni dipendenti e sempre quelli stanno effettuando qualche ora di lavoro. Sappiamo bene e siamo consapevoli che la pandemia ha generato un calo che va dal 30% al 50% nel settore calzaturiero che si è tradotto in una drastica riduzione di commesse per l’indotto, ma alcune riflessioni sono comunque da fare e per questo da luglio abbiamo indetto lo stato di agitazione». Due le questioni su cui i sindacati vorrebbero trovare una sintesi con l’azienda che ha in totale circa 40 dipendenti e due sedi fra Morrovalle e Montecosaro. Le cifre sindacali hanno richiesto intanto una rotazione fra i lavoratori per consentire a ciascuno di loro di poter prestare qualche ora lavorativa e non creare situazioni di disparità.
In secondo luogo, e questo è il punto più controverso, che vengano effettuate internamente le lavorazioni che attualmente l’azienda esegue da un’altra ditta esterna concorrente: «non sappiamo che tipo di volume d’affari sia – spiega Bracalente – l’azienda su questo non ha fornito numeri, ma ci ha confermato la scelta di esternalizzare dal momento che a loro dire i volumi sarebbero così esigui da non consentire la ripartenza delle fabbriche. Si badi che questa ditta non aveva prima rapporti di lavoro con la Fratelli Torresi, ovvero quella produzione che ora viene effettuata fuori una volta era eseguita direttamente in ditta. Ad oggi non abbiamo idea di quale sia il piano aziendale. Va bene la cassa integrazione, ma non si può pensare di continuare ad usufruirne a zero ore senza un progetto aziendale. Per questo chiediamo che almeno venga reintrodotta la produzione esternalizzata magari con una riduzione degli orari a 2 giorni a settimana». Ad aggravare la situazione anche l’erogazione tardiva da parte dell’Inps della cassa integrazione, arrivata ad ottobre novembre per le mensilità di agosto e settembre. Deluse le maestranze: «lavoriamo per questa azienda da 25 anni e 20 anni – hanno concluso Johnny Marinucci ed Espedito Mazzocchi – abbiamo dato tutto all’azienda e oggi al di là della difficoltà non è bello vedere come quel poco lavoro che c’è viene dato fuori mentre noi siamo in cassa integrazione».
I sindacati ahaha dormono sempre! Si svegliano solo quando chiudono le aziende! E comunque adesso i titolari voglio sfruttare solo cassa integrazione così si levano un peso! Roba da matti!
Ma non è la sola azienda che sta continuando a lasciare casa i dipendenti e porta il lavoro all'estero. Svegliatevi sindacati
Dalla scorsa estate ronza un chiacchiericcio di cessazione attività a Natale.
Massimiliano Cingolani anche fosse...saranno scelte loro niente da dire nessuno lavora per rimettere...chiaro mi dispiace per i dipendenti ma se l'azienda decide di chiudere è una giusta e libera scelta ci sta
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Ma nessuno si domanda perchè succede questo? Forse perchè viviamo in un sistema in cui i dipendenti costano troppo quindi l’azienda deve fare i conti cosa gli conviene altrimenti fallisce e poi tutti a casa e a criticare.