di Marco Cencioni (foto Fabio Falcioni)
Arrestati a Roma i rapinatori che avevano messo a segno il colpo all’ufficio postale di Piediripa il 3 dicembre del 2019 durante il quale, con il volto travisato, avevano minacciato con una pistola clienti e dipendenti per poi chiuderli in bagno e fuggire con circa 7mila euro di bottino. Si tratta di un 45enne e di un 47enne residenti nella capitale, quest’ultimo molti anni fa aveva vissuto a Tolentino, entrambi già condannati per precedenti rapine. Il terzo uomo, che aveva fatto da palo, era malato ed è morto nel frattempo.
Polizia e carabinieri di fronte all’ufficio postale di Piediripa dopo la rapina avvenuta il 3 dicembre 2019
Dopo quasi un anno di indagini, condotte da polizia e carabinieri e coordinate dalla Procura d’intesa con il procuratore Giovanni Giorgio, si è chiuso il cerchio sui malviventi.
Decisive la testimonianza di una donna che ha assistito alla rapina e che ha indicato agli inquirenti il modello dell’auto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza, comunali e private, e l’esame dei tabulati telefonici. Un mix che ha permesso di arrivare ad individuare i responsabili: sono stati arrestati nelle prime ore di venerdì e ora sono in carcere a Regina Coeli. Durante una conferenza stampa in Questura questa mattina, alla quale hanno partecipato il questore di Macerata Antonio Pignataro, il dirigente della Squadra mobile, commissario capo Matteo Luconi, e il comandante della Compagnia carabinieri di Tolentino, capitano Giacomo De Carlini, sono state ricostruite tutte le fasi di quella che è stata un’indagine lunga e complessa, che testimonia come sia stata fondamentale l’unione di polizia e carabinieri per centrare il risultato.
In seguito alla rapina, avvenuta intorno alle 12,30 del 3 dicembre 2019, gli agenti della Squadra mobile hanno dato avvio a tutti gli accertamenti per risalire ai colpevoli. I carabinieri del Nucleo operativo di Tolentino hanno condiviso con la polizia dati utili dal punto di vista tecnico utili alle indagini, partecipando così attivamente all’operazione. La testimonianza di una donna che ha assistito all’accaduto, e che ha indicato in una Renault Clio di colore nero l’auto usata dai malviventi per allontanarsi dall’ufficio postale che si trova lungo via Cluentina, ha permesso agli agenti di risalire alla targa del veicolo tramite l’analisi delle telecamere di videosorveglianza di un’azienda privata che si trova in zona e di quelle dei comuni di Macerata e Corridonia. Trovato il proprietario del veicolo, un parente di uno dei rapinatori, tramite l’analisi dei tabulati telefonici di quest’ultimo gli inquirenti hanno così individuato un numero di telefono presente nella banca dati e quindi sospetto.
Sono così scattati gli accertamenti per individuare i malviventi, gli appostamenti in orario notturno, i pedinamenti e, a fine settembre, perquisizioni nelle abitazioni dei due in zona Tor Bella Monaca durante le quali sono stati rinvenuti e sequestrati gli indumenti usati durante il colpo (è stato poi ricostruito che in quella stessa mattinata avevano anche effettuato sopralluoghi in zona per individuare altri obiettivi) e una pistola ad aria compressa, simile a quelle vere, utilizzata per commettere la rapina. Al termine dell’attività investigativa il sostituto procuratore Stefania Ciccioli, con la supervisione del procuratore Giovanni Giorgio, ha chiesto e ottenuto dal Gip di Macerata Domenico Potetti l’emissione delle due misure di custodia cautelare in carcere a carico dei due, che sono stati arrestati nelle prime ore di venerdì. Non hanno opposto resistenza e ora si trovano a Regina Coeli.
Rapina choc a Piediripa, armati di pistola assaltano le Poste Dipendenti e clienti chiusi in bagno
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In 3 partono dal Lazio per rapinare 2300 a testa, tra viaggi, sopralluoghi e soggiorni, già stavano in perdita. Andavano nell'Agropontino per la raccolta di cocomeri e pomodori, guadagnavano certamente di più.
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Be’ certo, quello malato avrà fatto un favore ai colleghi, non aveva nulla da perdere. Bella ideaa, sei un malato terminale, sai che devi crepare, almeno lo fai con i soldi delle rapine.