Lo stemma dell’Urbanitas Apiro
di Michele Carbonari
«La notizia era già nell’aria e ieri sera è arrivata la conferma: l’Urbanitas Apiro ritira la propria iscrizione al campionato di Terza categoria». Sono le prime righe del comunicato ufficiale pubblicato sulla propria pagina Facebook dalla società rosanero, inserita dal Comitato Regionale Marche nel girone C. I dirigenti spiegano che si è trattata di una «decisione difficile, quanto dolorosa, ma anche razionale e ponderata. Si tiene a precisare che alla base di questa scelta non ci sono motivi economici o di carenza di giocatori, ma si pensa che alla situazione sanitaria attuale non ci siano le condizioni per iniziare la stagione. La mancanza di un semplice protocollo da seguire, magari stilato dalla federazione ci ha lasciato basiti – si legge nella nota del club maceratese -. Naturalmente la società non potrebbe permettersi di pagare i tamponi per almeno 20 giocatori a settimana, come ad esempio accade in serie A, e che non è comunque sufficiente ad evitare possibili contagi (vedi il recente caso Genoa con 14 positivi)».
Una formazione dell’Urbanitas Apiro della scorsa stagione
Tanti sono i dubbi e le perplessità che attanagliano la mente dei dirigenti dell’Urbanitas Apiro. «Con la maggior parte di strutture sportive abbastanza datate e piccole, come si potrà garantire il distanziamento? Entrando a turni negli spogliatoi? Chi di voi, magari verso dicembre e gennaio, dopo 90 minuti fra ghiaccio e fango sarebbe felice di aspettare un’altra mezz’oretta all’aperto? Queste sono alcune delle nostre considerazioni e saremmo stati ben più lieti se a farle sarebbe stata la Figc Marche – conclude il comunicato rosanero -. Per quanto amiamo questa squadra, dobbiamo riconoscere che durante un’emergenza sanitaria come questa (dove si fa fatica anche a fare scuola), il calcio dilettantistico, in questo caso la Terza Categoria, debba fare un passo indietro. Siamo tutti molto amareggiati anche perché sappiamo a quali difficoltà andremo incontro anche per ricostituire la squadra il prossimo anno. Ma questa è una decisione maturata con la testa, non con il cuore. Perché in questo momento il cuore piange. Forza Urbanitas».
I sapientoni del calcio lo dovrebbero prendere come esempio bravissimi
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