Da sinistra: Luciano Messi, il sindaco Romano Carancini, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, Giorgio Piergiacomi
di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)
Il bilancio del Mof 2019 per l’ottavo anno consecutivo si chiude con un segno positivo: l’utile è di 1.948 euro con un totale dei ricavi di 4.585.991 euro e costi pari a 4.584.041 euro. Ma questo appuntamento è anche l’occasione per il cda, guidato dal presidente Romano Carancini e dal vice Antonio Pettinari, di fare un bilancio dei dieci anni di Mof, con una crescita esponenziale del festival sia dal lato artistico che da quello della sostenibilità economica. Ribadito anche in questo 2020 con la stagione alle porte, pur modificata a causa del Covid 19.
«Lasciamo a chi verrà dopo di noi – ha esordito il presidente dell’associazione Romano Carancini – l’eredità di una stagione che durante questa gestione decennale ha vissuto agli inizi momenti di grandi difficoltà, di incertezze, ma che poi grazie al lavoro intenso del cda alla collaborazione di professionisti del calibro di Luciano Messi, Francesco Micheli prima e Barbara Minghetti poi ha avuto una crescita esponenziale che ci ha portato proprio nell’edizione 2019 a toccare il top degli incassi in biglietteria, con 1 milione e 167 mila euro. Un festival che nel corso di questi anni ha visto accrescere le risorse finanziarie proprio che sono arrivate al 57% rispetto al 43% del contributo pubblico del budget complessivo, che ha visto il Comune investire in questi dieci anni 7 milioni e 500 mila euro nella stagione, che nel bilancio della cultura conta un terzo delle risorse (su un 1 milione e 900 mila euro stanziati ogni anno, ndr) e che soprattutto ha dato lavoro a tante persone e maestranze, circa 500 per ogni stagione, con positive ricadute sul territorio. Sento in giro che in vista della campagna elettorale c’è voglia di cambiare. Dico a chi verrà dopo di noi di non disperdere il buon lavoro fatto da questo cda e anzi di proseguire su questa strada che, dati alla mano, si conferma quella giusta per il Mof e per una sua crescita a beneficio della città e dell’intero territorio».
I numeri e i risultati del bilancio 2019, che confermano la bontà di un percorso basato sull’aumento dei ricavi, oltre che sull’ottimizzazione dei costi. Anche nel 2019 i ricavi provengono da quattro fonti principali: contributi pubblici per 1.967.616 euro biglietteria per 1.330.055 euro sponsor e donazioni art bonus per 688.516 euro e infine altre attività e proventi diversi per 599.804 euro. A conferma del successo dell’edizione 2019 Macerata Opera Festival, il festival è entrato fra i cinque candidati all’Opera Award che sarà assegnato a settembre a Londra, assieme al Doninzetti Opera Festival di bergamo, il Festival Castell de Perulada, il George Enescu festival di Bucarest e il festival di Salisburgo. Uno dei più importanti eventi del settore a livello mondiale. Il vice presidente del Mof, Antonio Pettinari, ha ribadito come i tanti sforzi fatti dal cda in questi anni abbiano risollevato una manifestazione che, all’inizio degli anni 2010, era stato messo più volte in discussione sulla sua sostenibilità. «La notizia in passato che si cercava se c’era il disavanzo nel bilancio alla fine della stagione lirica –ricorda Pettinari – mentre poter dire oggi che anche il bilancio del 2019 si è chiuso positivamente, con un piccolo avanzo addirittura, testimonia come si sia lavorato sodo individuando una formula e degli interpreti giusti per consentire alla stagione lirica di avere una sua solidità economica e di essere al contempo il traino per una città, un intero territorio che ne beneficia e lo potrà fare sempre più in futuro. Il risultato positivo ottenuto è ancora più lusinghiero se si tiene conto che in questi anni è profondamente mutato lo scenario relativo ai vari contributi percepiti, con un aumento sostanziale delle sponsorizzazioni private: i dati dimostrano quindi come la gestione operata dall’Associazione si sia rivelata corretta e il confronto con la situazione di partenza rende maggiormente l’idea di ciò che è stato fatto in termini economici e finanziari in questi anni. La crescita del bilancio di quasi il 20%, fra previsione e consuntivo, rappresenta una qualità importante perché all’aumento di certe spese aumenta anche la capacità di investire e individuare nuove risorse».
Importante l’opera di controllo che è stata svolta dal presidente del Collegio dei revisori dei conti, Giorgio Piergiacomi che ha tracciato quelli che sono stati altri aspetti del bilancio 2019 del Mof.
«Osservando lo stato patrimoniale si può comprendere bene il percorso fatto dal 2010 al 2019 – ha affermato Piergiacomi – per quello che è la salute del bilancio. I debiti complessivi oggi ammontano ad 3.034.715 euro, mentre nel 2010 erano pari ad 4.394.461 euro (1.359.746 in meno). I crediti complessivi oggi ammontano ad 2.726,960 euro, mentre nel 2010 erano pari ad 3.186.620 (459.660 in meno). Dalla combinazione di questi dati emerge come, dal 2010 al 2019, l’indebitamento netto dell’Associazione si sia notevolmente ridotto, passando da 1.207.841 euro a 307.755 euro. Che non è poco. Ma non solo. Nel 2019 abbiamo chiuso l’ultimo contenzioso aperto con l’Inps e non ce ne sono più in corso, anche se abbiamo lasciato 50mila euro a copertura del fondo rischi. Nel bilancio 2019 ci sono 107mila euro che arrivano dal noleggio degli allestimenti operistici ad altri teatri, una sorta di capitalizzazione del costo degli allestimenti che ha un suo ritorno per l’associazione. Ricordo anche che l’apporto dei privati, tra sponsor e art bonus ha toccato quota 670 mila euro: è vero che nel 2010 si attestava a 620 mila euro, ma allora proveniva da pochi soggetti che avevano alte contribuzioni mentre oggi parliamo di sponsorizzazioni diffuse segno della parcellizzazione e dell’interesse che il Mof calamita nel territorio».
Sono stati anni durante i quali la riorganizzazione e il consolidamento istituzionale sono andati di pari passo con un rinnovamento della proposta artistica e un allineamento gestionale e di contenuti paragonabile a quello di altri grandi festival europei. «Voglio lasciare questa carica con tre parole a chi mi succederà – ha concluso il presidente Romano Carancini -. La prima è memoria: dove eravamo nel 2010 e dove siamo oggi dieci anni dopo. Patrimonio: si è costruito in questi anni un Mof divenuto uno dei teatri più importanti d’Europa. Eredità: che andrebbe mantenuta nel solco del lavoro fatto che ha dimostrato come questa sia la strada giusta per la stagione lirica. C’è un nome su tutti che identifica il percorso decennale fatto con il Mof, ed è Luciano Messi. Una professionalità che già era presente, che abbiamo valorizzato nella veste di sovrintendente e che ora è anche alla guida dell’Associazione teatri di tradizione che ne raggruppa 29 dei più importanti italiani. Messi è un patrimonio del Mof e di Macerata che testimonia la bontà del lavoro svolto dal cda in questo decennio».
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Lo Sferisterio è un contenitore che può essere ancora maggiormente sfruttato durante tutto l’anno con un ulteriore aumento delle attività economiche. Va studiato un programma di attività che diventi stabili e di riferimento sia locale che nazionale e internazionale. Così potrebbe diventare un più importante motore di sviluppo culturale ed economico.
Che fine ha fatto il nuovo statuto, di cui si parla da anni, dellla Associazione Sferisterio?
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